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Monday, November 30, 2009

Con cautela




Mi sono svegliata al suono del telefono, dove dall'Italia mi si diceva che la giunta Chiodi ha approvato una sorta di prolungamento della moratoria su "quasi" tutto il territorio regionale.

Non mi sono ben chiari i dettagli e mi ci vorra' del tempo per capire, per avere una idea mia. Naturalmente e' una cosa bella se vista cosi', a scatola chiusa che ci ripaga di mesi e anni di attivismo e di lavoro collettivo.

Ma e' quel "quasi" che mi spaventa. Se salviamo un parco, un sito di interesse comunitario, ma poi mettiamo le trivelle a 100 metri, che differenza fa? In piu' il mare non viene contemplato, ed io voglio salvare anche le nostre acque dal petrolio.

Non abbassiamo la guardia nemmeno di un centimetro, ma anzi indaghiamo per filo e per segno cosa e' stato approvato. Continuiamo a promuovere incontri, a sensibilizzare, a scrivere lettere al ministero, a raccogliere le firme.

Occorrera' essere molto vigili, essere sicuri che non ci siano scappatoie e che tutto sia fatto per calmare la popolazione, mentre dietro le quinte petrolieri e politici tramano sul come meglio raggirarci. Purtroppo siamo arrivati a questo in Italia ed io personalmente ho davvero poca fiducia in questa giunta regionale. Ma e' bene che sappiano che siamo piu' intelligenti di qualsiasi furbizia.

Gia' a Gennaio Mauro Febbo aveva cercato di far passare la legge dell'aumento delle royalties come scusa per tranquillizzarci e per dire che questo gesto era un segno della volonta' politica di dire no all'Abruzzo petrolifero. Era una balla colossale, tant'e' che la legge e' stata poi ritirata.

Il fatto, che come sempre, questa nuova legge avvenga nell'ombra, con la regione che decide senza discussioni con i cittadini, con i sindaci, con le persone competenti, mi turba molto. Perche' non hanno chiesto il nostro parere? Che ne sanno davvero Gianni Chiodi, Mauro Febbo o Daniela Stati della questione petrolio se non che la gente e' compatta contro?

Ecco, mi sarebbe molto piaciuto che questa legge, qualsiasi cosa essa contenga, fosse stata fatta con e per la gente. Cosi' mi sa tanto di un gesto scaturito da una classe politica spaventata dalla gente, dalla pressione fatta dalla chiesa, dalla confcommercio, dalle cantine, dalla stampa nazionale ed internazionale, dalle nostre telecamere, dalle nostre domande. Mi sarebbe piaciuto sentire un po' d'amore per l'Abruzzo e per la sua gente.


Infine, ci tengo molto a precisare che sebbene Nuovo Senso Civico e Antonello Tiracchia continuino a mandare comunicati a destra e a manca sul loro ruolo di protagonisti in questa faccenda, la gran parte del lavoro e' stata fatta da persone che sono rimaste a lavorare pazientemente senza cercare i clamori della gloria, senza usare materiale altrui, senza chiedere denaro per i loro prodotti e le loro presentazioni, e soprattutto cercando di rendere tutti partecipi, invece che andare in TV a gettare fango sugli altri. Convincere tutte quelle associazioni di cui sopra non e' stato un gioco da niente, come non lo e' stato indagare pazientemente su tutte le cose che ho riporato in questo blog da due anni a questa parte. Sono convinta della buona fede della stragrande maggioranza degli aderenti a Nuovo Senso Civico, perche' tante cose non le sanno, ma i modi di fare del suo "presidente" e il suo "vicepresidente" mi lasciano spesso perplessa.

E' facile avere il tempo per glorificarsi quando le informazioni te le passano gli altri.

Io il tempo di scrivere i comunicati autoreferenziali non ce l'ho e mi ferisce questo tipo di comportamento, perche' non e' limpido, non e' pulito, non e' onesto verso di nessuno di noi.

Questo fine settimana sono stata per quasi tutto il tempo a scrivere le osservazioni sul nuovo pozzo in mare a Casalbordino, prima ancora per Elsa2, per il vescovo, per la Basilicata, per Genova, per la stampa britannica, per i ragazzi di Facebook e mille altre cose di cui non parlo sul blog. Come me altre persone si sono date da fare per studiarsi carte e documenti nel corso dei mesi. Queste cose non si vedono, ma portano via tempo ed energie.

E' dura cambiare l'Italia finche' c'e' gente cosi.

PS: Se qualcuno vuole scrivere lettere o osservazioni su questo nuovo pozzo a Vasto/Casalbordino mi puo' scrivere o su facebook o sulla mia posta personale. Ci vuole solo un po di tempo e buona volonta'. Il Ministero deve sapere che tutto l'Abruzzo e' contrario.

Thursday, November 26, 2009

Un messaggio dallo stato della California



*Lo scan del comunicato e' qui.*


Verso l'inizio degli anni ottanta, i Californiani iniziarono a preoccuparsi delle concetrazioni di sostanze tossiche nella nostra aria e nella nostra acqua.

Nel 1986 venne allora proposto un referendum che obbligava lo Stato a rendere pubblica una lista di sostanze nocive alla salute, in modo che i cittadini fossero informati. Sarebbe stata aggiornata ogni anno e sarebbe stato vietato all'industria scaricare quelle sostanze nell'atmosfera ed in acqua. La lista avrebbe incluso cancerogeni e sostanze collegate a malforamzioni o altri problemi riproduttivi. Infine tutte le attivita' industriali e commerciali sarebbero state obbligate a mettere su un cartello informativo sulle sostanze tossiche usate in loco.

Il Safe Drinking Water and Toxic Enforcement Act del 1987 fu il risultato di quel referendum, anche se tutti qui la conoscono come Proposition 65, o anche solo Prop 65.

Da allora la lista e' cresciuta e ci sono circa 775 sostanze tossiche registrate. Dai benzinai fino ai ristoranti dove si serve pesce con alto potenziale a bioaccumulo c'e' un cartello con scritto "Chemicals known to the state of California to cause cancer are found upon these premises". E cioe': "Sostanze chimiche che lo stato della California sa essere cancerogene sono contentute in questo posto".

Lo stato della California attribuisce a Prop 65 il declino dell'uso di varie sostanze tossiche. Alcune ditte infatti pur di non appendere il cartello con su scritto "qui potrebbe venirti il cancro" hanno preferito non usare piu roba tossica. Fra i successi attribuiti a Prop 65 ci sono il toluene (cancerogeno) che e' stato tolto dai solventi per pittura e per le unghia, il piombo tolto da alcuni prodotti di ceramica per alimenti. Le ditte produttrici di vino hanno smesso di usare carta stagnola per i tappi con alto contenuto di piombo. Molte industrie hanno abbassato notevolmente le emissioni di sostanze in questa lista per paura di ripercussioni economiche e d'immagine.

Varie class action hanno usato Prop. 65 nell'interesse pubblico e contro chi inquinava ed e' anche per questo che sono tutti molto attenti a pubblicare in vero.

Perche' ho messo su questo post? Perche' oggi scopro che sul Los Angeles Times c'e' uno spazio di circa meta' pagina in cui tutte le ditte petrolifere e di raffinazione dello stato della California sono state obbligate da Prop 65 a dichiarare quanto segue:

WARNING

CHEMICALS KNOWN TO THE STATE OF CALIFORNIA TO CAUSE CANCER, BIRTH DEFECTS OR OTHER REPRODUCTIVE HARM ARE CONTAINED IN CRUDE OIL, GASOLINE, DIESEL FUEL AND OTHER PETROLEUM PRODUCTS AND BYPRODUCTS.

Chemicals known to the State of California to cause cancer, birth defects or other reproductive harm are also contained in and around oil fields, service stations, refineries, chemical plants, transport and storage operations, including pipelines, marine terminals and tank trucks, and other facilities and equipment that manufacture, produce, handle, distribute, transport, store, sell or otherwise transfer crude oil, gasoline, diesel fuel or other petroleum products or byproducts.

The foregoing warning is provided pursuant to Proposition 65. This law requires the Governor of California to publish a list of chemicals "known to the state to cause cancer or reproductive toxicity". This list is compiled in accordance with a procedure established by the Proposition and can be obtained under the California Environmental Protection Agency. Proposition 65 requires that clear and reasonable warnings be given to persons exposed to the listed chemicals in certain situations.


Aera Energy LLC

British Petroleum America, Inc and its subsidiaries (and under the trademarks ARCO and Castrol)

Chevron Coroporation, its affiliates and subisdiaries

ConocoPhilips Company including all its divisions and subsidiaries (and under the trademark 76)

ExxonMobil Corporation its affiliates and subsidiaries

Shell Oil products US

Tesoro Refining and Marketing Company and its subsidiaries (and under the trademarks Miraastar and USA gasoline)

Valero Refining Company - California and its affiliated companies including Ultramar and Beacon

Venoco, Inc.



La scritta e' stata messa su dalle su citate ditte che operano in California che dunque sono loro stessi a dire che le esalazioni petrolifere fanno male. Ora, se le operazioni petrolifere fanno venire il cancro ai californiani, dove i limiti sono molto piu' stringenti che in Italia, pensate voi che agli Abruzzesi fa bene? O che fa bene ai Lucani? Ma certo che no, solo che e' molto meglio lasciare la gente nell'ignoranza, cosi' tutti possono fare un po' quello che gli pare.

Ma poi, Gianni Chiodi e Daniela Stati chissa pure se lo sanno l'inglese... Che scandalo essere governati da gente cosi nel 2010! Andiamo avanti cosi, a casaccio.


