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Saturday, May 26, 2012

La Aleanna dice di essere pronta a trivellare

Come sempre, se uno vuol sapere cosa accade sul suolo italiano, si devono leggere i comunicati stampa agli investitori stranieri per capire. Non c'e' verso di sapere granche' dal nostro governo - che sia Roma, che sia l'ultimo dei paeselli di montagna di Basilicata.

E questo e' gravissimo alla luce del fatto che il territorio emiliano continua a traballare e che tutta la zona della Pianura Padana e' pericolosa, sismica, prona a subsidenza.

Caro Monti, Caro Clini, Caro Passera, Caro Scaroni, ma non sarebbe il caso di fermare tutto e di *capire prima* e poi continuare con le trivelle selvagge? L'ho capito che stiamo qui a rastrellare l'ultimo centesimo, e che pure le briciole dei petrolieri fanno gola, ma distruggere cosi' un territorio, senza neanche spiegare niente alla gente e' veramente criminale. Com'e' possibile che queste cose uno debba apprenderle dai comunicati stampa agli investitori?

Ed ecco allora le ultime sul destino della Bassa Padana, direttamente da Dallas, Texas.

Il 16 Maggio 2012 infatti, la BRS Resources, una sorta di scatola magica che detiene il 17% della Aleanna Resources, dice che ha accellerato le sue attivita' burocratiche e che prevede di incrementare in modo 'sostanziale' le sue attivita' trivellanti. i

La Aleanna ha già eseguito campagne di acquisizione dati sismici nel delta del Po, fra cui Ponte dei Grilli, ma adesso occorre passare dalla sismica alle trivelle vere, dice Steven Moore il capo della BRS resources. 

...we have identified a myriad of drillable prospects. We want to help Italy boost its domestic production of natural gas, and we can only do that by drilling. During the next few months AleAnna plans to submit drilling applications for wells in a minimum of three permit areas. 

..we want to diversify our options and be in a position to move quickly when the opportunities arise.

Cioe' vogliono trivellare una miriade di potenziali localita' per diversificare e per "aiutare l'Italia" ad incrementare la sua produzione di gas naturale. E lo possono fare solo trivellando. Evviva.

Dicono che c'e' gia' infrastruttura presente, dicono che hanno nel complesso 3,250 chilometri quadrati di terreno, dicono che la Pianura Padana e' il secondo campo di gas piu' grande d'Europa e che ci sono circa 27 trillioni di metri cubi di gas.

Dimenticano di dire che la zona e' sismica, che ci sono gia' stati casi di subsidenza indotta, che la zona e' densamente abitata.  Chissa' se queste cose gliele ricordi qualcuno dei nostri eccellenti politici.

Io non so se le trivelle eistsenti siano collegate agli sciami sismici dell'Emilia di questi giorni, ma so che, come detto mille volte, meglio pensarci prima e non fare cose rischiose, piuttosto che sfidare la sorte. L'Emilia, l'Italia tutta, e' fragile, e li ci sono le case, i campi, le chiese, la vita delle persone. Non ci si guadagna niente con il trivellarla, nonostante le balle della Aleanna.

Se Mr. Moore vuole aiutare l'Italia, semplicemente se ne vada.



Friday, May 25, 2012

L'Inghilterra frena sul fracking



In questi giorni un sacco di email sul terremoto in Emilia, e se possano esserci collegamenti con le trivellazioni. Purtroppo sono stata in viaggio, e non ho avuto tempo di leggere, indagare la questione a fondo.

Ovviamente in Italia i siti governativi sono fatti apposta per confondere le idee alle persone, e a tuttoggi non e' chiaro se e dove si faccia fracking in Italia. Torneremo su questo tema, ma per adesso voglio solo dire che l'Italia e' un paese sismico, per chi non lo sapesse, e che trivellare lo stivale per poche gocce di idrocarburi, fracking o non fracking, stoccaggio o non stoccaggio, metano o petrolio che siano, e' semplicemente folle, almeno secondo me. 

Veniamo allora al Regno Unito, dove il discorso fracking va in giro gia' da molto tempo. I problemi ci sono giaà stati, fra cui, in maniera inequivocabile, che le trivelle del fracking hanno sicuramente causato terremoti a Blackpool Lancashire, UK, per opera della Cuadrilla Resources.

