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Friday, January 30, 2009

I misteri dell' Acqua dell'Abete



All'interno del parco nazionale dell'appennino lucano della Val D'Agri c'e' una area attrezzata che si chiama Acqua dell'Abete. Poco distante, sempre all'interno del parco (!!), c'e' il pozzo detto Cerro-Falcone dell'ENI.

Il 20 Novembre 2008, il Corpo Forestale dello Stato ha dovuto sequestrare la zona, che fa parte del comune di Calvello (PZ), a causa del ritrovamento di non meglio specificate sostanze tossiche vicino alla fontana in un area picnic. Data la vicinanza dell'area, boschiva e naturale, al pozzo di petrolio, non mi pare molto difficile collegare le misteriose sostanze tossiche dell'area sotto sequestro alla presenza del pozzo ENI, tanto piu' che si sentono pure i rumori delle trivelle dall'area picnic.

Gia' nel 2004 si erano scoperti riversamenti di liquami rossastri oleosi e di idrocarburi. I carabinieri ed il NOE (nucleo operativo ecologico) fecero la loro parte, denunciando il tutto alla Procura di Potenza, ma poi nessuno fece piu' nulla. In Italia, purtroppo, la precauzione non e' una virtu' ed oggi la situazione si ripete. Intanto per quattro anni centinaia di turisti, abitanti e bimbi, hanno bevuto l'acqua di quella fonte inquinata.

Si pensa che tutto l'inquinamento sia dovuto a sversamenti di sostanze tossiche durante l'estrazione del petrolio, com'e' gia' accaduto tante volte in passato. La zona e' stata classificata dal CNR e dall'Universita' della Basilicata ad alta vulnerabilita' per le falde acquifere. Nel 2000 avevano anche trovato dei pozzi dove l'acqua da bere era "frammista a greggio". Il sindaco di Viggiano aveva vietato di usarla. Poco lontano, un altra sorgente naturale detta 'Acqua sulfurea' risulta inquinata da sostanze non presenti in natura. Si pensa che siano fanghi di scarto delle trivelle.

Quello che fa scandalo e' che dopo due mesi dal sequestro i lucani non sanno nulla dei motivi, dei perche' dei responsabili. NESSUNA AUTORITA' GLIELO HA MAI DETTO, nonostante le richieste di cittadini e comitati. Nessuno ha mai risposto, ne adesso ne in passato a nessuna domanda. Cosa c'e' nel terreno a contaminarlo? Quanto c'e' n'e'? Cosa e' stato fatto per salvare la salute pubblica, quella degli animali e della vegetazione locale? Che tipo di monitoraggio ambientale viene fatto ora e quale sara' quella fatta dopo il sequestro? Di chi e' la colpa ufficiale? Chi paghera' i danni? Chi ripristinera l'area? Chi chiedera' scusa alla gente per un nuovo ennesimo attacco alla salute, a cio' che gli appartiene: il proprio territorio?

Intanto i comitati invitano la gente a non bere l'acqua delle fontanelle nel parco e di non far abbeverare gli animali nelle varie vasche della zona. Hanno scritto al "ministro dell'ambiente" Stefania Prestigiacomo e pure al direttore generale nazionale della protezione della natura, Aldo Cosentino. Chissa' se avranno la decenza di rispondere.

Dall'assessore all'ambiente della regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, neanche una parola, ne' di scusa, ne' di spiegazione, ne' di informazione. I lucani ne chiedono le dimissioni, giustamente. Dall'ENI non si e' sentita nemmeno una mosca volare, infatti le hanno uccise tutte con i loro fumi tossici di H2S.

E' scandaloso che nel 2009 ci si senta in diritto di maltrattare in questa maniera i cittadini. Dell ' ENI sappiamo tanti malaffari. Vorrei non scandalizzarmi piu'. Eppure ogni volta mi arrabbio. Ai miei occhi questo e' un ente sporco, indegno di avere nella sua sigla la dicitura 'nazionale' perche' non rappresenta l'Italia. Sono solo una banda di opportunisti: purtroppo questo caso e' l'ennesimo di sfruttammento, inganno e disumanita'.

Non va bene.

Fonti: OLA, Aqaa news, Il giornale di Calvello

Thursday, January 29, 2009

Petrolio ad Arcore?


Su in alto la concessione petrolifera accordata il 19 dicembre alla Petroceltic per estrarre petrolio a Colle San Giovanni, nel teramano.

A Luglio, sul Corriere della Sera, fu pubblicato un articolo a firma di Cesare Zapperi secondo cui la ditta australiana Po Valley avrebbe intenzione di sondare il terreno per ispezioni petrolifere nel nord Italia. Il permesso estrattivo si chiama Ossola, copre un area di 300 chilometri quadrati e riguarda ben 80 comuni nelle provincie di Lecco, Bergamo e Milano.

Fanno sul serio gli Australiani. Notare che in Italia vogliamo bene a tutti, irlandesi, americani, italiani, inglesi, olandesi, francesi, australiani e chi piu' ne ha piu ne metta. Tutti a scavare petrolio in Italia, la nuova Nigeria d'Europa!

Restando con la nostra amica australiana, risulta che fra le citta' interessate nel bergamasco ci sono: Dalmine, Ponte S. Pietro, Caprino Bergamasco, Pontida, Sotto il Monte, Martinengo, Suisio e Villa d' Adda.

Venti invece sono i comuni in provincia di Lecco tra i quali Brivio, Calco, Paderno d' Adda, Robbiate, Verderio Inferiore e Superiore, Viganò.

Creme de la creme, diciassette paesi del Milanese. Oltre Milano stessa (roba da matti!) vogliono trivellare anche ARCORE, Carnate, Cornate, Lesmo, Trezzo d' Adda.

Arcore e' la citta' di provenienza del primo ministro Italiano, Silvio Berlusconi. Chissa' che ne pensa di pozzi con tanto di oleodotti, trivelle, puzze e magari raffinerie nel suo territorio. Dopo la Sky di Murdock, ora anche il petrolio ad Arcore!

I sindaci del comprensorio pero', a differenza del sindaco di Ortona Nicola Fratino che coi petrolieri e' andato quasi a nozze, si sono mostrati preoccupati ed hanno posto il veto alle perforazioni, almeno temporalmente. Evidententemente nessuno loro gestisce i porti o fa parte di societa' nate APPOSTA per fornire servizi ai petrolieri.

Come da copione, anche i petrolieri australiani minimizzano. Pierluigi Vecchia, manager della Po Valley afferma:

Nell'immaginario collettivo l'attività petrolifera è considerata una delle più inquinanti del mondo. Lo è stato in passato, ma oggi le cose vanno diversamente. Questo tipo di attività è così nell'occhio del ciclone che ormai si fa di tutto per limitare al minimo l'impatto. Negli ultimi 130 anni in Italia sono stati realizzati più di 6 mila pozzi. Ebbene, c'è stato solo un caso di incidente rilevante, quello di Tradate all'inizio degli anni ?90. L'incidenza degli incidenti è quindi irrilevante».

In aree urbanizzate si possono tranquillamente realizzare pozzi. Si badi inoltre che i pozzi sono meno impattanti di una fabbrica chimica. Inoltre la nostra presenza è limitata nel tempo. Quanto poi agli oleodotti, non si dimentichi che si tratta soltanto di tubi che passano nel sottosuolo. Forse ci dimentichiamo di quanti tubi ci passano sotto i piedi e nelle zone agricole per i cosiddetti sottoservizi.