PS: Oggi qui e' il Thanksgiving e non sono a scuola fino a lunedi. Appena ci torno pero' scanno la pagina del giornale e la metto su. E' a pagina A16 del Los Angeles Times di Martedi' 24 Novembre 2009.


Fonti: Office of Environmental Health Hazard Assessment, Prop 65

Tuesday, November 24, 2009

Video



Ecco qui un po di video che mi sono stati segnalati negli scorsi giorni. Il primo e' Gianni Chiodi sulla turbogas di Teramo, il secondo e' il sindaco Nicola Fratino di Ortona, fiore di cultura, e l'ultimo e' l'intervista che mi ha fatto Ecubo di Raitre un anno e mezzo fa, a Luglio del 2008. Grazie a Marco e a Giosue' per le segnalazioni. Buona visione. Per commentare il video di Fratino, c'e' gia' una discussione aperta sul blog di no-centro-oli.








Sunday, November 22, 2009

ENI e politici: pozzi e bugie


Cosi' mentre Paolo Scaroni si riempie la bocca di parole inutili su climatizzatori e cravatte, l'avanzata dei petrolieri in Val d'Agri continua senza sosta aiutato da una ignorante classe politica. L'ENI se li e' rigirati ben bene i politici, che dall'alto della loro ignoranza dicono si a tutto e di piu.

L'assessore all'ambiente per la regione Basilicata, che in quanto a difesa dell'ambiente puo' quasi dare la mano alla nostra Daniela Stati, ha deciso che si possono mettere pozzi e oleodotti un po dappertutto. Si chiama Vincenzo Santochirico.

E' in programma l'installazione di un pozzo di petrolio a meno di 500 metri dall'ospedale "Villa d'Agri" e dal quartiere residenziale "Villa al Sole". Il pozzo si chiama Alli20R. Un pozzo di petrolio vicino all'ospedale nel 2010. Non ho parole.

Intanto il governatore lucano, Vito de Filippo, sta attivando un programma informativo sull'assenza di effetti negativi del petrolio per rassicurare le persone!! Della serie, copriamo con una patina luccicante tutto lo schifo che stiamo facendo alla nostra terra.

L'ignoranza!

A promuovere questa iniziativa ci sara' il sindaco Claudio Cantiani della citta' di Marsicovetere, e ci saranno addirittura dei medici del Mario Negri sud - abruzzesi. Sara' proprio interessante vedere cosa diranno in difesa del petrolio a due passi da un ospedale. Che vergogna prestarsi a questi giochi con la salute delle persone.

Intanto a Policoro, altro centro della Basilicata stanno portando avanti la costruzione di un altro pozzo dentro il centro abitato!

A Sasso di Castalda altri nuovi pozzi fra i campi.

A Grumento Nova addirituttura stanno costruendo un pozzo di reiniezione, dove mettere l'acqua di scarto a cento metri da un fiume. Non sanno infatti dove smaltire i rifiuti tossici, sia petrolifieri che chimici della lavorazione del petrolio, e cosi' pensano bene di scavare un pozzo nuovo e rigettarci tutto lo schifo dentro.

Alla gente non e' stato detto niente.

Nulla e' sacro. C'e' un parco in Basilicata che si chiama delle dolomiti lucane. Ci sono anche stata quest' estate - e' silenzioso e disabitato e pensai che almeno questo l'avrebbero risparmiato - un cuore verde incontaminato.

Niente da fare. La Total andra' a trivellare anche dentro il parco. Esiste pure il divieto assoluto di estrazione idrocarburi e il parco e' in teoria protetto. Ma cosa che vuoi che siano le leggi, quando invece sono gli stessi amministratori che in teoria dovrebbero garantire il loro rispetto, a trovare modi per sviarle?

Il presidente del parco, tale Rocco Rivelli tace, non sa, dorme. Anche il Commissario del Parco Domenico Totaro e' li che non si sa bene cosa faccia. Anzi si, invece di denunciare, di scandalizzarsi, di urlare al mondo quello che stano per profanare, il Totaro annuncia l'ennesimo progetto regionale "Salute ed Ambiente".

Dice che il progetto mira a rassicurare gli abitanti della Val d’Agri e a garantire loro la giusta attenzione e la giusta informazione circa il proprio stato di salute. Cioe'? Che vuol dire rassicurare? Ma se i tumori scoppiano in Basilicata, cosa c'e' da rassicurare? Anche l'ospedale a 500 metri da un pozzo e' rassicurante? E poi, aspettano 15 anni dopo l'inizio dei pozzi per "rassicurare" la gente? Ma chi vogliono prendere in giro?

SI SA' CHE CHI VIVE VICINO AD OPERE PETROLIFERE SI AMMALA DI PIU'. LO DICONO CENTINAIA DI STUDI SCIENTIFICI. COSA C'E' DA RASSICURARE?

Questi tizi vengono pagati dal contribuente italiano. Invece di proteggere l'Italia la distruggono!

Passiamo a Taranto. Altre balle propagandate dal signor Emilio Riva, padrone della mega fabbbrica di morte ILVA di Taranto. Un giornalista gli fa una domanda e lui scredita il dibattito sui tumori, dice che e' tutto falso che a Taranto la gente muore. Dice che sia la gente che i giornalisti se lo sono inventati quei morti per tumore. E gli rubano pure il microfono al povero giornalista assediato!

Grazie a lui. Di questi tempi e' diventato criminale pure fare domande e dire cose semplici come: a Taranto ci sono morti per tumore.

Ma dove siamo arrivati? Ma perche' questa gente ignorante lascia che l'Italia venga distutta cosi? Io mi vergogno per loro.




Fonti: Gazzetta della Val D'Agri

Wednesday, November 18, 2009

L'ipocrisia di Paolo Scaroni


Leggo dal Corriere che l'amministratore delegato dell'ENI, Paolo Scaroni, gia' condannato in primo grado per disastro ambientale , gia condannato per corruzioni e tangenti, ora va in audizione a Palazzo Madama a dire di abbassare il riscaldamento per salvare il pianeta.

E si' e' proprio cosi' che si combatte il riscaldamento globale! Abbassiamo il riscaldamento dal radiatore!

D'altro canto, l'ENI e' in prima linea per la difesa dell'ambiente, gia' nei loro uffici promuovono il venerdi' senza cravatta cosi, in estate non si deve usare troppa aria condizionata. Sul loro sito ti ricordano pure di non stampare troppi documenti per essere piu' verdi.

Dice che l'efficenza ed il risparmio energetico sono il loro cavallo di battaglia e poi aggiunge:

"Perché dobbiamo continua­re con comportamenti crimina­li da un punto di vista ambien­tale e immagi­narci i mulini a vento in posti dove non c’è vento?"

Interessante il modo di ragionare di Scaroni, soprattutto la parte sul comportamento criminale, visto che l'ENI fa la collezione di procedimenti criminali per danni contro l'ambiente in tutto il mondo.

Peccato allora che mentre Paolo Scaroni parla di cravatte, l'ENI si appresta a DISTRUGGERE UNA INTERA FORESTA TROPICALE DI CIRCA 1,400 CHILOMETRI QUADRATI in Congo, ricca di biodiversita' e che funge da polmone assorbi CO2. Distruggono questa foresta per sfruttare le sabbie bituminche del Congo, il peggio del peggio, in quanto ad idrocarburi. Lo fa, fra l'altro mentendo ai suoi investitori e dicendo che li non c'e' niente di importante, solo savana erbosa, mentre invece nei rapporti interni dicono che c'e' foresta tropicale vergine.

Peccato che mentre Paolo Scaroni si pavoneggia a Palazzo Madama della sua presunta ecologicita', gli abitanti della Nigeria soffocano a causa delle esalazioni di gas tossici - e caldissimi - dal gas flaring che l'ENI promuove da quelle parti. Il gas di scarto che viene tirato fuori insieme al petrolio, compreso l'H2S, viene bruciato e mandato direttamente in aria con buona pace degli abitanti che si ammalano di problemi alla pelle, ai polmoni, agli occhi. Le nubi e le emissioni tossiche si possono vedere anche dallo spazio mentre la gente continua a morire di fame, e mentre gli altri scarti tossici di oleodotti e pozzi vanno ad inquinanare corsi d'acqua, pesca, campi.

Peccato che mentre Paolo Scaroni disquisice sull'ottimizzazione della temperatura, la gente di Viggiano ha dovuto abbandondare le proprie case per la troppa puzza di idrogeno solforato che gli arrivava fin dentro le mura, per colpa dell'ENI. Peccato per le falde idriche inquinate, i terreni tossici dovuti agli sversamenti di petrolio ENI, la gente che si ammala di cancro, l'agricoltura di mele, uva e insalata marcia. Peccato per quella fiaccola perenne sputa idrogeno solforato che a volte arriva fino a 30 metri emanando calore in tutto il circondiario.

I lucani e i nigeriani non possono mica abbassare la manovella della temperatura, come Scaroni nel suo ufficio di Roma.

Peccato ancora che mentre Paolo Scaroni se ne sta comodamente seduto nei palazzi romani, gli ex lavoratori dell'ENI, in tutte le parti d'Italia, da Praia a Mare fino a Porto Marghera muoiono avvelenati dall'ENI senza che l'ENI si preoccupi di dare loro indennizzi, cure, soldi. Senza nemmeno che l'ENi dica: si, e' stata colpa nostra, eccovi qui soldi, tanti soldi, per almeno cercare di chiedervi scusa. No, invece portano tutto in tribunale, logorano le persone, trovano le scuse piu' becere per sottrarsi alle proprie reponsabilita'. A Manfredonia era colpa delle aragoste, in Basilicata e' colpa dei pastori, se l'ENI ha distrutto vite, terreni, gioia.