Hanno inziato a testare nel 2011, e progettavano di trivellare 400 pozzi inizialmente, fino ad un massimo di 800 se i pozzi erano fruttuosi.

Come sempre hanno sparato cifre su cifre - 200 trillioni di metri cubi di gas, 5600 posti di lavoro, nessun problema alle falde idriche, 30 o 50 anni di produzione, impatto visivo nullo. Hanno detto infatti che avrebbero mimetizzato per bene i loro pozzi nelle campagne inglesi!

Chissa' trivelle che si confondono con alberi? Cosa, li dipingono di verde? Ci mettono le foglioline?

Ad ogni modo, queste cifre erano e sono da capogiro - 200 trillioni di metri cubi di gas e' 10 volte tutto il gas che c'e' nell' intero Mare del Nord.

Ed ecco che arriva Madre Natura a ricordare a tutti chi e' che veramente comanda: lei, con le sue logiche e i suoi ritmi. Infatti, il 1 Aprile e il 27 Maggio 2011 ci furono 2 terremoti - di grado 2.3 e 1.5 rispettivamente e a 500 metri dal pozzo del fracking della Cuadrilla Resources.

I geologi hanno concluso che il fracking ha attivato queste scosse e che possibili altri terremoti sarebbero potuti giungere al grado 3 Richter. L'area non era sismica prima del fracking.

In seguito ai terremoti del 2011, tutte le operazioni di fracking sono state fermate in Inghilterra per studiare il problema. Nell'Aprile del 2012 e' stato diffuso un documento, parzialmente finanziato dall'industria del fracking, in cui si affermava che l fracking  poteva continuare a patto che venissero creati protocolli piu' rigidi.

Si concludeva che i rischi del fracking erano gli stessi di 'qualsiasi attivita' mineraria', che anche se si arriva a terremoti di grado 3, ci sarebbero stati 'pochi' danni strutturali e che al massimo la gente avrebbe 'avvertito' i terremoti e ci sarebbe stato un po' di 'allarme'.

Un po di allarme? Un po di danni strutturali? Ma cosa vuol dire? Perche' uno dovrebbe accettare 'un po' di queste cose, per tutta la vita? Per cosa in cambio? E poi, ma che vuoi che dicano i petrolieri? Diranno sempre che e' tutto lieve e delicato. Quelli venderebbero le loro madri pur di trivellare!

Finalmente, domenica 20 Maggio 2012, secondo un articolo dell'Independent,  il governo ha RIGETTATO l'uso di shale gas tecnology - il cosiddetto fracking - come modo per uscire dalla crisi energetica, arrivando alla conclusione che, nonostante tutte le loro balle, il fracking non migliorera'  ne la bolletta ne l'approviggionamento energetico dei britannici.

Cuadrilla Resources, gli altri petrolieri britannici o che operano in Inghilterra - la Shell, la Schlumberger, Centrica - avevano promesso il solito El Dorado del fracking- costi ridotti, maggiore produzione interna per il paese, e il tutto in tempi rapidi e in modo assolutamente sicuro. Ma ad un meeting governativo, con dati alla mano, e con domande chiare e mirate, finalmente hanno dovuto ammettere che le riserve sono poche, antieconomiche, dannose all'ambiente e sopratutto che il paese e' densamente abitato ed estrarre e' difficile a causa della contorta geologia e degli impatti sulle comunita' locali.

Questo in Inghilterra, paese non certo sismico come il nostro. 

Sorge ovviamente la domanda: e in Italia dove siamo gia' sismici cosa comporterebbe il fracking?

Visto che in Italia non si parla di grado 1 o 2, ma di gradi 5 o 6 gia' in maniera 'naturale' e visto che in Italia siamo densamente abitati, soggetti a subsidenza, con edifici traballanti o per storia o per mala-edilizia, perche' questo tema  delle trivelle in generale non viene affrontato in maniera, come dire, piu' scientifica, con commissioni *indipendendenti* e non pagate da ENI o Total o Assomineraria per affrontare la questione nella sua interezza? Come si fa a sapere se, dove e quando ci sara' fracking in Italia?

Chissa'. Ci piace l'illogicita', evidentemente.