Innanzitutto, si vede proprio quanto bene il signor Pierluigi Vecchia conosca la zona che vuole trivellare. Il comune interessato allo scoppio fu Trecate, in provincia di Novara e non Tradate. Quello e' in provincia di Varese, mio caro.

Forse il signor Vecchia non legge i giornali esteri, ma scoppi di pozzi di petrolio continuano ad accadere in tutto il mondo. Negli ultimi anni sono scopiate raffinerie in Texas, pozzi in
mare ed in terra, in Egitto, India, Korea. Queste cose abbisognano di ANNI per essere rimediate. Per cui non e' vero che l'incidenza degli incidenti e' irrilevante. Quelli piu' spettacolari (come appunto Trecate) sono forse meno frequenti, ma portano con se conseguenze che durano a lungo. I siti di Trecate sono stati inquinati per anni e il terreno ancora ne mostra le traccie.

Vogliamo poi parlare dei piccoli e medi incidenti? Quelli che non arrivano ai giornali ma che ogni giorno rilasciano fughe di idrogeno solforato o risversamenti nelle campagne? In Basilicata sono all'ordine del giorno.

La cosa piu' vile e' che ancora si va avanti con la storia del "c'e' di peggio". Ancora con la storia del "moriamo del male minore". Invece del "c'e' di peggio", caro signor Vecchia, io le dico che c'e' molto di meglio che scavare petrolio scadente e in quantita' insignificante in Italia. C'e'
l'energia solare. Obama non fa altro che parlare di opere statali per dar lavoro alla gente che siano focalizzate sull' energia alternativa e sull'ammodernare edifici federali in questa direzione.
So che questo non porterebbe pane a casa alla Po Valley, ma questo e' un problema della Po Valley, non degli italiani.

Intanto, nonostante le balle del Signor Vecchia a cui la Brianza non ha creduto, e a causa delle prese di posizione negative dei sindaci della zona, il 20 ottobre 2008, il ministero dello sviluppo economico ha sospeso i permessi estrattivi per sei mesi per meglio analizzare la situazione.

Occorre seguire questa storia perche' quello che non puo' essere accettato in Brianza, non puo' nemmeno essere accettato in Abruzzo, anche se da noi le concessioni le hanno gia' date. Spero che oltre al sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, anche altri possano far sentire la propria voce, in maniera ferma e assoluta.

Come ha detto ieri Salvatore Borsellino: Resistere, Resistere, Resistere.


Fonti: Corriere della Sera, Po Valley Legambiente

Tuesday, January 27, 2009

Parlare a vanvera


Un nuovo incontro il 31 gennaio a Giulianova, questa volta per sensibilizzare al problema anche gli operatori turistici (Hotel Katia del lido Riccio di Ortona, ci senti? )

Intanto, leggo da primadanoi, che proprio oggi il segretario regionale della Filcem (che sta per Federazione Italiana Lavoratori Chimici), Nicola Primavera, dice che sulla raffineria di Ortona occorre decidere 'obiettivamente e dati alla mano'. Assieme a lui a difendere l'indifendibile il segretario provinciale, Carmine Torricella.

Sono pronta alla sfida dell'obiettivita' e dei dati alla mano.

Ma quanti piu' dati vogliono i signori Primavera e Torricella?

Non gli sono bastate le centinaia e centinaia di articoli scientifici prodotti sui danni alle persone da raffinerie ed opere petrolifere in centri abitati? Non gli bastato il fatto che circa 100 medici della zona abbiano detto no? Non gli basta il fatto che dei 50 siti inquinati di interesse nazionale LA META' sono a firma ENI? Non gli basta il fatto che a Viggiano l'agricoltura sia in ginocchio? Non gli basta il fatto che la gente emigra a piu' non posso dalla Basilicata devastata dall'ENI e dalla Total? Non gli basta l'esperienza di Gela? Di Falconara? Di Augusta? Di Melilli? Di Sarroch?

Quali dati vogliono o possono portare dal canto loro i signori Primavera e Torricella a parte affermazioni insensate sparate li a casaccio e prive di ogni fondamento scientifico o anche di buon senso? Cosa puo' dire il signor Primavera in difesa del petolio in Abruzzo che NON ABBIA LO STAMPINO ENI? Che venga da un qualche accademico, medico, scienziato che sia svincolato da ogni interesse personale? Quali sono le credenziali scientifiche del signor Primavera o del signor Torricelli? Ci sono mai stati i signori Primavera e Torricella a Viggiano?

Dice l'intelligente signor Primavera:

Noi siamo convinti che tutte le nuove iniziative siano esse industriali, artigianali, agricole, turistiche, e tutte le innovazioni previste dai nuovi piani di sviluppo, in qualsiasi settore produttivo, provocano immancabilmente delle trasformazioni degli equilibri del sistema. Questo deve significare l'obbligo per chi realmente rappresenta la popolazione di chiedere garanzie e verifiche continue ed aggiornate soprattutto in materia ambientale. Non bisogna rischiare, come sta avvenendo, di porsi come un freno al progresso cercando di trovare per qualsiasi investimento ed innovazione un motivo per essere sempre contro.

Beh, se vuol vivere in un posto dove il progresso non e' stato frenato, il signor Primavera
puo' benissimo andare a Viggiano, e cosi risolvere tutti i suoi problemi. Ci si trasferisca a Viggiano per un mese. Ci si trasferisca assieme a figli e mogli inuna delle tante case abbandonate a ridosso del centro petrolifero di Viggiano. Sopratutto per un mese nutra i suoi familiari solo con i prodotti della terra di Viggiano. Se il signor Primavera questo non lo sa, TUTTO IL CICLO VEGETALE LUCANO E' STATO COMPROMESSO! Dal miele, all'uva, al bestiame. Non e' rimasto nulla. E lei questo lo chiama progresso? Forse nel 1950 lo era!

Aggiunge poi Torricella:


La presenza dell'Eni nella nostra regione rappresenta da oltre cinquant'anni un forte volano per lo sviluppo industriale», ha spiegato il segretario provinciale Filcem, Carmine Torricella, «lo testimoniano gli insediamenti di Valle Cupa di Alanno, Montalfano di Cupello, Pineto, Torrente Tona di Rotello e Santa Maria Imbaro di Lanciano, impianti che si sono sempre caratterizzati per la grande capacità tecnica ed il forte rispetto per la tutela dell'ambiente, della sicurezza e della salute dei procuratori, intorno ai quali si trovano anche i più grandi insediamenti industriali del centro sud».

Certo, anche la pompa della benzina e' un impianto AGIP/ENI, ma ci sono vari livelli di intromissione in un territorio. Le estrazioni e la lavorazione del petrolio sulla scala e sulla portata attuale SONO INCOMPATIBILI con l'Abruzzo che conosciamo. Punto e basta.

Il progesso, caro signor Torricella, sta altrove. Il progresso non sta nell'avelenare i proprio figli, vivendo da struzzi e con la testa sottoterrra quanto invece nel cercare di coniugare benessere economico con la salute e iol rispetto della terra. Il petrolio in Abruzzo non portera' a nessuna di queste cose.

Mai sentito parlare di energie alternative? Mai sentito parlare di sviluppo sostenibile?

Infine, si, caro Primavera, caro Torricelli, caro Febbo, cara ENI, caro Fratino.

Io parlo, e con convinzione, di distruzione di un territorio, io sono terrorizzata alla prospettiva che possiamo diventare come la Basilicata, per me non esistono compromessi, zone grigie, ambigiuta' di qualsiasi tipo. E perche' sono cosi' forte nelle mie idee? Perche' ho letto, perche' ho visto, perche' ho analizzato referti, articoli da persona libera, perche' ho avuto l'umilta' di ascoltare chi ne sapeva piu di me, perche' ho avuto la mente ed il cuore svincolati da interessi chimici, petroliferi, monetari, politici.