Meta' dei siti inquinati di interesse nazionale, quelli piu' gravi, sono stati inquinati dall'ENI. Non mi risulta che l'ENI si sia accollata spese di bonifica per nessuno di quei siti o che abbia chiesto scusa a chicchessia. A Crotone ci sono le scuole radioattive per colpa dell'ENI.

Ovviamente a Scaroni fa comodo promuovere questo risparmio energetico, che e' giusto, e che tutti dobbiamo fare. Ma il capo di una societa' di idrocarburi non puo' venirsene fuori con cravatte e manopole soltanto. Il capo di una societa' petrolfiera ha una responsabilita' molto maggiore. Il capo di una societa' petrolifera DEVE prendere provvedimenti drastici a livello corporativo. Deve dire: noi non lo distruggiamo il Congo e le sabbie bituminiche le lasciamo la dove stanno. Noi invece di continuare a cercare petrolio fra le colline del Montepulciano vi lasciamo in santa pace e restituiamo le terre ai contadini, invece di farci altri soldi vendendo le concessioni ad altri, per mollare la patata bollente visto che e' troppo difficile trivellare in Italia.

Caro Scaroni, lei ha mai sentito parlare della storiella del Vangelo sulla trave e sulla pagliuzza? Beh, se la rilegga bene prima di fare il paladino finto dell'ambiente.
Nei palazzi romani forse le riuscira' bene, ma lei lo sa meglio di me che c'e' solo da vergognarsi.

Tuesday, November 17, 2009

L'ENI e i modelli matematici

Volevo parlare del problema della subsidenza da quando sono andata a visitare Chioggia.

Li vogliono estrarre gas e petrolio a cinque chilometri dalla riva, con la scusa che i "calcoli matematici" hanno detto che queste estrazioni non porteranno a nessun problema, ne a Chioggia, ne a Venezia e questo anche se Ravenna e' gia' sprofondata di un metro e mezzo ed il Polesine di tre negli scorsi cinquanta anni.

La subsidenza e' un fenomeno semplice. Petrolio e gas sono intrappolati in roccia porosa nel sottosuolo, se lo estrai ci sono fenomeni di compressione della superficie terrestre per colpa della perdita di pressione. E poi - voila', il territorio sprofonda. Se questo accade vicino alle faglie sismiche, questi squilibri possono anche innescare micro-terremoti, e se vicino al mare perdite di lagune e paludi che fungono da barriera contro l'acqua alta e anche inondazioni.

Abbiamo gia' parlato del fatto che in Louisiana l'industria petrolifera e di gas e' stata responsabile dell'affondamento della zona attorno a New Orleans, e che se la laguna della Lousiana fosse rimasta intatta i danni di Katrina sarebbero stati minori. Ci sono tuttora delle class action in corso in quella zona, ma i danni, e i morti, sono gia' accaduti e la gente ha gia' pagato per l'ingordigia dei petrolieri.

E in Italia? La cosa piu' triste per me quando ho visitato Chioggia e' che l'ENI e compari andavano propagandando alla popolazione che i loro "modelli matematici" avrebbero garantito che nulla del genere sarebbe successo a Chioggia. Io sentire quelle cose rabbrividisco perche' i modelli matematici li faccio sdi mestiere e so che non sono ne vangelo ne oro colato. Come si fa a fare un modello *perfetto* di un sistema cosi complesso? Non e' possible essere precisi al 100%, ci sono sempre imprecisioni nelle stime dei parametri che usi, nell'inclusione di fenomeni che non ti aseptti ma che potrebbero alterare completamente le tue stime.

I modelli matematici servono come aiuto, guida, come strumento. Non ci si affida a loro ciecamente quando in ballo c'e' la salvezza di Venezia. Alla fine dei conti, anche se qualche volta sono stati utili, ci sono sempre dei casi in cui sono falliti. L'influenza aviaria? Year 2K? Sono tutte cose che non si sono mai avverate. Allo stesso modo, nessuno ha potuto prevedere la velocita' e la portata del crollo di Wall Street. Ansi, si dice pure che la colpa di Wall Street e' stata proprio dei modelli matematici che hanno infuso troppo ottimismo nei soldi facili.

E quindi, il risultato e': i modelli matematici possono essere utili, possono dare delle stime, ma devono essere eseguiti da persone indipendenti e non dai petrolieri e sopratutto non sono il vangelo.

Sbagliano anche i matematici.




Saturday, November 14, 2009

E Chiodi? E la Stati? Ancora muti?


L'Abruzzo mi pare che nemmeno ce l'abbia un assessore all' Ecologia.

Che vuoi che gli interessi a Daniela Stati e alla regione verde d'Europa di proteggere questo nome? E anche se New York Times, il Times di Londra, Guardian, The Independent, e altri giornali dalla Nuova Zelanda al Canada parlano dell'Abruzzo, cosa vuoi che gli interessi alla cricca poco colta che ci governa di darsi da fare per proteggere l'unica ricchezza che abbiamo?
 
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Ieri c'e' stata una scorpacciata mediatica sul caso petrolio in Abruzzo, con il Corriere della Sera e la Repubblica a parlare di noi e di quanto eccezionale fosse il fatto che *tutta* la comunita' civile si sia unita per difendere la nostra regione.

Vorrei qui aggiungere alla lista degli attivisti due persone di nazionalita' britannica a cui sono molto grata. Vivono a Roseto da cinque anni e curano il sito LifeinAbruzzo.com. Si chiamano Samantha Durham e Rody Newlands, hanno scritto una lettera al ministero dell'ambiente contro Elsa2, hanno raccontato la storia petrolifera ai loro concittadini qui, e messa la storia del petrolio in Abruzzo in Inglese sotto Twitter. Per seguire si puo' andare qui.

Grazie a Sam e Rody!

Le uniche persone rimaste timide timide sono la solita Daniela Stati - assessore all'ambiente per non si sa quale merito specifico - e Gianni Chiodi.

Oltre al Corriere, anche il Venerdi' di Repubblica ha parlato di noi. Dal blog di Lorenzo si possono scaricare i documenti cartacei della Repubblica, e leggere un interessante commentario su quella che nella mia opinione e' l'assessore all'ambiente piu' inutile d'Italia: Danile Stati.

Piu' in basso il comunicato Emergenza Ambiente Abruzzo ha mandato alla stampa e dove si chiede alla Stati e a Chiodi di svegliarsi e di darsi da fare sul serio.

Vogliamo una moratoria regionale di 30 anni contro le trivelle in terra e in mare.

Tutto il resto sono balle e codardia politica.

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Mancano 46 giorni alla scadenza della moratoria sul Centro Oli di Ortona
Dalla Regione ancora nessun atto concreto

Sentire l'Assessore Regionale all'Ambiente Daniela Stati parlare del petrolio in Abruzzo e' senz'altro un avvenimento eccezionale per tutti coloro che, comitati, associazioni, semplici
cittadini, dall'atto del suo insediamento, non hanno fatto altro che chiederle di dire qualcosa sull'argomento che preoccupa la popolazione abruzzese, ma che sembra esulare dalle sue competenze e perfino dai suoi pensieri.

I riflettori della stampa nazionale sono puntati sul progetto di petrolizzare meta' della
regione Abruzzo. Ieri, sia il Corriere della Sera che La Repubblica hanno dedicato ampio spazio al tema, trasformando quella che sembrava una questione ortonese/abruzzese in un caso nazionale.

Il Corriere titola: "Battaglia biparistan contro le trivelle" e spiega al resto d'Italia che la
popolazione e' stata straordinariamente compatta ed attiva nel denunciare, nell'esigere
risposte, e nello spronare il Ministero dell'Ambiente a bocciare progetti
petroliferi presenti e futuri.

Di fronte a questa enorme partecipazione popolare, Emergenza Ambiente Abruzzo, rete di sessanta associazioni civili, ambientali e culturali, rinnova la propria richiesta a Gianni Chiodi
ed a Daniela Stati di pronunciarsi in maniera chiara riguardo le iniziative concrete
che la Giunta regionale vorra' intraprendere, quando mancano solo 46 giorni alla scadenza della moratoria regionale, fissata per il 31 dicembre 2009.

Emergenza Ambiente Abruzzo ricorda di aver richiesto al Presidente Chiodi un incontro da
mesi senza mai essere ricevuta. E' scandaloso che un Presidente eletto dai cittadini e pagato dai cittadini non trovi il tempo di confrontarsi con loro!

Daniela Stati riferisce al Corriere della Sera - ma non ai cittadini che invano la interrogano da dieci mesi - che: "Stiamo mettendo in piedi una serie di iniziative per portare avanti quello che il presidente Chiodi ha promesso in campagna elettorale".

Ed aggiunge: "Ad oggi io le posso parlare di una volonta' politica. E non mi sembra poco".

E' invece molto poco! Emergenza Ambiente Abruzzo ritiene che sia antidemocratico non rendere partecipe la popolazione di queste iniziative e considera del tutto insufficiente una non meglio
specificata volonta' politica, peraltro disgiunta dai fatti.

Emergenza Ambiente Abruzzo rinnova la richiesta di incontro e chiede che venga
immediatamente approvata una moratoria di trenta anni sulle operazioni di
trivellamento e di estrazione di idrocarburi sul suolo regionale che, come ricorda
l'assessore, dovrebbe essere la terra dei parchi.