Friday, May 18, 2012

Al CEO della Shell: offra 1 miliardo di dollari per ripulire la Nigeria


Martedi 22 Maggio non solo ci sara' il convegno contro le trivelle nel Vallo di Diano, ma anchel'incontro degli azionisti della Shell, ad Amsterdam.

Un gruppo di attivisti locali ha proposto di chiedere ufficialmente alla Shell di partecipare alle operazioni di "pulizia" del Delta del Niger dai disastri da lei stessa causati nell'Ogoniland.


Non e' un segreto per nessuno che la Shell abbia riversato nel delta del Niger tonnellate e tonnellate di petrolio nel corso degli scorsi 50 anni, e che non abbia mai cercato seriamente di ripulire i suoi disastri.  Si parla dell'equivalente di due volte tanto tutto il petrolio riuscito dallo scoppio del pozzo Macondo.


In Nigeria la Shell ha incassato, e ha lasciato dietro morte e distruzione.

La scorsa estate pero', grazie ad un eccellente rapporto dell'ONU la Shell ha dovuto ammettere di avere partecipato all'inquinamento e ora l'ONU chiede che ci sia almeno 1 miliardo di dollari per le operazioni di ristoro dell'Ogoniland - terra fragile, lagunare e dove la gente vive di pesca ed agricoltura - o meglio viveva, perche' adesso sopravvive.

Come gia' riportato in precendenza infatti i fiumi sono coperti di patine petrolifere, i villeggianti devono camminare ore ed ore per prendere l'acqua
e i pesci sono scomparsi dai fiumi.

Si, scomparsi da 5 anni. 

Occorre che si faccia qualcosa - quel petrolio e' quasi tutto per noi ricchi occidentali. Certo firmare una petizione non risolve niente, ma e' un passo, come anche lo e' interessarsi ai problemi.

Quando ti arrivano le trivelle in casa e' bello l'attivismo, ma lo e' di piu' quando non e' per casa tua che lotti, ma per qualcosa che va oltre i nostri piccoli egoismi.

Noi tutti abbiamo il lusso di avere il petrolio che bussa alle nostre porte ai tempo di internet, quando l'informazione abbonda, e solo chi non vuole vedere non vede. Abbiamo il lusso di vivere in paesi "avanzati." Ma 50 anni fa,  in Nigeria non c'era nessuno a spiegargli cosa fosse l'idrogeno solforato, il gas flaring, o che le trivelle avrebbero portato solo morte e distruzione.

Chi coordina questa raccolta firme e' una non-profit  USA che si chiama Sum of us assieme ad Amnesty International e Friends of the Earth Netherlands.


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More information:

Friends of the Earth Netherlands, WorsethanBad.org

Amnesty International and CEHRD, Shell must pay US$1 billion in first step to clean up Niger Delta, 10 Nov 2011

New York Times, Far From Gulf, A Spill Scourge 5 Decades Old, June 16, 2010

The Guardian, Shell accepts liability for two oil spills in Nigeria, Aug 3, 2011

UNEP, Ogoniland Oil Assessment, Aug 4, 2011

BBC, Nigeria Ogoniland oil clean-up ‘could take 30 years’, Aug 4, 2011

Royal Dutch Shell PLC press release, SPDC action on matters addressed in the UNEP report, Aug. 11, 2011

Wednesday, May 16, 2012

Il Vermont banna il fracking!


 Drinking water will be more valuable than oil or natural gas
L'acqua potabile diventera' piu' preziosa del petrolio o del gas naturale

Governatore Peter Shumlin, Vermont

 

Il Vermont e' un piccolo stato progressista dell'East Coast americano. Hanno il matrimonio fra gay, hanno elevati tassi di assicurazione medica, si puo' votare mentre si e' in prigione (altrove e' vietato) e la pubblicita' dei medicinali in TV e' vietata.E' vietata l'affissione pubblica di cartelli

Il governatore Peter Shumlin si definisce "socialista", e socialista e' stato: ha fatto gli interessi comuni e di nessuno altro.

Oggi infatti il Vermont e' il primo stato USA a vietare le estrazioni di gas con il metodo del fracking.

La proposta di legge e' nata da un gruppo di studenti del Twinfield Union School. Sperano che l'esempio del Vermont serva ad altri stati per bannarlo,
visto che il Vermont ha scarse riserve petrolifere.