Le estrazioni petrolifere non porteranno nulla buono all'Abruzzo e al suo futuro, del quale vi ricordo, fanno parte anche i vostri figli.

Vorrei tanto sapere chi finanzia la Finchem....

Sunday, January 25, 2009

Forte e gentile, o pesante ed amaro?


Ho notato, dagli email che mi giungono e dalla provenienza dei lettori del blog, che ci sono molte persone nuove. Voglio allora fare un breve punto della situazione e questa volta essere un po piu' precisa dal punto di vista scientifico. Il mio amico Charles, un geologo americano che ringrazio vivissimamente (thanks Charlie, I owe you one!), mi aiutato a compilare questa piccola prima inchiesta sul nostro petrolio, pesante ed amaro.

Innanzitutto ricordo a tutti che la partita petrolio deve ancora cominiciare. Non e' vero ne' che "tanto alla fine non si fa", tanto meno che "tanto alla fine si fa". Cio' che sappiamo e' che il problema riguarda tutto l'Abruzzo e che occorre l'azione coordinata di tutti: in qualsiasi modo possiamo dare il nostro contributo DOBBIAMO farlo. Incominciamo. Questa battaglia non e' per gli ammosciati.

Il petrolio abruzzese e' PESANTE.

Il petrolio migliore e' quello piu' leggero, con le molecole di lunghezza giusta per farci la benzina. Per accertare la bonta' del petrolio esiste l'indice API (American Petroleum Institute). Piu' e' alto questo indice, migliore e' il petrolio.

Il petrolio ideale ha indice API fra 40 e 45.
Il petrolio leggero ha indice API fra 31.1 e 40.
Il petrolio medio ha indice API fra 22.3 e 31.1.
Il petrolio pesante ha indice API minore di 22.3.
Il petrolio con indice API minore di 10 e' petrolio extra pesante o bitume, detto anche asfaltene.

Il petrolio peggiore del mondo e' quello delle sabbie dell'Alberta in Canada, con indice API 8. Il petrolio che si estrae nei mari del nord ha un indice API 38. Il petrolio Texano ha indice 40. Quello di Dubai 31.

E in Abruzzo? Come diciamo spesso, e come dice l'ENI, il nostro petrolio e' molto viscoso, con densita' specifica di circa 0,9860. La formula matematica e' semplicissima: Indice API = 141.5/densita' specifica - 131.5. Per noi allora l'indice e' di 12 GRADI API.

TEXAS 40, ABRUZZO 12: IL NOSTRO PETROLIO FA SCHIFO !

Naturalmente piu' l'indice API e' basso, piu' difficile, costosa ed inquinante e' l'opera di raffinamento. Non tutte le raffinerie in Europa o nel mondo sono in grado di trattare petrolio come il nostro. I posti utili sarebbero la IPLOM di Busalla (Genova), la raffineria di Tarragona in Spagna oppure la Brunsbuttell (Germania). Falconara, per esempio non sarebbe in grado di trattare il petrolio abruzzese, con o senza impurita' sulfuree. Logisticamente pero' trasportare il nostro petrolio in qualche altra parte del mondo sarebbe troppo costoso. Ecco allora il rischio e la volonta' del petrolieri di riempire Abruzzo e Basilicata con questi bei "centri oli". Immaginate voi.

Il petrolio di tutto l'Adriatico ha queste caratteristiche a causa della conformazione geofisica del territorio: siamo un continente ancora relativamente giovane. Geologicamente, potremmo perforare ovunque, trovando sempre un greggio con le caratteristiche simili al petrolio di Ortona, Pineto o LettoManoppello. Ecco dunque il fioccare di richieste di trivelle sul 35% della regione. Io non mi stanchero' mai di dire che IL PROBLEMA E' DI TUTTO L'ABRUZZO


Il petrolio abruzzese e' AMARO.

Come ripetuto all'inverosimile, il nostro petrolio ha un forte tasso di impurita' sulfuree al suo interno come l'idrogeno solforato (H2S). Il costo di perforazione e di coltivazione di questo tipo di petrolio e' molto rilevante. La perforazione richiede tecnologie e materiali speciali anticorrosivi, perche' l'H2S a contatto con l'ossigeno si combina in H2(SO)4, un acido ancora piu' corrosivo. Occorre personale altamente specializzato, capace di far fronte, per esempio, ad una fuga diH2S nella fase di perforazione. In Italia sono rarissimi i casi di figure professionali in grado di gestire situazioni simili. Non si puo' pensare di assumere giovani per prima occupazione e, dopo brevi corsi di qualificazione, ritenerli capaci di saper fronteggiare scenari potenzialmente catastrofici.

E gli Abruzzesi? Chi ci insegna a far fronte a fughe di H2S durante l'estrazione del petrolio? Quale politico si e' degnato di indagare su che tipo di petrolio esiste in Abruzzo?

Se ho capito bene il nuovo assessore all'ambiente e' Daniela Stati. Angelo di Paolo invece dovra' occuparsi della difesa del suolo. Spero che i due abbiano l'umilta' di indagare sul gravissimo problema del petrolio in Abruzzo, dal mio punto di vista il piu' importante, per la sua irreversibilita' e per la sua estensione territoriale, dei pur tanti che affliggono la difesa e la valorizzazione dell'Abruzzo e della sua gente.

Thursday, January 22, 2009

Gian Marco e Massimo Moratti e il Cip6


Come riferisce il Corriere della Sera alcuni medici di Harvard hanno mostrato che vivere in un ambiente sano allunga la vita. Diciamo che la nozione e' abbastanza logica e plausibile, e non ci voleva Harvard per giungere a questa conclusione. Qui pero' hanno quantificato questa longevita': 10 microgrammi per metrocubo di PM (particulate matter o particelle fini) in meno corrispondono a circa 7 mesi in piu di vita.

Ne deduco che 10 microgrammi in piu' accorciano la vita di sette mesi.

Queste particelle, i PM, specie le piu' piccole, arrivano fino ai polmoni e non possono essere piu' espulse dall'organismo. Chissa' se a Mr Gian Marco Moratti gli sono fischiate le orecchie, visto che la sua Saras, a Sarroch emette un po' di tutto e che i limiti del PM a Sarroch li sfondano una volta alla settimana. Chissa' se lui abbia letto quell'articolo del Corriere ed abbia calcolato a quanti mesi di vita umana equivalgono quegli sfioramenti di cui e' moralmente responsabile. Chissa' se un po si sia sentito in colpa.

Scopro poi da un report della Repubblica che nel 2006 la Saras ha fatturato 5.196 milioni di euro, con un utile netto di 293 milioni di euro.

IN UN ANNO OLTRE 500 MILIARDI DELLA VECCHIE LIRE SOLO DI UTILE.

L'utile, nel 2000 era 'solo' di 36 milioni di euro. Ma come hanno fatto quelli della Saras? Aumentare gli utili di quasi 10 volte in pochi anni e' da maghi degli affari.

Ma c'e' il barbatrucco. Non sono stati i bravi manager Saras a fare svettare questi introiti: e' stato il magico Cip6 !! Elementare Watson. Ma come fa la Saras a ricevere i soldi del Cip6, che in teoria e' per industrie che producono energia rinnovabile?