Ricordiamo la legge Marzano, la 239 del 2004, stabilisce all'articolo 1 che lo Stato e le Regioni
garantiscono adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture
energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole regioni, nonche' la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, e del paesaggio, in conformita' alla normativa nazionale, comunitaria e agli accordi internazionali.


EMERGENZA AMBIENTE ABRUZZO

Maria Rita D'Orsogna - CSUN Los Angeles
Dante Caserta - Consigliere Nazionale WWF
Angelo Di Matteo - Presidente Legambiente Abruzzo
Claudio Censoni - Comitato Abruzzese per la Difesa dei Beni Comuni

Friday, November 13, 2009

Sul Corriere della Sera - di nuovo!


Stavo per andare a dormire, quando ho ricevuto la telefonata di una mia amica dove mi si diceva che il Corriere della Sera ha pubblicato un nuovo articolo sulla questione petrolio in Abruzzo.

L'articolo non dice il nome della ditta principale che vuole distruggere l'Abruzzo. Si tratta dell'

ENTE NAZIONALE IDROCARBURI - ENI


Sono contenta, perche' finalmente dopo che per due anni ho portato avanti questa battaglia, con l'aiuto di tante persone di buona volonta', siamo arrivati alla stampa nazionale. Dopo quattro giorni chiusa in casa a scrivere le osservazioni per Elsa2 per la provincia che non sapeva neppure da dove iniziare, o sull'idrogeno solforato, o a indagare sui mille motivi del perche' no al petrolio, dopo due anni di ferie "sacrificate", dopo due anni di confronti con ENI, con i politici da quattro soldi, siamo un po' piu' vicini alla meta.

Ovviamente e' tutto ancora da decidere e la partita e' ancora aperta ed urgente. Pero' per una volta, adesso che e' l'una di notte qui in California, fatemi dire di essere davvero orgogliosa di quanto ho fatto, da oltre oceano, senza conoscere quasi nessuno e molto spesso andando contro la comune mentalita' del "non ci puoi' fare niente".

Quando questa storia e' iniziata, due anni fa, non c'era quasi nessuno a lottare e ho praticamente messo su tutto questo senza demordere mai e con pazienza quotidiana.

Vorrei anche dire che tutto quello che ho fatto e' perche' da un lato ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia semplice ma corretta, che mi ha insegnato il valore dell'impegno e della moralita'. Dall'altro ho avuto la fortuna di nascere e di crescere negli Stati Uniti d'America, dove la democrazia e' vera e dove te lo dicono da quando nasci che "you can do anything you want if you put your mind to it."

Ho anche letto le dichiarazioni di Daniela Stati, che poveretta non sa che pesci prendere. Le avrano scritto decine e decine di abruzzesi, e finalmente al Corriere non puo' tacere, qualcosa deve inventarsi. E cosa dice? Ma certo, smentisce. Dice che si tratta di un falso problema perche' siamo la regione verde d'Europa.

Ohibo'. Ma che significa? Mica il marchio regione verde d'Europa e' qualcosa che uno ha di diritto? Quel logo occorre MERTITARSELO, occorre DIFENDERLO cara Daniela Stati, ogni santo giorno.

Stiamo portando avanti una serie di inziative dice la Stati. E quali sarebbero? E dove sono? E perche' la gente non ne deve essere partecipe? Mi sono fatta il giro d'Abruzzo a spiegare a TUTTI che significa avere idrocarburi pesanti sul territorio, ed ora mi devo sentire la Stati che parla di inziative segrete?

Questa tizia e' ANTIDEMOCRATICA. Se c'e' una cosa che contraddistingue questa battaglia e' che e' della gente, per la gente. L'ho voluta cosi' dal primo giorno, e tutte le volte che la politica mi ha proposto cose segrete me ne sono ben guardata. Dal primo giorno ho cercato di rendere tutti partecipi, perche' e' solo cosi' che secondo me puo' funzionare una vera democrazia quando si tratta della nostra salute.

PEr chi arriva per la prima volta a questo blog: Daniela Stati e' stata interpellata dai cittadini per circa 10 mesi. Le abbiamo scritto email a tonnellate. Non ha detto nemmeno una parola, una che sia una del tema petrolio in Abruzzo. Ora a un mese e mezzo dalla fine della moratoria parla di una non meglio specificata "volonta' politica".

Io voglio i fatti. Voglio una moratoria nero su bianco. Tutto il resto sono frottole che Daniela Stati puo' raccontare al Corriere della Sera di Milano, ma non certo ai cittadini d'Abruzzo.

Thursday, November 12, 2009

La politica dell'inciucio


Questo testo l'ho preso dal sito di Apocalisse Italia. Penso che sia un capolavoro di lucidita' e di sintesi e vorrei condividerlo con voi. Anche se qui parlo principalmente di petrolio, la filosofia e i metodi usati dall'ENI e dai politici corrotti e' la stessa per tutti gli altri problemi d'Abruzzo e d'Italia. In una parola: ci sta da mangiare.

Il testo originale dell'articolo e' qui.

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La politica dell'inciucio sembra non morire mai, ne in Abruzzo ne in Italia piu' in generale.

Continuo a leggere le notizie locali su giornali online e offline ma la conclusione e' sempre la stessa. Si governa per fare gli interessi di pochi e si ignorano completamente i molti. No, non sono comunista, non sono di sinistra e mai lo saro', ma l'evidenza dei fatti e' sotto gli occhi di tutti.

Energia, spazzatura, sanita' e terremoto sono i temi che piu' occupano i nostri politici. Perche' ? Ci dicono sempre che sono delle emergenze. Ma sara' vero ? Io non ci credo piu'. Io dico che sono le grande bufale che ci vendono tramite giornali e telegiornali. Se uno vuole prendere delle decisioni impopolari cosa fa ? Semplice, ormai si spaccia tutto per una emergenza, e allora si puo' fare tutto.

Ho degli amici degli amici che vogliono fare un inceneritore perché incenerire vuol dire guadagnare un sacco di soldi. La monnezza abbonda e ci sara' sempre, un business sicuro. Gli inceneritori sono un modello di business a rischio zero visto che lo stato ti da pure i CIP6: contributi pubblici che dovevano essere destinati alle energie rinnovabili e che poi sono stati estesi a "rinnovabili e assimilabili". E grazie all'assimilabile ci entra di tutto, inceneritori, turbogas e energia di scarto delle raffinerie. I Moratti e l'Eni prendono soldi CIP6.

E i CIP6 sono sovvenzionati dai cittadini con una speciale tassa sulle loro bollette energetiche del 6-7% del loro totale. Togliere ai cittadini per dare alle varie bande legalmente organizzate, come se in Italia non pagassimo gia' troppo le bollette energetiche. Lo stato al servizio di pochi.

E allora, visto che il business e' perfetto l'unico problema e' farle costruire queste macchine spargi cancro. Come si fa? Se una regione ricicla il 50% dei rifiuti lo puoi giustificare economicamente un inceneritore ? Certo che no. Allora la raccolta differenziata e' meglio che non c'e' e che non si faccia. Educare il cittadino al riciclaggio ? No, meglio di no. E' controproducente. Pianificare per tempo le discariche ? Ancora, meglio di no, senno come fai a creare l'emergenza ? Nel vastese in questi giorni c'e' l'emergenza discariche, che tradotto vuol dire che siamo all'emergenza che precede l'inceneritore con l'inciucio politico-imprenditoriale collegato.

A Campobasso, l'eroe abruzzese Marrollo chiude la divisione prefabbricati di Mafalda. Usano la scusa della crisi (altra grande opportunita' per fare soldi) per chiudere una fabbrica e ancora una volta, hanno la scusa perfetta. Come fai a contestare che c'e' la crisi ? Eppure i dipendenti dicono che solo ora hanno scoperto che il piano per fare un impianto a biomassa era stato avviato 2 anni fa, quando scoppiavano di lavoro. Mistero Marrollo, presidente della Confindustria Abruzzo, altro cortocircuito politica-potere-controllo-controllato. E la gente va a casa disoccupata.

Altra emergenza: quei disgraziati di dipenti di Villa Pini. Gente che lavora e non viene pagata da mesi. Ma si puo' concepire cosi' uno stato moderno ? A quanto pare si. Quanto tempo devono aspettare quei poveracci per essere pagati ? Perche' non sospendiamo al consiglio regionale lo stipendio fino a quando lo avranno i dipendenti di Villa Pini. Vediamo se poi l'emergenza dura piu' di una settimana.

Febbo, assesore regionale all'agricoltura dovrebbe occuparsi di difendere i contadini e il VALORE del loro lavoro. Invece si occupa di tutt'altro. Oggi lo ritroviamo a parlare di energia e di una centrale idroelettrica all'interno del Parco Regionale Sirente Velino. Appena eletto invece si occupo' delle royalties del petrolio con una proposta di legge che voleva mettere d'accordo tutti.

La teoria e' che siccome i comuni limitrofi non ci guadagnano niente dalle royalties era meglio spartire la torta anche con loro. Complimenti. E intanto i contadini che lui dovrebbe difendere non sono rappresentati da nessuno e vengono pagati una miseria per i loro prodotti. Si spaccano la schiena e fanno il lavoro piu' duro di tutti e subiscono il prezzo imposto dai grandi distributori.

Febbo intanto si occupa di petrolio. E allora e' di oggi la notizia che un centinaio di trattori di allevatori sono pronti a marciare su Roma perche' dicono che non sono difesi da nessuno. Come dargli torto ? Spero che scarichino tanta merda davanti ai palazzi delle istituzione, ma conoscendo certi soggetti che ci sono dentro, sono sicuro che troveranno il modo di fare soldi anche con quella!