Facciamo un passo indietro. Prima del 2004, gli scarti della raffineria Saras andavano smaltiti, a caro prezzo, come rifiuti speciali. Nel 2004 allora l'idea brillante dei Moratti: bruciamoli quei rifiuti. E nel farlo ci ricaviamo un po' di energia che facciamo passare per alternativa. Nessuno se ne accorgera', avranno pensato.

E siccome l'hanno fatto passare per un metodo nuovo e 'alternativo' per produrre energia ecco che arriva il Cip6. Non ha importanza quanto schifo immettono in aria. Gli diamo la dicitura di 'assimilata' e siamo apposto. Lo Stato italiano (noi) abbiamo dunque regalato 200 milioni di euro alla famiglia Moratti. Neanche fossimo tutti interisti.

Furbo Mr Moratti, eh?

Cosi' accanto alla raffineria vera e propria (completa di desolforatore come vogliono fare ad Ortona) hanno costruito questo inceneritori di rifiuti petroliferi, dal nome luminoso, e intriso di virilita' sarda: Sarlux.

Ogni giorno, 3500 tonnellate di scarti della raffineria, fangosi e puzzolenti (immaginate voi di che robaccia si tratta) arrivano alla Sarlux e vengono bruciati. Dietro di se lasciano una scia di anidride carbonica, ossidi di azoto, solfati e concentrati di vanadio e il nichel che vanno dritti dritti nelle case, nei pesci, nell'aria di Sarroch.

Ma non e' finita qui. L'energia viene venduta poi ad enti pubblici, e non a prezzo di mercato, ma ad un prezzo che e' il DOPPIO del suo valore effettivo. Questo perche', di nuovo, la Sarlux e' un impianto di energia "alternativa".

In piu' come parte degli accordi per il Cip6 si sarebbero dovuti creare dei nuovi posti di lavoro anche in industrie non petrolifere. Dei tanti progetti vaporosi presenati dalla Saras a tuttoggi non ne e' stato realizzato neanche uno. Solo i lavori riguardanti la raffineria sono stati portati a termine. La Repubblica calcola che ogni nuovo posto di lavoro sia costato fra i 400mila e il milione di euro.

A capo della Saras i due fratelli Moratti, Gian Marco e Massimo Moratti. Con tutti i soldi del petrolio Gian Marco ha potuto donare ben 6 milioni di euro alla campagna elettorale della candidata a sindaco di Milano: sua moglie Letizia! Il suo concorrente, che non ha una moglie petrolifera, ha potuto disporre solo di 600,000 euro.

Immaginate chi ha vinto.

Per farsi bella pero' la nostra Letizia ha dato ad Al Gore la citttadinanza onoraria a Milano

e si e' impegnata ad abbracciare nuove poltiche ambientali. E a Sarroch? Quando va ad abbracciare le politiche ambientali per i sardi?

Anche la moglie di Massimo Moratti fa poltica: Milly Moratti (nata Emilia Bossi) e' capogruppo dei Verdi al comune di Milano, regala le bici blu agli assessori (cosi non devono andare in macchina) e addirittura durante la campagna elettorale di Milano diceva ai lombardi che tutto quel PM fa male ed occorre ridurlo perche' favosricono tumori ed infarti.

In una intervista disse che a Milano "la situazione e' drammatica". Perche' questo non lo dice anche ai sardi? O che i loro polmoni sono meno importanti di quelli dei milanesi?

Care Letizia e Milly: Mentre per ridurre lo smog delle automobili ci vuole l'azione concertata della popolazione, controlli e sensibilizzazione, nel caso della Saras/Sarlux ci vuole l'azione di due sole persone: Mr Gian Marco e Mr Massimo Moratti. I capi della Saras.

Evidentemente la coerenza non e' di casa nella famiglia Moratti.

Fonti: La Repubblica,
Sardegna e Liberta',
Sarlux Saras e la salute?

Wednesday, January 21, 2009

Con la coscienza sporca di petrolio




Della storia di Sarroch e della raffineria Saras, in Sardegna abbiamo gia' parlato su questo blog. Il filmato alla fine di questo post e' di Massilimano Mazzotta che ha realizzato un documentario su come si vive per davvero a Sarroch. E' tutto agghiacciante anche per me che vado predicando le conseguenze del petrolio da mesi. Come a Viggiano, sentire e vedere di persona cosa il petrolio porta alle comunita' mi fa male, perche' tutto questo SI SAPEVA ANCHE PRIMA CHE INSTALLASSERO LA RAFFINERIA A SARROCH.

Mi viene rabbia perche' se solo ci fosse stato un minimo di informazione in piu fra la gente e i politici non si sarebbe arrivati a questo punto. E' qui la risposta al tizio di rete otto che mi chiedeva perche' io faccia tutto questo. Come puo' qualsiasi persona con un minimo di sensibilita' e di amore per la propria terra sapere e non indignarsi? Sapere e far finta di niente? Sapere e tacere?

Non e' giusto.

Come descrive il video, a Sarroch lo zolfo lo trovano nei pesci. Il lavoro e' inesistente. L'amianto e' nei corpi delle persone. I controlli sui lavoratori sono fatti superficialmente e usando metodi scorretti. L'esposizione al benzene e agli idrocarburi ha portato danni al DNA delle persone. La gente si ammala di tumori rari.

La Saras appartiene alla famiglia Moratti. Il suo CEO, l'amministratore delegato, e' Massimo Moratti, lo stesso dell'Inter che con i soldi della raffineria poi va a pagare gli acquisti dei calciatori. Della stessa famiglia fa parte anche Letizia Moratti che mette l'ecopass a Milano per contenere l'inquinamento mentre a Sarroch non si degna neppure di far fare i controlli sulla gente come si deve.

Una vergogna.

La Saras del gruppo Moratti riceve, beffa delle beffe, anche i finanziamenti del Cip6, la tassa che i cittadini italiani pagano per incentivare l'energia alternativa, quella vera, tramite la bolletta della luce.

Il sito dell'autorita' per l'energia elettrica ed il gas infatti mostra l'elenco delle prime 10 societa' nazionali che ricevono finanziamenti del Cip6. Sotto la bella dicitura 'fonti assimilate', che comprendono raffinerie e centrali a carbone, compare anche la bella Saras, che riceve circa l'11% dei finanziamenti disponibili! Anche l'ENI ne prende, in quota pari al 3%. La parte del leone la fa il gruppo Edison, operativa anche lei in campo idrocarburi, con il 52%.

In riassunto, i soldi delle tassi dei cittadini di Sarroch finiscono in parte a finanziare i petrolieri che li avvelenano.




Fonti: L'espresso

Tuesday, January 20, 2009

Se questo e' il prezzo da pagare, benvenga.


"We will restore science to its rightful place, and wield technology's wonders to raise health care's quality and lower its cost. We will harness the sun and the winds and the soil to fuel our cars and run our factories."

Barack Obama, discorso d'inaugurazione, Washington 20 gennaio 2009


Qualche tempo fa Al Gore parlo' di disobbedienza civile per salvare i territori dalle invasioni di petrolieri, carbonizzatori e persone con zero cognizione di sviluppo sostenibile, interessati solo al denaro facile. Il governo Bush ha usato i suoi ultimi giorni per far regali a destra e a manca ai petrolieri.

Alla fine di dicembre fu decisa la vendita all'asta di permessi esplorativi nello Utah da parte del Bureau of Land Management, un ufficio federale per la gestione del territorio pubblico.

Tim de Christopher, 27 anni, originario di Pittsburg si era trasferito nello Utah per studiare economia all'univerista'. Pittsburg per molti anni e' stata la capitale delle acciaierie e dell'industria pesante, e Tim fu stregato dalla bellezza del panorama dello Utah. Decise che non poteva permettere a Bush di distruggere tutta quella bellezza.

Cosi', dopo aver sostenuto il suo ultimo esame dela sessione invernale, Tim decise di andare all'asta. Il suo piano era si disrompere lo svolgimento della sessione con urla di protesta e di farla rimandare. Ma poi qualcuno gli chiese: 'lei e' qui per partecipare all'asta?' e lui, senza sapere cosa faceva, disse si. Si sedette fra la gente, gli assegnarono il numero di bidder 70, e inizio' a piazzare scommesse. Qualcuno trovo' i suoi metodi un po bizzarri (non c'era mai stato ad un asta prima!) ma tutti rispettarono questo tizio, apparentemente ricco, che cercava di comprare tutta quella terra.

Fece salire di molto i prezzi e fini con l'acquistare circa 10,000 ettari di terra alla cifra di quasi 2 milioni di dollari. Lui pero' i soldi non ce li ha mai avuti!

Naturalmente, ci sono state grida di scandalo, da parte dei petrolieri e di altri acquirenti e si parla di conseguenze legali. A suo modo pero', Tim ha vinto, perche' la procedura giusta sarebbe di rifare l'asta, cosa impossibile sotto la nuova ammministrazione Obama, che si e' dichiarata contraria allo sfruttamento minerario di quelle terre. Un tribunale dello Utah ha anche disposto che prima di tornare all'asta quelle terre dovranno essere soggette ad uno speciale studio ambientale, data la loro naturale bellezza ed importanza storica.

Intanto, Robert Redford ha dato il suo appoggio alla causa, chiamando la vendita moralmente criminale. Esiste anche un sito web per raccogliere il denaro per pagare le spese legali di Tim. In un mese sono stati raccolti $45,000, la maggior parte del denaro sotto forma di donazioni di dieci o venti dollari.

Un giornalista della CBS ha chiesto a Tim se ha paura del fatto che potrebbe finire in prigione per frode. Lui, tranquillo ha detto: "Se questo e' il prezzo da pagare per la difesa di questa terra che amo, benvenga."

Fra le ditte interessate alle trivelle, la nostra beneamata ENI. Ad Ortona e' stato l'eroico e dignitoso signor Orsini a resistere, qui invece si e' trattato di un ventisettenne squattrinato a fargli lo scherzetto.

Fonti: CBS News, CBS News 2, La nuova ecologia

Monday, January 19, 2009

Ritorno a casa


Sono arrivata finalmente a casa dopo un lungo viaggio. Davanti a me c'e' una pila impressionante di giornali vecchi da leggere e che si sono accumulati mentre ero via. In TV e sul web impazza la prossima inaugurazione di Obama, domani, che e' anche il primo giorno di lezione nella mia universita'. Fuori ci sono circa 20 gradi. Mi ci vorra' un po di tempo per riabituarmi alla mia vita di tutti i giorni.

Le impressioni che si agitano dentro di me dopo questo nuovo tour in Abruzzo sono tante, nel complesso mi sembra che ci sia una sempre crescente presa di posizione e di consapevolezza fra le persone comuni. E per questo non intendo soltanto una preoccupazione vaga ma propositiva che spero si sparga per tutta la regione ed in maniera capillare. Uno dei miei desideri e' che il tipico atteggiamento meridionale e passivo del 'non ci posso fare niente' si trasformi in un desiderio creativo di trovare qualcosa da poter fare.

Penso al signor Armando Orsini che non ha venduto le sue terre all'ENI rifiutando 200,000 euro. Penso al professor Orlando Volpe che e' andato a suonare ad un concerto in onore di Fabrizio de Andre' con la maglietta no centro oli. Penso al signor Benedetto Anfossi che ha vinto un premio speciale dal comune di Lanciano per avere realizzato un presepe dedicato al tema della preservazione delle coste teatine dall'invasione del petrolio. Penso alla professoressa del liceo pedagogico che ha messo su altro presepe di denuncia contro il petrolio. Penso alle tante persone che mi hanno scritto, che sono venute a sentirmi e che mi hanno chiesto: cosa possiamo fare?

Io non ha la soluzione magica, ma so che vinceremo solo se tutti facciamo la nostra parte. Anche con gesti piccoli come quelli su citati e di cui sono sicura esistono molti piu' esempi.

La strada e' lunga ed occorre ancora l'impegno vero di ciascuno. Alle scuole ho suggerito di scrivere lettere al governatore Chiodi, cosa che possono fare anche i singoli e le associazioni culturali, ai cittadini di creare comitati locali in difesa del territorio, ai politici di ascoltare la gente e di agire senza mai piu' paure o interessi personali. Ne va del nostro futuro.

Voglio avere stima di Chiodi che tutti dicono essere una brava persona. Non e' facile la sua posizione, spinto da un governo centrale che dichiara l'Abruzzo regione mineraria e da una popolazione che invece non ne vuole sentire, e giustamente, del petrolio. Dobbiamo fargli sentire la nostra voce, cosicche' il nostro governatore possa dire in ambiti nazionali: 'Cari petrolieri, tutta la regione e' contraria ed io non ho scelte. Non posso assecondarvi ne ad Ortona, ne altrove.'

Un po' come quando quelle 6,000 persone davanti al consiglio regionale dell'Aquila hanno portato all'approvazione della legge regionale del 4 Marzo. I politici, d'accordo o contrari che fossero all'ENI, e qualsiasi atto avessero fatto in precedenza, non hanno avuto scelte e hanno dovuto ascoltarci. Un po' come quando il sondaggio pre-elettorale dove quasi tre quarti della popolazione si e' espressa contro il petrolio, ha forzato l'arrivo di Berlusconi per scongiurare il centro petrolifero di Ortona.

Tutto quello che e' stato ottenuto finora e' frutto dell'opera dei cittadini, ed occorre continuare cosi, ad essere sempre piu' numerosi e volenterosi.


Una piccola nota: Qualche volta nelle varie conferenze informative e anche su questo blog, ho parlato della causa in corso fra il governo della California e quello federale sotto Bush, dovuta al fatto che i Californiani vogliono imporre limiti ambientali piu' severi, specie per le automobili, e che Bush non vuole. Altri 17 stati dell'unione si sono aggiunti alla causa (fra cui Florida, New York e Massachusetts) perche' vogliono fare propri i limiti proposti dalla California. Il Los Angeles Times di oggi dichiara che non appena insediato, Obama accogliera' le richieste di emissioni piu severe, mettendo fine al contenzioso e nonostante le proteste dei manifatturieri di automobili.

La lotta, portata avanti da politici coscienziosi, e' finita in favore del pianeta e della salute delle persone. Spero che un giorno possiamo anche noi abruzzesi possiamo avere un finale simile.

Thursday, January 15, 2009

Trasmissioni televisive


In questi giorni dopo il servizio andato in onda su 'Sabato e domenica' di RaiUno dedicato al petrolio in Abruzzo c'e' stato un nuovo servizio su 'Linea Verde' e sulla Val D'agri.

Nel programma 'Sabato e domenica' sono stati invitate l'ENI (che non si e' purtroppo presentata), e' stata voce a Fratino ed in studio c'erano un medico ligure ed un giornalista di Famiglia Cristiana, voci libere e sufficientemente distaccati dalla realta' abruzzese per dare giudizi bilanciati. Mi pare che anche loro si siano espressi contro il petrolio in Abruzzo.