Altro servizio vitale, altro mega-business. L'acqua e' l'affare del futuro e allora ecco servita la privatizzazione dell'acqua. E sia a livello nazionale che locale, con il grande statista Chiodi in prima fila che si avvia alla centralizzazione dell'acqua in Abruzzo. Dicono che e' per risparmiare poltrone, ma il problema del numero di poltrone e' marginale. Il problema e' che le poltrone vengono gestite dalla politica per fare il sistema di potere e per creare tutti gli inciuci sulla spartizione del "potere ad poltrona". Se su quelle poltrone ci avessero messo delle persone preparate, e non i soliti trombati elettorali e raccomandati, forse oggi avremmo un sistema idrico efficiente e non ci sarebbe bisogno di riformare un bel niente. Ancora una volta si crea una emergenza, quella dello spreco, per giustificare il fallimento della politica e dei suoi metodi d'inciucio.

Dalla sanita' all'acqua lo slogan e' sempre lo stesso: unico ente centralizzato per gestire torte sempre piu' grandi con la scusa del risparmio. Ancora una volta si cerca di mettere una pezza a decenni di mala politica che ha interferito alla grande sul sistema sanitario, che lo ha comandato dettando assunzioni di medici, primari e amministratori. E ora la colpa di chi sarebbe della "cattiva organizzazione" ? Dei troppi manager ? Benvenuti allo scarica barile.

E i pozzi di petrolio ? Le raffinerie come facciamo a farli ? Ancora con l'arma del ricatto dell'emergenza lavoro. Non c'e' lavoro e arriva l'Eni o la Petrceltic o la ECOPETROLI. Stendete il tappeto rosso ci portano una manciata di posti di lavoro. A Ortona una classe dirigente ignorante, corrotta e al servizio solo del proprio portafoglio ha spalancato le porte ai petrolieri pur di far arrivare le navi in porto. Gli interessi di pochi su quelli di tutti, tanto per cambiare.

Il terremoto ? E' una grande emergenza ma fare prevenzione non porta voti. Meglio aspettare che cada tutto cosi' puoi andare in tv a tagliare nastri e consegnare case agli sfollati di gionro, mentre di notte vai a puttane sperando che non ti beccano. E intanto dopo un terremoto cosa fai, ti metti a fare le gare d'appalto ? No, tutto con trattativa diretta nell'apoteosi della politica dell'inciucio.

Energia, acqua, spazzatura: questi i temi che saranno sempre piu' centrali perche' e' li che adesso e in questi anni ci sara' da spartirsi un sacco di soldi. Ovviamente al cittadino generico medio faranno credere che ci sono delle emergenze per poter giustificare inceneritori, privatizzazioni e pozzi di petrolio.

Avanti Italia.

Tuesday, November 10, 2009

L'ENI svergognata in Congo


Ovviamente nessun articolo di stampa italiano ha riportato le critiche che il resto del mondo rivolge all'ENI in questi giorni, svelandone le solite bugie ed i soliti inganni.

Cosa possiamo aspettarci dal sistema di informazione italiano in cui l'Agenzia Giornalistica Italia e' di proprieta' al 100% dell'ENI e in cui Ferruccio De Bortoli, il direttore del piu' grande giornale italiano fa parte della fondazione Enrico Mattei?

Non resta che leggere comunicati e notizie dall'estero.

Si apprende cosi' che il nostro cane a sei zampe vuole andare a tirare fuori "petrolio" in Congo, a Brazzaville, capitale del Congo Brazzaville, ricca di foreste tropicali e di fiumi.

Dico petrolio fra virgolette perche' in realta' l'ENI vuole sfruttare le sabbie bituminiche del Congo, il peggio del peggio in quanto ad impurita' , inquinamento e necessita' di infastrutture ad alto impatto ambientale per la lavorazione.

L'unico paese al mondo che estrae sabbie bituniche e' il Canada, nella provincia dell'Alberta, dove 15 anni di "tar sands" hanno creato disastri ambientali su larga scala, fiumi inquinati, forste decimate, veri e propri laghi di liquami tossici, malattie e tumori rari alla popolazione.

Il Canada per colpa del suo "petrolio" non e' riuscito a soddisfare i parametri di Kyoto e addirittura contempla di costruire centrali nucleari con il solo scopo di usarne l'energia per raffinare ed estrarre petrolio da queste sabbie a bassissimo rendimento.

Ne parlai qualche tempo fa in questo post. Le sabbie bituminiche sono ancora piu' sporche del petrolio Abruzzese - una vera schifezza che ha portato con se anche enormi cambiamenti dannosi agli equilibri sociali.

Gli attivisti congolesi, tedeschi e britannici hanno denunciato tutto cio' dicendo che la tecnologia che l'ENI usera' sara' ad alto impatto ambientale, e deviante rispetto al bisogno di contrastare i cambiamenti climatici.

Intanto la furba ENI in tutti i suoi comunicati ufficiali continuava a dire che avrebbe trivellato e costruito infrastrutture, pozzi, oleodotti e quant'altro in inutili zone di savana erbosa. Non avrebbero danneggiato le foreste tropicali con interventi petroliferi a larga scala.

Il Congo e' coperto per il 60% da foreste tropicali. L'ENI, allora sarebbe stata una santa ed avrebbe evitato di trivellarle.

Ma se questi sono andati a trivellare pure dentro i parchi nazionali Italiani, in Basilicata, vi pare che useranno i guanti bianchi in un paese remoto come il Congo????

Il Wall Street Journal allora - mica il Corriere - fa delle indagini, analizza i documenti interni ENI raccolti dalle associazioni ambientaliste e scopre le bugie dell'ENI. Infatti, nella riservatezza delle proprie carte interne si dice candidamente che in realta' la zona petrolifera del Congo e' costituita "principalmente da foresta e da altre zone altamente bio-sensibili e delicate". Mentono sapendo di mentire.

Queste foreste tropicali indisturbate dall'uomo fungono da perfetto assorbitore di emissioni di anidride carbonica e distruggerle significa scavare ancora un pochino il baratro ambientale del global warming verso il quale l'umanita' si sta dirigendo.

Al resto del mondo l'ENI dice di stare facendo indagini sismiche, esplorazioni preventive, studi sociali e ambientali. Dicono che non si distruggera' la foresta, i campi, e che le persone non saranno mandate via.

Fra di loro invece si dice che FINO AL SETTANTA PER CENTO dei loro progetti riguarda ecosistemi fragili e foreste delicate di alto valore ecologico.

Gia' adesso l'ENI rilascia fumi tossici in Congo, dove alcune operazioni di estrazione del gas gia' esistono. Come in Nigeria, tutte le impurita' vengono bruciate allegramente senza filtri, senza ostacoli e secondo la pratica del gas flaring.

In estate sono stata ad Iglesias ed ho conosciuto i principali attivisti in questione, inglesi, nigeriani, congolesi con i quali ho parlato lungamente di tutte le nefandezze che l'ENI fa in giro per l'Italia. Questo incontro era alla riunione parallela al G8 dedicato ai temi dell'estrazione di petrolio. Si e' parlato anche di Abruzzo.

La cosa che mi fece piu' tristezza riguardo gli attivisti del Congo li presenti, e' che, increduli, mi dicevano che avevano cercato di contattare i responsabili della stampa italiana in Congo per denunciare la follia di trivellare zone sensibili e perche' speravano che l'opinione pubblica italiana si sarebbe scandalizzata.

Alla fine, il 30% dell'ENI e' roba nostra. E questo vuole dire che se i progetti dell'ENI in Congo andranno avanti, NOI ITALIANI saremo in parte responsabili della distruzione della foresta tropicale congolese.

Il povero attivista trovo' un solo giornalista italiano prsente in tutto il Congo.
E chi era?

Era uno dell'Agenzia Giornalistica Italia! Uno stipendiato al 100% dall'ENI che mai e poi mai avrebbe raccontato questa storia.

Menomale che ci ha pensato il Wall Street Journal. Menomale che c'e' internet.

Andiamo avanti, caro Scaroni a distruggere il pianeta.

Fonti: The Wall Street Journal , Upstream, World Oil,

Friday, November 6, 2009

Lucio Petrocco e la "Ecopetrol" parte 2



Per lui accuse di evasione e frode fiscale, sequestrati conti correnti bancari, un elicottero e una Porsche per un valore di quasi 2 milioni di euro, beni di lusso e fatture false, tutto grazie al settore manutenzione e della bonifica dei serbatoi per impianti di distribuzione e raffinazione di idrocarburi.
E cioe' petrolmonnezza che voleva spacciare per ecologica!
 

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"Allora siamo amici o nemici?" Cosi' esordisce Lucio Petrocco nell'intervista a Prima da Noi. Questo non ha capito che il giornalista non ti e' amico o nemico. Il giornalista racconta la verita'. Punto. Sta all'intervistato avere la coscienza pulita in modo da poterci fare bella figura, se vuole.

Questa storia e' il continuo del racconto sul tentativo di Lucio Petrocco di mettere un impianto a trattamento rifiuti pericolosi petroliferi a Civitaquana.

Apri un qualunque sito su questa citta' e si parla di acquedotti antichi, di cisterne, di reperti archeologici. Si parla dell'abbazia di Santa Maria delle Grazie, del palazzo Leognani-Fieramosca, del convento dei Carmelitani. Si parla del suo centro storico medievale. Si parla di uliveti, di natura, di montagne, di aria buona.

Non si parla di operazioni petrolifere. Non si parla di "Eco" e di "petrol" nella stessa frase.