In piu' Franco di Mare, il giornalista della trasmissione, e' noto per il suo impegno sociale e civile. Di contro, il servizio di 'Linea Verde', curato da Massimiliano Ossini, proveniente da Disney Channel e in cui non e' stata data voce alcuna agli abitanti del luogo o a medici e scienziati.

Potete trovare commenti e descrizioni sui siti amici di no-centro-oli per quanto riguarda il servizio di unomattina e poi soprattutto di apocalisse italia e di nuovo senso civico per il servizio di linea verde.

Vorrei invece parlare del mio intervento di ieri su Rete Otto per gli abruzzesi che l'avessero visto. Ero stanca, venivo da cinque ore di incontri con oltre 1500 studenti del liceo linguistico e pedagogico di Lanciano, e da svariati giorni di attivita' frenetica. Non mi era stato detto che si trattava di un dibattito, e pensavo che sarebbero state una serie di domande e risposte con il me ed il giornalista. Questo non perche' non voglia il dibattito, ma perche' se avessi saputo che ci sarebbero stati altri ospiti in sala avrei calibrato i miei tempi per essere presente in trasmissione piu' riposata e grintosa.

Ad ogni modo, sono rimasta abbastanza sconcertata dai battibecchi fra le due personalita' politiche presenti, Camillo d'Alessandro e Mauro Febbo.

Mentre il primo e' rimasto abbastanza focalizzato sul tema della trasmissione, di Mauro Febbo non mi e' molto piaciuto il cercare ogni volta di forzatamente inserire temi fuori luogo e inopportuni. Non eravamo li per parlare di centrali nucleari o di inceneritori. Avrei un sacco di cose da dire su questi temi, ma non mi sembrava corretto deviare su questioni che meriterebbero di essere approfonditi in altra sede. A me l'attegiamento di Febbo e' sembrato superficiale e scorretto.

Alla fine della tramissione in privato ho cercato di dirgli, gentilmente, che ci sono molti studi che mostrano la pericolosita' degli impianti che inceneriscono i rifiuti. Fra l'altro in inglese l'unica parola che io sappia esista per descrivere un impianto per la 'termovalorizzazione' e' incinerator. Parole come thermo-value non esistono. Negli stati americani piu' progressisti come la California, per quanto io ne sappia non esistono inceneritori. Anzi, come abbiamo detto qui piu volte, il reciclaggio e' fortemente incentivato e promosso anche in modo creativo. A San Francisco si differenzia il 70% dell'immondizia e si usano ben zero inceneritori.

Lui per tutta risposta mi ha detto 'io sono ben documentato, ho le mie fonti. Non cambiero' mai idea. In Italia i termovalorizzatori si faranno e in Abruzzo se ne faranno quattro.' Ha preso, ha girato, e se ne andato. Non e' stato molto educato.

In trasmissione mi e' stato chiesto cosa ne pensassi della politica italiana. Cosa avrei potuto dire? Che non ho mai visto ne sentito una tale arroganza dall'altra parte del pianeta di cui mi onoro di far parte? Che in un paese democratico vero
il Mario Negri sud sarebbe stato contattato nel 2001 e non nel 2007? O che in un paese democratico vero nel direttivo del Mario Negri sud ci sarebbero solo scienziati e non politici, fra cui, ad un certo punto anche Ottaviano del Turco
che c'ha solo la terza media? O ancora che negli Stati Uniti c'e' un maggior rispetto per la scienza, tanto che Obama ha deciso di mettere un premio Nobel come segreatrio del dipartimento dell'energia? Vorrei vedere chi avra' mai il coraggio qui di mettere Rubbia come ministro dell'energia.

Velatamente il futuro assessore all'agricoltura ha anche detto che io sarei un po troppo allarmista e che quella di Ortona (siamo ancora con questa storia!) non e' una raffineria, ma un centro oli. Non mi andava di perdere tempo di fronte a tali idiozie. Come per il sindaco di Collelongo, non sono sicura di quale sia la formazione scientifica di Febbo, ma da quanto leggo in rete il signor Febbo e' un ragioniere. Se fossi in lui rifletterei un po di piu sul fatto che, con tutta la modestia del mondo, sono quasi 14 anni che faccio ricerca ad alto livello e che se sono preoccupata non e' perche' io voglia essere una terrorista, quanto invece perche' la situazione e' davvero grave. L'Abruzzo petrolizzato e' una questione seria e non si risolve restringendosi sul problema, pur grande, di Ortona.

L'ultima cosa di cui Febbo puo' accusarmi e' di assumere posizioni comuniste o khomeiniste (non si e' capito cosa farfugliasse). Sono americana di passaporto e di cultura, ed il comunismo e l'islam estremo sono due cose assolutamente fuori dalla mia cultura e dalla mia formazione mentale.

Sono una semplice persona di scienza, obiettiva e disinteressata, che cerca di lavorare per il bene della mia comunita' di origine. Tutto qui.

Un ultimo appunto. Chi legge questo blog sa che il coinvoligmento della Chiesa cattolica e' stato il frutto paziente e persistente della sottoscritta. Per mesi ho scritto email e lettere al clero locale, dai vescovi ai preti delle comunita' parrochiali. Alcune di queste lettere sono apparse anche sul blog. Non amo pubblicizzarmi, ma sono stata io a creare un dialogo con i vescovi e che ha poi convinto Ghidelli e Valentinetti a Penne, Pescara, Chieti ed Ortona a prendere posizioni.

Tuesday, January 13, 2009

Mentalita' vecchie


Altri appuntamenti:

Pescara 14 gennaio ore 18pm, IRIS via Cesare Battisti
Lanciano 15 gennaio ore 10am, Liceo Pedagogico (ex Magistrali)
Chieti 15 gennaio ore 18pm, Mate Infoshop Via Silvio Spaventa
Ortona 16 gennaio ore 18pm, sala Eden

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Stamattina sono stata per una intervista con Radio Speranza, l'emittente radiofonica dell'area metropolitana di Pescara-Penne. Il programma era di avere me in studio e parallelamente, il sindaco di Collelongo, Angelo Salucci, che avrebbe dovuto parlare delle festivita' in onore di Sant'Antonio Abate.

Collelongo e' anche il paese di provienza dell'ex governatore d'Abruzzo Ottaviano del Turco, finito in carcere per un paio di mesi per presunte tangenti in ambito di sanita' e che si e' sempre dichiarato favorevole al centro petrolifero di Ortona. Ricordo che secondo Ottaviano del Turco il centro petrolifero di Ortona sarebbe stata una straordinaria opportunita' per l'Abruzzo, nonostante royalties bassissime, i soli 30 posti di lavoro targati ENI, e innumerevoli disastri alla salute e al territorio degli abruzzesi.

Il sindaco ha pero' subito esordito parlando della centrale fotovoltaica di Collelongo, con il giusto orgoglio di un sindaco di un piccolo paese che cerca di fare passi verso un futuro nuovo e non ancorato a vecchi schemi. O almeno questo era lo spirto che io gli avevo attribuito e che mi faceva anche piacere pensare. Quando pero' la giornalista gli ha chiesto del centro oli, e' iniziata una litania che io credevo ormai superata.

Si continuava a parlare del fatto che non si puo' avere tutto nella vita, o ci prendiamo lo 'sviluppo' con tutti i suoi guai, oppure rimaniamo poveri. Il turismo si sa che non puo' portare ricchezza al territorio, visto che al massimo si arriva al 6,7% del PIL. La scienza trovera' un modo per far coesistere petrolio e vino.