Leggo allora le dichiarazioni di Lucio Petrocco a Prima da Noi. Il tizio parla di questo centro "ecopetrolfiero" fatto approvare in un batter d'occhio e mentre lui medesimo era il capo della commissione ambiente della provincia di Pescara (!!!) e che dovra' raccogliere monnezza petrolifera.

Per sua stessa spiegazione arriveranno scarti petroliferi, lui li trattera' e ne tirera' fuori acqua contaminata, rifiuti speciali e idrocarburi da raffinare.

Tutti elisir di lunga vita.

Tutte cose, che secondo Petrocco andranno o "fuori regione" o in centri speciali. Lui piglia monnezza, e manda fuori monnezza, ma magicamente, secondo lui, di monnezza sul suo territorio non restera' nulla!

Dice che la prima volta il suo progetto fu bocciato perche' c'erano le case vicino, e perche' pareva che fosse un impianto Seveso. Adesso invece i vicini hanno "firmato le liberatorie" oppure le case sono state rase al suolo, e l'impianto, siccome non tratta diossina, non e' Seveso. Ma come puo' essere che prima e' Seveso e dopo no?

Chi glieli ha dati i permessi sa cosa firma?

Petrocco vuole prendere la terra dei campi vicini per allargarsi, e per premio costruiranno delle attrezzature sportive. Dice che ha il benestare dei residenti.

Tutto bene allora, come se la liberatoria magicamente trasformasse le porcherie in creme di bellezza. Sono sicura che nessuno ha spiegato a quella gente di che si tratta davvero.

Sono andata allora a vedere cos'e' la tecnologia "Tricanter" che e' quella che la Ecopetrol usera'. E' vero, il Tricanter serve per alleviare i problemi di accumulo di rifiuti nelle cisterne di stoccagio di petrolio. Un po' come quando l'olio di oliva forma il suo deposito nel fondale delle bottiglie. L'idea e' di raccogliere questo fondo, di toglierci tutte le impurita' e di riusare quel che resta.

Il fondo del barile, insomma.

Il Tricanter e' una centrifuga che separa gli idrocaburi dal resto delle impurita' - acqua e residui solidi. Tri sta per acqua, idrocarburi e roba tossica solida.

Quello che Petrocco non dice e' che il 10, 15% della monnezza non puo' essere trattato.
Che fine fa?

Gli scarti dalla centrifuga vengono mandati, di solito, in un inceneritore o in discarica.
Quelli di Civitaquana dove andranno?

L'acqua e' tossica.
Chi se la piglia?

Il punto e' questo: Tricanter serve per recuperare le ultime goccie di petrolio dalle cisterne e per alleviare i problemi della pulitura. Ma Civitaquana, fino a prova contraria, e che io sappia non ha raffinerie, centri di stoccaccio, operazioni di trasporto petrolifero. Perche' portar dentro Civitaquana porcherie che di Civitaquana non sono?

Perche' invitare sul proprio terriorio una operazione che stride con il resto? Civitaquana non e' Porto Marghera. Perche' mescolare le due cose?

Chi controllera' che davvero quella robaccia, quel 10, 15% non finira' sottoterra?

Cosa ne guadagna, a lungo termine, la collettivita'?

Dice che di centri simili ne esistono solo due o tre in tutta Italia. Ma vi pare che il posto per mettere qualcosa che "forse" e' Seveso e per cui ci vuole la liberatoria sia Civitaquana, popolazione 1,400?

Dice che porta lavoro. Fra i suoi futuri operai ci saranno anche le sue figlie, "brillanti studentesse"?

E' questo il lavoro del 2010?

Ci sono mille cose che uno puo fare in maniera sana. Oltre alle cose scontate - agriturismo, vacanze, enoteche - si potrebbe dire: siccome sono il capo della commissione ambiente di Pescara io voglio qui creare una impresa che installa pannelli solari in regione, voglio creare un centro termale o di benessere, voglio creare un museo dell'olio, della montagna, del vino, delle popolazioni antiche abruzzesi. Se si chiama Civitaquana un motivo ci sara' pure no? Che c'azzecca l'ecopetrolio?

Ma poi, ormai di cosa mi scandalizzo piu'. Ognuno fa quel che gli pare, ci mette sopra un po di ornamenti barocchi - abiti raffinati, occhiali alla moda, telefonini ipertecnologici, parole sparate a casaccio - e si avanti, alla cieca, senza cultura, senza idee vere per il futuro, senza amore.

Fonti: PrimadaNoi, Tricanter1, Tricanter2

Thursday, November 5, 2009

Lucio Petrocco e la "Ecopetrol"






Per lui accuse di evasione e frode fiscale, sequestrati conti correnti bancari, un elicottero e una Porsche per un valore di quasi 2 milioni di euro, beni di lusso e fatture false, tutto grazie al settore manutenzione e della bonifica dei serbatoi per impianti di distribuzione e raffinazione di idrocarburi.
E cioe' petrolmonnezza che voleva spacciare per ecologica!


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Gia' nel nome della sua ditta c'e' un che di menzognero. Ecopetrol. Ma come si fa? Non c'e' assolutamente niente di Eco nel Petrol. A meno che non si voglia confondere le idee alle persone, cercando di far passare per buono qualcosa che buono non puo' essere. Ah, la stoltezza!

Veniamo alla storia. Prima da Noi, un paio di giorni fa, ha pubblicato un articolo su Lucio Petrocco, consigliere provinciale di Pescara nelle file del PdL, che "ha fortemente voluto farsi eleggere presidente della commissione ambiente" e con "una grossa esperienza in campo petrolifero".

E gia' perche' il Petrocco e' il responsabile commerciale della Ecopetrol, che opera nel settore petrolifero e che ha fondato lui stesso assieme al fratello Mario e di cui a capo c'e' sua moglie Stefania Pelini. Un affare di famiglia.

Tutti Eco. Tutti Petrol. Tutte balle.

La prima domanda e': ma chi glielo ha dato quell'incarico di difenditore della natura? Come si puo' affidare la commissione ambiente di una intera provincia a un petroliere, anzi ad un petroliere di monnezza petrolifera???? Non e' neanche laureato il Petrocco - e' un perito industriale. Che ne sa lui dell'ambiente?

Intanto - zitti zitti - arriva sul tavolo della regione l'approvazione per un “impianto di recupero di idrocarburi, mediante trattamento chimico-fisico con deposito preliminare di rifiuti pericolosi e non pericolosi derivanti da operazioni di bonifica serbatoi” da installare a Civitacquana (Pescara).

La cosa interessante e' che non si sa chi e' il proponente. Roba da matti, un progetto anonimo che la regione Abruzzo approva in un batter d'occhio. Un tempo c'era l'anonima-sequestri, ora siamo all'anonima-inquinamento!

Anche qui, la Daniela Stati tace, dorme, russa, e' su un altro pianeta.

Purtroppo per Petrocco pero', la mossa di presentare il progetto anonimanente non gli riesce. Un consigliere dell'IDV, Attilio di Mattia scova la verita', la denuncia sul suo blog e arriva Prima da Noi a fare da amplificatore.

Petrocco non ha ancora capito che ai tempi di internet devi essere molto, molto, molto piu' furbo per nascondere la verita'. Forse ai tempi di internet sarebbe meglio essere puliti ed onesti e fare le cose giuste invece che cercare di far passare sottobanco progetti che di rispetto per l'ambiente non hanno nulla. Ai tempi di internet e' piu' furbo fare le cose buone piuttosto. Se la moralita' non e' un deterrente, dovrebbe esserlo la paura di essere scoperti e di fare figuraccie.

Si scopre allora che gia' nel 2008 il Petrocco aveva presentato la stessa richiesta, che pero' fu bocciata perche' il progetto sorgeva troppo vicino alle case ("eco", vero ???) e perche' i rifiuti che la Ecopetrol avrebbe trattato sarebbero stati in contrasto con il piano urbanistico della citta' di Civitacquana.

Cioe' vogliono mettere trattamenti di monnezza petrolifiera, fanghi, cisterne sporche di idrogeno solforato e altre schifezze, vicino alle case, dove prima non era lecito.

La cosa triste pero' e' che intanto tutti i permessi sono stati dati questa volta. La regione e' stata velocissima per la Ecopetrol. Il provvedimento e' stato preso da Antonio Sorgi, un non meglio specificato "dirigente" regionale.

Le case troppo vicine alla Ecopetrol sono state rase al suolo.

Il progetto pare una pagina dell'inferno: stoccamento, autospurgo di cisterne, rilascio di vapori organici, bonifica di serbatoi e depositi di carburanti. Il Petrocco a Civitacquana ci abita e assieme a lui la moglie e le figlie, "brillanti studentesse".

Dice che il suo centro e' una innocente occasione di lavoro per ben 40 persone. Ma davvero pensa che il lavoro del 2010 sia andare a lavorare in un posto malsano a repirare fumi tossici? E' per questo che la gente oggi manda i figli all'universita'? Perche' non creare occasioni di lavoro sano?

Mi si accapponisce la pelle e per vari motivi:

1) Il tizio ha probabilmente usato la sua posizione di potere per avvantaggiarsi personalmente. Non e' giusto.

2) Chissa' quante altre fabbriche di morte autorizzera' il Petrocco, alla faccia dell'ambiente.

3) Che ne e' stato dei padroni di quelle case rase al suolo?

4) A Civitacqana c'e' una concessione petrolifera per estrarre petrolio. La Ecopetrol fara' affari con loro? Ecopetrol nasce per servire l'industria petrolfiera abruzzese? E' una specie di Buonefra ortonese?

5) Perche' smaltire rifiuti petroliferi a Civitacquana? Da dove verranno questi rifiuti?

6) La commissione ambiente della provincia di Pescara, presieduta da Lucio Petrocco, vigilera' che la ditta Ecopetrol, di proprieta' della moglie di Lucio Petrocco, rispetti tutte le norme ambientali?

7) La Ecopetrol ha la possibilita' di ingrandirsi? Di trasformarsi in un centro petroli?

8) Gli abitanti di Civitacquana lo sanno che quella roba fa male?

9) Petrocco prendera' il Cip6 per la sua ditta di recupero idrocarburi?

10) Le sue figlie, Eleonora Petrocco e Cristiana Petrocco, "entrambe brillanti studentesse" come dice il papa' sul suo sito elettorale, andranno a lavorare alla Ecopetrol con le mascherine antigas? E' per questo che studiano?


Che schifo. Il Petrocco fa approvare i progetti di morte per se stesso, ma delle vere emergenze di Pescara non se ne parla. Mentre era li che faceva inciuci, cosa ha fatto finora il presidente della commissione ambiente, Lucio Petrocco, per la piu importante problematica della provincia di Pescara?

Si chiama BUSSI. Petrocco ne ha mai sentito parlare? O era li troppo indaffarato a pensare agli affaracci suoi? Lo sa che risanare Bussi avrebbe portato molto, molto, molto piu' lavoro che la sua aziendina di morte?

Dopo la EcoPetrol arivera' la EcoChim?

Vergogna. Vergogna. Vergogna.

Fonti: Lucio Petrocco, Prima da Noi, Attilio di Mattia

Tuesday, November 3, 2009

Piattaforma Montara: 75 giorni di follia


A quanto pare, dopo due mesi e mezzo, e' finalmente finito il flusso di petrolio dalla piattaforma australiana Montara. Ci sono volute cinque tentativi, lo scavo di una nuovo pozzo, e un mega-incendio per fermare lo scoppio, ma c'e' ancora tanto lavoro da fare per il ripristino e la messa in sicurezza di piattaforma ed ecosistema.

Della piattaforma ne abbiamo gia' parlato qui. Il pozzo e' scoppiato il 21 Agosto 2009, non si sa' ancora perche'. Verso il 10 Settembre 2009 parte da Singapore un jack-up, una piattaforma temporanea, come quelle che hanno messo a suo tempo nei nostri mari italiani. L'idea era di costruire un pozzo parallelo da cui intercettare quello scoppiato per cercare di tapparlo.

Finalmente, domenica scorsa, primo Novembre gli addetti sono riuscti a pompare dal jack-up degli speciali fanghi chimici nel pozzo esploso, a circa 2 chilometri e mezzo dal fondale marino ed il flusso si e' fermato.

Durante l'operazione pero' qualcosa e' andato storto e la piattaforma ausiliaria e' andata in fiamme, non si sa bene perche' , ma visto che in giro c'era petrolio, gas e condensati di varia natura, e' facile capire che si trattava di una situazione pericolosa e delicata. Nessun umano si e' fatto male, ma si e' orginata una scia di fumo di circa 100 miglia, 160 chilometri.

La ditta trivellante, PTTEP dice che il lavoro davanti e' ancora molto complesso.

Le stime di petrolio rigettato variano. Non si sa con esattezza quanto petrolio e' stato sversato a mare, ma e' tanto, e secondo alcune stime si tratta di 9 milioni di galloni. La petroliera Exxon Valdez - un disastro ambientale le cui conseguenze si sentono ancora oggi in Alaska- ne rilancio' a mare 11.

Ecco il video delle fiamme. Proprio una bella visuale per i nostri, tanto desiderati, turisti lungo la costa teatina. Andiamo avanti cosi.




Fonti: Skytruth

Monday, November 2, 2009

Sessanta giorni dal 31 dicembre


Gianni Chiodi continua a non sentire e a non vedere. Beato lui che riesce a stare tranquillo quando mancano meno di due mesi alla scadenza della moratoria anti petrolio. Fra un po' saremo al gran completo: petrolio, inceneritori, discariche di amianto. Bussi non e' stata mai bonificata, gli Aquilani sono al freddo, mentre la mafia si sta mangiando lentamente ma inesorabilmente il nostro tessuto sociale. Che governatore speciale che ha questa regione!

Dal primo gennaio 2010 chiunque puo' venire a fare il comodo petrolifero suo sul nostro territorio, complice una classe politica tiepidina.

Ma Gianni Choidi, Daniela Stati, Mauro Febbo, non ce li hanno i figli? Cosa vogliano per il loro futuro?

Ecco qui una nuova lettera che un ragazzo di San Vito, Vittorio Veri' ha scritto al nostro governatore Gianni Chiodi. Sono sicura che Chiodi non rispondera' nemmeno adesso. Ma intanto noi continuiamo. L'ignoranza di chi governa questa regione e' strabiliante.

Posso solo dire che quando sara' troppo tardi tornare indietro, sappiamo di chi sara' la colpa. La colpa sara' di Gianni Chiodi. Il capo ha l'onore ed i dovere di proteggere i suoi cittadini. Se non lo fa, la colpa non e' del sistema, o della malasorte, o del "io-non-ci-potevo-far-niente". No, la colpa e' di chi poteva agire, di chi poteva darsi da fare, ed ha preferito restare inerte, sordo, muto e cieco e per codardia.

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Illustrissimo Presidente Chiodi,

Sono un cittadino abruzzese residente a San Vito Chietino. Il motivo che mi spinge a scriverle nasce da due sentimenti che mi attanagliano: l' amore e la paura, amore per la mia, e la sua, terra, e paura di vederne compromesse le sua caratteristiche naturali attraverso un irreversibile processo di degrado ambientale.

Questa paura fino a poco tempo fa era chiara e definita in un nome ed uno spazio: Centro Oli, Ortona.

Dalla professoressa Maria Rita D'Orsogna ad Antonello Tiracchia, alle numerose associazioni (per citarne una, Nuovo Senso Civico), molti si sono spesi per tentare di far nascere nei cittadini e nelle istituzioni una coscienza collettiva capace di contrastare la deriva petrolifera e puntare su uno sviluppo sostenibile. Già, sostenibilità: questa parola così tanto usata e capace di entrare nei discorsi relativi a qualsiasi argomento. A me sembra che ci sia una evidente dicotomia che si apre nel passare dalle parole ai fatti, nel sentirsi ripetere sostenibilità, ambiente, innovazione, turismo e poi vedere nei fatti un insieme di interventi sul territorio che non si conciliano con affatto con tali idee.

E' una questione che si è ulteriormente complicata nel momento in cui la paura ha perso il suo spazio definito, cioè la sola Ortona, e si è allargata all'intero territorio regionale, al nostro mare e alle nostre montagne. Oltre alla realizzazione del Centro Oli, si parla ora delle concessioni per la ricerca e l'estrazione dl petrolio in molti punti dell' Abruzzo. Voglio tralasciare il discorso legato agli effetti delle sostanze chimiche che verranno usate, dal rischio per la salute derivante dall' emissione nella aria dei residui derivanti dalla ricerca prima , dall' estrazione e dalla lavorazione del petrolio poi. Chiunque in questi mesi si sia informato e abbia avuto modo di documentarsi sulle conseguenze derivanti dall' incondizionato sfruttamento delle risorse minerarie , per altro esigue, della nostra Regione, ha motivo di credere che essi siano rischi da evitare e che le istituzioni preposte debbano dire in maniera decisa e autorevole: No, Grazie.

La mia paura è che si faccia dell' Abruzzo un distretto petrolifero, che si renda legale la distruzione di un patrimonio ambientale in maniera irreversibile e incontrollata, e aggravata come se non bastasse, da un pericolo ancora maggiore, il più grave: quello di mettere a repentaglio la salute degli abitanti.

Da libero e comune cittadino, non legato ad oggi ad alcuna associazione e non inserito in alcun partito, sento il bisogno di esprimervi la mia preoccupazione perché si parla di qualcosa che sento coinvolgermi pesantemente. E qui forse arriviamo all'amore. L'amore per questa terra per cui sento il dovere di cercare di difenderla, perché credo a ragion veduta che essa possa esprimesi veramente e al meglio attraverso i concetti di sostenibilità, di turismo, di responsabilità e innovazione.

Sono concetti che laddove esistono non hanno bisogno di essere invocati ad ogni discorso perché divengono fenomeni quasi tangibili. Concetti che per un abruzzese vengono a trovarsi in alcune espressioni e termini per noi comuni e che ci identificano includendo nel loro significato l'idea stessa di sostenibilità.

Per cui quando sento parlare di Regione Verde d'Europa penso che non sia la coccarda da cucirsi addosso, ma è la strada, l'obiettivo da perseguire e a cui condurre gli sforzi e le decisioni che si prendono ai veri livelli della politica. La tutela del paesaggio, la ricerca di fonti rinnovabili per l'approvvigionamento di energia, una politica efficace per lo smaltimento dei rifiuti devono essere priorità assolute. Priorità che devono essere comunicate e condivise, passate dalle istituzioni ai cittadini per educarli e renderli coscienti e responsabili del vivere in un determinato contesto. Quando i cittadini ne saranno consapevoli, si sentiranno essi stessi abitanti della Regione Verde d'Europa e l'Abruzzo verrà percepito come tale dal di fuori , senza bisogno di scriverlo sugli autobus.