Prima di rispondergli, gentilmente ma per le rime, mi sono cadute le braccia per terra. Che piccolezza di visione. Che scarso dinamismo, che opportunita' perse per il futuro.

Ma chi l'ha detto che lo sviluppo e' solo petrolio, industria pesante o distruzione del territorio? Chi l'ha detto che il turismo deve essere *per forza* una parte microscopica della nostra economia? Quale persona competente e disinteresata dira' mai che petrolio e vino possono coesistere?

Io vorrei tanto che a comandare in questa regione ci fosse gente competente ed umile nelle cose che non sa. Perche' (e gliel'ho chiesto anche alla radio) per Collelongo il sindaco Salucci ha scelto il fotovoltaico e dobbiamo invece condannare altre parti della regione a morire soffocati dai fumi tossici del petrolio? O il fotovoltaico e' stata solo una scelta di immagine e non realmente abbracciata con coscienza e consapevolezza?

Possibile che in questi di tempi di turismo di qualita', di energie alternative, di ritorno alla terra, di premi di qua e di la per il Montepulciano d'Abruzzo, non siamo in grado di impostare questa regione verso uno sviluppo sostenibile, rispettoso e sano? E' cosi difficile, e cito una realta' a caso, copiare l'impostazione del Trentino Alto Adige? E' cosi difficile decidere *oggi* che fra 20 anni vogliamo essere il nuovo Trentino o la nuova Toscana e lavorare in questa direzione?

Obama ci ha fatto sognare tutti con progetti in grande per l'America e per il mondo. Lo so anche io che il futuro non si costruisce con i sogni, ma e' da li che si parte, ed e' dagli ideali che si cammina giorno dopo giorno verso la meta.

Occorre solo non avere paura, sapere dove si sta andando e perche', crederci e lavorare duro, giorno dopo giorno.

Monday, January 12, 2009

L'ENI ed il latte materno


''C'è inquinamento che si vede, come il fumo delle ciminiere, e c'è l'inquinamento che non si vede, che si insinua nelle viscere della terra, che impregna l'insalata, che si annida nella frutta, che penetra nell'organismo umano''

Queste sono le parole del sindaco di Gela, Rosario Crocetta, che coraggiosamente ha annunciato alla fine del 2008 che chiedera' all'ENI risarcimento per danni ambientali nella sua citta', e che invoca la presenza permanente di un osservatorio del consiglio nazionale delle ricerche. Gli ex lavoratori sono gia' riuiniti in un comitato spontaneo e si sono gia' costituiti parte civile.

L'impianto di Gela, detto Clorosoda, ha inquinato cosi fortemente la citta' con i suoi scarichi di mercurio che le donne hanno tassi elevatissimi di mercurio nel loro latte materno e le acque non sono potabili. Gli ex lavoratori ancora vivi sono quasi tutti ammalati di cancro. La loro vita media e' di 60 anni contro i 75 della media nazionale. Lo stabilimento ENI di Gela, e' stato chiuso circa 20 anni fa, ma continua ad inquinare perche' l'opera di smantellamento non e' stata portata a termine in un modo completo e giusto. Per esempio, le tubazioni interrate non sono state ancora rimosse, e giacciono carichi di inquinanti nel terreno. L'acqua a Gela non e' potabile da molti anni.

Gli ex dipendenti ENI hanno chiamato lo stabilimento Clorosoda 'la fabbrica della morte'. Secondo le analisi fatti, l'ENI e' responsabile dell'inquinamento del mare di Gela con mercurio, rame, zinco e arsenico, dell'inquinamento dell'aria con benzene, toluene, isobutano, bisolfuro di metile, trimetilbenzene, e della terra con nickel, cobalto e zinco.

Il sindaco di Ortona, Nicola Fratino ha detto ad UnoMattina che lui non ha alcuna ragione di credere che l'ENI metta a rischio la salute della gente. Forse dovrebbe farsi un viaggio nel sud inquinanto dall'ENI. Forse dovrebbe trascorrere le sue vacanze a Gela, e magari restarci.

Fonti: La nuova ecologia, E-gazzette

Thursday, January 8, 2009

Incontri di gennaio




Stasera 9 gennaio sono a Palombaro (CH) assieme agli amici del Nuovo Senso Civico, e poi il 10 gennaio a Teramo in mattinata alle 11 assieme al WWF e poi nel pomeriggio a Pineto per un grande incontro informativo contro la petrolizzazione dell'Abruzzo, organizzato e fortamente voluto dal sindaco della citta'. Grazie a lui per averci dato questa straordinaria opportunita' per sensibilizzare la popolazione.

Fra gli eventi ancora da mettere a punto ci sono il 14 gennaio a Chieti ed il 15 a Pescara (nel pomeriggio, ma l'orario e' ancora da stabilirsi). Il 16 gennaio ci sara' invece l'incontro ad Ortona alle 5:30 del pomeriggio, nella sala Eden (ma anche qui occorre ancora avere la conferma definitiva)

Intanto questi giorni continuo a sentire opinioni 'relativistiche' di sindaci che contemporanemante sono anche operatori portuali e che invece di studiare gli effetti inquinanti di piattaforme in mare e in terra fanno affari con i petrolieri, di politici titubanti che hanno paura di prendere posizioni forti e di essere coerenti, di bloggers che si nascondono dietro l'anonimato, o di persone che ancora pensano che il problema sia ristretto ad Ortona.

Non e' cosi: Pineto e' in prima linea, e ora si parla di costruire un nuovo centro oli nella piana di Navelli, di attaccare la Maiella, di scavare il bitume di LettoManoppello. Presidente Chiodi: nel caso lei non lo avessa ancora capito, qui occorre proteggere TUTTA la regione perche TUTTA la regione e' sotto attacco.

L'ho detto gia' tante volte, l'Abruzzo non ha nulla da guadagnarci nel suo trasformarsi in regione petrolifera. Dopo aver visitato la Basilicata, sono sempre piu convinta che questa sia una scelta piu' che folle, e continuo a pensare che chi voglia la petrolizzazazione della nostra regione sia o un ignorante oppure in malafede.

NON POSSONO ESISTERE RELATIVISMI: una volta che i petrolieri arrivano, quelli non se ne vanno piu'. E possiamo stare qui a discutere di tutti i dettagli che vogliamo, ma la verita' e' una sola, che dopo il petrolio la qualità di vita delle localita' interessate peggiora.

Ce l'abbiamo un esempio davanti: la Basilicata. Il 70% della loro regione e' dedita al petrolio. La provincia di Potenza e' ormai tutta trivellata e non gli hanno risparmiato nemmeno il parco nazionale che ospita 12 pozzi! Ora si passa a Matera, e dulcis in fundo, anche alla zona costiera del Mar Ionio. Nulla e' sacro, ne il parco, ne il mare, ne la gente. Nulla.

Odio quando mi viene detto 'ma tanto il mare e' già inquinato' oppure 'anche l'agricolura inquina' o ancora 'anche il fumo di sigaretta fa venire il cancro'. E allora? Con queste scuse vogliamo continuare ad ucciderci da soli? Il mare sara' anche inquinato ma cio' che occorre fare e' di INDIVIDUARE chi lo inquina, MULTARLI e poi PULIRE il mare come si deve. La soluzione non e' di continuare a riversarci sostanze tossiche dentro. Uno fuma? Quella e' la sua scelta personale di ammazzarsi da solo. Non deve venire l'ENI a decidere di ammazzarci tutti con i suoi scarichi tossici.

Vogliamo migliorare quello che abbiamo e non invece peggiorarlo.