Penso al Montepulciano D'Abruzzo: è il vino per eccellenza della nostra regione che ogni giorno viene bevuto ovunque nel mondo e grazie al quale veniamo anche riconosciuti. Addirittura nelle sue caratteristiche si ritrovano elementi comuni ai cittadini abruzzesi, quando si parla di forte carattere, ruvidezza e genuinità. Non accadrebbe con prodotti d'altra "natura"?. La nostra riconoscibilità come una regione affascinante, ed anche fortunata, avviene quando sulle tavole di qualsiasi parte del mondo compare un buon bicchiere di vino, uno squisito formaggio, un determinato zafferano, una pasta di grano duro lavorata in un certo modo. Sono sensazioni che si legano non solo al gusto verso determinate cose, ma anche all' immaginario che quei prodotti sono in grado di evocare, immaginari fatto della sagoma dolce della Maiella e di quella più aspra del Gran Sasso, di colline verdeggianti , di vigne e olivi, delle terre coltivate e della montagna a due passi dal mare.

Il mare appunto, con tutte le sue caratteristiche di mutevolezza, di potenza e maestosità, con le sue storie e la gente, anzi la nostra gente e i nostri trabocchi. Davvero strane macchine i trabocchi! L' uomo ha imparato a costruirsele sfruttando le caratteristiche dei propri fondali e proprio per questo risultano differenti da quelli di altri lidi. Essi davvero sono il simbolo di una regione, racchiudendo in loro quella vicinanza tra terra e mare, quell'essere contemporaneamente l'una e l'altro. In piena costa dei trabocchi, proprio lì, troverebbe spazio il Centro Oli, un progetto che al territorio su cui va a insediarsi non chiede nulla perché non ha bisogno di determinate caratteristiche, non ha bisogno della cultura del posto, di certe caratteristiche che il luogo può offrire. Ha bisogno di un sito, qualsiasi, su cui impiantare una centrale che ne causerebbe gravi conseguenze. Quel tempo in cui certi problemi non ce li ponevamo è finito, ora siamo in un'epoca diversa dove non chiedersi come con le nostre azioni arrivino a influire sulla qualità della vita e sul futuro, non è ammissibile.

Veniamo poi all'Abruzzo, cosa rappresenta questa terra per me è difficile dirlo. Significa molte cose, e tante non riesco nemmeno a spiegarle. E' difficile darne una definizione eppure nel pronunciarla c'è qualcosa che mi salta subito alla mente: le Radici. E' la terra dei miei avi e che, comunque e dovunque vada, sarà per sempre, la mia. E ho capito che se ti toccano le radici toccano te, la tua identità e quello che sei realmente. Lì nelle radici c'è una parte di te che ti porterai ovunque dietro e che non cambierai mai perché è la tua essenza. Lo sa bene questo la Dottoressa D'Orsogna, altrimenti che cosa l'avrebbe spinta dalla California a prendere parte così attivamente in questa avventura? Probabilmente lei, che non vive in Abruzzo, sente quotidianamente quanto di lei è rimasto prepotentemente abruzzese. Dovrebbe essere d'esempio a tutti coloro che credono, stando in Abruzzo, che questa terra sia solo il contorno territoriale di
un Io. Di questi tempi in realtà il Noi che l'Abruzzo potrebbe essere in grado di esprimere farebbe invidia al mondo.

Non credo in virtù dell'amore per la mia terra di essere più Abruzzese di altri e di Lei, che occupandosi della cosa pubblica ha scelto come missione quella di interessarsi della vita dei cittadini; come tali chiediamo a voi, che con le vostre scelte influenzate le nostre vite, di parlare apertamente e di chiarire la maniera in cui vi inciderete. Le migliorerete? Assicurerete un futuro più sicuro qualitativamente soddisfacente a chi oggi sta nascendo?

Resto ora in fiduciosa attesa di una risposta. Non potevo esimermi dallo scriverle. Mi ha spinto una strana sensazione fatta di paura e di amore, mi ha convinto il trovarvi conferma nella ragione.

Distinti Saluti,

Vittorio Verì.

Sunday, November 1, 2009

Franco de Angelis ed il Qualunquismo


Le dichiarazioni di Franco de Angelis del 18 ottobre 2009 sulla petrolizzazione e sul centro petrolifero di Ortona mi erano sfuggite. Il De Angelis e' un esponente della lega Nord Abruzzo (anche se l'Abruzzo fa parte del centro sud), sezione di Teramo.

Come riportato da Giulianova news il de Angelis ha dichiarato:

La Lega nord Abruzzo non si schiera con i qualunquisti che hanno bocciato il progetto del centro olii senza neanche chiedere di conoscere i progetti. Le lobbies verdi e quelle dei pochi che sfruttano con il turismo le nostre coste (albergatori, balneatori , pizzaioli etc.). realizzando alti guadagni che non ridistribuiscono neanche sottoforma di occupazione stagionale hanno deciso in nome e per conto di un’intera regione, l’Abruzzo, di schierarsi “contro” neanche fossero tornati i , per loro, “bei tempi” del No al terzo traforo. Prima di dire di no al Centro olii bisognerebbe informarsi. Informarsi bene. Basta slogan dice la Lega nord. Confrontiamoci con l’Eni e con i fatti e lasciamo perdere le ideologie antisviluppo. Cerchiamo di vedere cosa si può ottenere per gli abruzzesi e come realizzare al meglio ciò che l’Eni si propone, salvaguardare l’Abruzzo e concepire uno sviluppo in cui non abbia più spazio la cultura “nimby” (not in my back yard : non nel mio giardino).

Non so da dove iniziare. Il vero qualunquismo e' in queste dichiarazioni insensate che arrivano dopo due anni e mezzo che l'intero Abruzzo parla del petrolio e dei suoi danni mentre il De Angelis chissa dov'era.

Vorrei informare il signor de Angelis, di cui non si conoscono le credenziali scientifiche, tecniche o mediche, che la sottoscritta ha visto ed ha letto il progetto. La sottoscritta si e' informata. Si e' informata bene. Si e' informata da persona libera, preparata e titolata. E una volta che si e' informata ha sentito il dovere di dirlo a tutti gli altri, al meglio che poteva e sebbene neanche vivesse in Abruzzo. Cosa faceva nel frattempo il de Angelis? Dov'era? Se i documenti sono arrivati a me, potevano anche arrivare anche a lui.

Dopo due anni si sveglia e dice: dialoghiamo con l'ENI!!! E nel frattempo dormiva?

La sottoscritta ha confrontato l'ENI per ben due volte e con dati alla mano, la prima volta quasi due anni fa e la seconda un annetto fa. E per ben due volte l'ENI non ha potuto battere ciglio sui dati veri. Non ha potuto dire niente in contrapposizione al fatto che l'ENI e' sotto processo per inquinamento ambientale in mezza Italia, che in Italia i limiti legali sono da terzo mondo, che il capo dell'ENI Scaroni e' stato condannato per inquinamento ambientale.

La sottoscritta ha speso ore ed ore a leggere, ha visitato Viggiano, si e' letta di tutti gli schifi che l'ENI fa - tangenti, morti, bugie, malformazioni e tumori a Crotone, Porto Marghera, Porto Torres, Nigeria, Congo, Viggiano, Gela, Priolo, Trecate, Manfredonia e in Maremma e chi piu' ne ha piu' ne metta. Dovunque l'ENI sia andata ha lasciato dietro di se solo morti e lacrime amare.

"Realizzare al meglio cio' che l'ENI si propone"? E perche' mai? Chi e' l'ENI che puo' venire qui a fare il cavolo che gli pare? L'Abruzzo e' degli Abruzzesi. Non e' ne dell'ENI e nemmeno dell'acuto De Angelis, o del lungimirante Gianni Chiodi o della coraggiosa Daniela Stati. L'Abruzzo e' degli Abruzzesi e di l 75% della popolazione ha gia' detto di essere contrario.

Da parte mia, io non so piu' in che lingua dirlo: l'Abruzzo petrolfiero NON E' COMPATIBILE con l'Abruzzo verde. Non ricordo chi mi disse questa frase ma e' proprio cosi': non e' possibile avere la botte piena, la moglie ubriaca e l'uva appesa nella vigna. Non si puo'.

Lo capisce signor De Angelis? Non si puo' avere Abruzzo sano se andiamo a coprire il 50% del territorio con pozzi, oleodotti e raffinerie. Non si puo'. Tutto il resto, quello si che e' qualunquismo. Uno deve decidere cosa vuole. L'Abruzzo nero ma verde allo stesso tempo non si puo' fare. Punto e basta. Si deve scegliere da che parte stare e per una volta nella vita avere coraggio.

E poi, una domanda. Ma Franco De Angelis lo sa che la Lega e' stata fra le piu' ferventi opponenti del progetto di trivellare il parco del Curone, a Milano?

Quando io sento queste persone di "politica" parlare a vanvera cosi', ci rimango veramente male.
Un po' perche' questa gente che io ritengo ignorante, in teoria dovrebbe rappresentarci (!!) e poi perche' invece di fare i conti con la propria limitatezza, ed invece di mettersi a cercare la verita', questi "politici" con le loro sparate cercano di sminuire tutto il lavoro di sensibilizzazione che abbiamo pazientemente cercato di fare in giro per l'Abruzzo.

Ma da dove sbuca questo De Angelis? Non ha ancora capito che dire qualsiasi cosa a favore del centro petrolio e' un suicidio politico? E poi, esattamente cosa vuole il De Angelis? Proposta: costruiamogli il centro oli nel suo giardino. Vedra' che significa avercelo un centro oli a casa sua per davvero.

Franco De Angelis della lega Nord: colto, preparato, soprattutto non qualunquista.

Fonti: Giulianova News