Alla fine dei conti, io non ho nulla da guadagnarci in questa storia. Lo faccio solo per amore, perche' e' giusto cosi, perche' mi hanno insegnato che occorre usare cio' che si ha e si e' per il bene comune. Sono veramente convinta che il petrolio non ci portera nulla di buono, e non posso fare altro che dire a tutti le mie argomentazioni.

Questa mentalita' dell' 'io non ci posso fare niente' e del 'tiriamo a campare' veramente mi fa arrabbiare. Perche' e' una mentalita' perdente, perche' e' una mentalita' da sudditi e non di persone, perche' condannera' le generazioni future a sprofondare sempre piu' in basso. Quello che amo di piu' degli americani e' il loro porsi davanti ai problemi come individui in maniera propositiva e di cercare soluzioni invece di piangersi addosso con fatalismo e rassegnazione. Come individui prima ancora che come collettivita'.

La domanda giusta e': What can I do? How can I make a difference?

L'ENI non vincera' questa volta. Non ci riusciranno a petrolizzarci. Dobbiamo soltanto crederci. E spero che di pari passo impariamo ad essere cittadini veri, a comportarci da uomini e non da pecore in ogni azione delle nostre vite quotidiane.


Sunday, January 4, 2009

Viaggio a Viggiano


Lo vedi a vari chilometri di distanza. Nella notte, da lontano ti chiedi se sia un circo fuori stagione, un gigantesco tempio mormone nella landa desolata oppure un centro commerciale di perdizione. Poi ti avvicini. Di tutte le luci gialle al sodio una si distingue perche' non e' fissa, ma svetta ed ondeggia cattiva. Ti accorgi che le case sparse attorno a quel castello malefico, sono state abbandonate. Poi arrivi. La puzza si intensifica, le vampate di qua e di la rapidamente si trasformano in un sottofondo uniforme e puzzolente. le guardie escono timide ma rasseganate a chiederti cosa tu ci faccia li.

3 Gennaio 2009. Benvenuti al centro oli di Viggiano, tempio al dio denaro, centro di morte della democrazia, dell'agricoltura, della vita.

Ai piedi della fiamma svettante c'e' un cartello enorme con scritto "H2S safety". Ma nessuno sa quanto idrogeno solforato viene emesso nell'aria a Viggiano perche' l'ENI non lo misura. Caro Scaroni, ma a che serve un cartello con scritto H2S safety se poi questa sostanza non viene rilevata? A che serve il cartello H2S safety se poi gli abitanti neppure sanno che quella puzza di uova marcie che si sente a chilometri e chilometri di distanza si chiama idrogeno solforato? A che serve quel cartello H2S safety se poi la gente continua indisturbata a nutrirsi di cibi contaminati dagli idrocarburi e dai composti sulfurei?

Mi sono veramente sentita umile davanti agli abitanti della Val D'Agri. Ho provato rabbia nel dover essere una sorta di uccello di malaugurio 15 anni dopo che i disastri erano gia successi. Perche' nessuno ha spiegato loro quali sarebbero state le reali conseguenze del petrolio 15 anni fa? Perche' e' dovuta venire una tizia dall'altra parte del mondo a parlargli in modo comprensibile? Dove sono gli accademici, i politici, i giornalisti, i petrolieri locali?

Ho anche imparato delle cose sconvolgenti. Non esiste un registro tumori accurato, non esistono piani di evacuazione, i rifiuti dei pozzi petroliferi (tossici, cancerogeni e spesso anche radioattivi) vengono disseminati in maniera illegale per il territorio alla meno peggio. C'e una forte emigrazione che ha portato la popolzione lucana da 600,000 unita' a 530,000. Gli incidenti si susseguono a cadenza regolare, i carichi petroliferi persi durante il trasporto inquinano milioni e milioni di chilogrammi di terreno alla volta, e non vengono bonificati in maniera regolare. Gli si mette una tabella di H7 e H14, cancergoeni ed ecotossici, e tutto viene smaltito alla meno peggio, cosi anche le ditte assicuratrici ci risparmiano. Qualcuno ci ha detto che ci sono interi paesi dove la gente muore giovane e tutti di cancro, qualcun altro che a volte l'aria e' irrespirabile e che non si puo entrare in macchina nei giorni di afa a cause della forte concentrazione di H2S. Nel giro di nove mesi la centralina di rilevamento dei nitrati ha funzionato un solo giorno, e quel giorno ha superato i limiti legali. Poi hanno preferito spegnerla. Intanto quei gran signori dell'ENI gli sponsorizzano il torneo di calcetto.

In Basilicata hanno iniziato con poco, ed ora il 70% della regione e' coperto da permessi estrattivi. Vogliono trivellare anche la provincia di Matera, mettere le trivelle nello Jonio. Non sono contenti ne petrolieri ne politici, e giacche' ci sono vogliono costruire anche delle centrali nucleari nonche' la sede italiana di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, visto che ancora non si sa dove mettere quelli pre-Chernobyl. Le tangenti fioccano.

Vedere quell'impianto, pensarlo in Abruzzo, sentire le storie dei lucani mi ha fatto male al cuore. Avrei voluto trovare per loro un modo per tornare indietro nel tempo e per evitare questi scempi. Avrei voluto sapere tutto quello che so adesso 15 anni fa. Sarei voluta restare con loro per giorni e per dire a tutti che quello che vivono non e' giusto e che occorre che loro stessi si sveglino e che siano salvatori di se stessi.

Cari dirigenti ENI che so che leggete questo blog: anche se continuate a gettare fumo negli occhi alla gente verra' un giorno anche per voi, e li non ci saranno ne scusanti, ne politici a cui appigliarsi. Sarete chiamati tutti, dal primo all'ultimo, a rispondere di morte, distruzione e poverta' a cui avete condannato una intera regione.

Io non me ne vado.



Eventi mediatici


Il nuovo anno non poteva iniziare meglio per noi abruzzesi innamorati della nostra terra. Il lavoro da fare e' ancora lungo, c'e' ancora tanta informazione da fare, ci sono ancora tante coscienze da smuovere, abbiamo ancora bisogno di leggi durature e ferree nel tempo, soprattutto per la difesa del nostro mare che e' gia preda di interessi petroliferi.

Finalmente pero', la stampa nazionale inizia ad avere coscienza di noi.

L'ultimo numero di Vanity Fair, ha un articolo a pagina 100 dedicato al petrolio d'Italia e c'e' una sezione interamente dedicata all'Abruzzo. Grazie a Catia per avermi mandato le pagine della rivista. Stamattina e' andato in onda un servizio su Raiuno dove per 15 minuti tutto il marciume dei progetti ENI e dei politici piu' o meno conniventi sono venuti fuori. Che dire del nostro eroe, il signor Orsini che con semplicita' e purezza contadina ci ha mostrato gli ulivi che pianto' 50 anni fa su al Feudo assieme a sua moglie. Un grazie di cuore a lui, per l'esempio concreto di amore per la terra e per avere rifiutato gli oltre 200,000 euro sporchi di petrolio per salvare invece il suo uliveto e la nostra salute. E' stato bello sentire le voci delle mamme preoccupate per la salute dei loro figli, dei rappresentanti delle cantine, e, anche se indirettamente, della chiesa cattolica che caso piu' unico che raro si e' pronunciata a difesa della nostra terra.

Abbiamo fatto veramente tanta strada assieme e, come dico sempre, questo ci deve dare fiducia che possiamo vincere e che uniti non ci sara' ENI o Fratino che tenga.

Pagine di Vanity Fair: 6,7,8,9,10,11