La democrazia dal basso, che cosa sana quando c'e' qualcuno che ti ascolta.
I report parlano di gente entusiasta, commossa, felice. Di attivisti da ogni parte d'America - me compresa - riempirsi di speranza per un attimo solo.

Il governatore Shumlin ha detto delle cose bellissime:

Human beings survived for thousands and thousands of years without oil and without natural gas. We have never known humanity or life on this plant to survive without clean water

Gli umani hanno sopravvissuto per migliaia e migliaia di anni senza petrolio e senza gas. Non abbiamo mai sentito parlare di umanita' e di vita su questo pianeta che possa sopravvivere senza acqua pulita.

Mario Monti, ci senti?

Stefano Saglia, ci senti?
Corrado Clini, ci senti?

Corrado Passera, ci senti?
Paolo Scaroni, ci senti?
Ovviamente tutti i  maggiori gruppi petroliferi USA come da prassi hanno detto che il Vermont ha deciso di intraprendere politiche irresponsabili, che le trivelle portano lavoro, soldi e sicurezza energetica.  Dicono che la decisione del Vermont ignora fatti, scienza e tecnologia e che le estrazioni di gas sono sicure.

Tutte balle ovviamente dette da chi ha interesse di parte - le Assominerarie del mondo sono tutte uguali!

Per oggi allora grazie al governatore del Vermont.

Oltre al Vermont hanno bannato il fracking:

Germania - 7 Maggio 2012
Francia - 1 Luglio 2011
Bulgaria - 20 Gennaio 2012

La Repubblica Ceca sta valutando se vietarlo, mentre New York State ha una moratoria temporanea.

Le battaglie sono lunghe, ma alla fine, il buonsenso prevarra'.

Occorre solo essere sinceri e farlo non per politica, non per bellezza, ma perche' ci si crede. E poi rompere le scatole, incessantemente, incessantemente.

Thank you Vermont.



Tuesday, May 15, 2012

Agli abitanti del Vallo Di Diano, alla Shell - parte prima


E' una giornata strana - stasera parlo al pubblico generale a Santa Monica sulle trivelle d'Italia, e guarda caso era proprio il giorno in cui Josh Fox veniva a Los Angeles per filmare Gasland 2. Ci siamo parlati, mi ha ricnosciuta, e l'ho invitato di nuovo in Italia. Chissa'.

Intanto, fra qualche giorno saro' in Campania a parlare di petrolio e mentre cercavo di capire chi fossero i miei interlocutori mi sono resa conto che il tempo mi daranno e' poco e saro' schiacciata in mezz'ora di tempo fra i sostenitori del petrolio da un lato, ed altri che invece mi paiono piu' politici che altro - sebbene sia una universita'.

E allora ho deciso di scrivere qui le cose che vorrei dire quando saro' a Salerno ma per cui non ci sara' tempo.

Questa e' la prima parte, dedicata alla Shell.

Innanzitutto, mi sono imbattuta in un articolo in cui i rappresentanti della Shell, guidati dal loro amministratore delegato Peter Voser, dicono agli abitanti del Vallo Di Diano, a cavallo fra le province di Salerno e di Potenza, di stare tranquilli, perche' sebbene la Shell sia interessata a questa zona, non ci sara'

"Nessuna perforazione selvaggia"

e perche'

"Vogliamo solo approfondire gli studi sul territorio e non e' nostra intenzione perforare, se sara' il caso, senza avere prima incontrato la popolazione"

Non credetegli.

Ma neanche per un nanosecondo. A quelli non importa niente di fare studi o di incontrare la popolazione. A quelli interesa solo petrolizzarvi, e portare a casa quattrini. Facile facile. Perche' mai una ditta petrolifera dovrebbe far studi se non per trivellare? E perche' mai dovrebbe incontrare la popolazione se non per convinceri a trivellarvi? E poi, quali sono le perforazioni selvagge, e quali sono quelle aristocratiche? Ci sono trivellazioni per bene? Io non ne ho viste mai.

Non credetegli.

Tutto quello che dicono adesso sono tutte balle, per sembrare benevoli, gentili, innocenti. Ma se ci pensate bene, sono solo bugie e propaganda.

Cosa altro possono dirvi? Certo non possono dire la verita'. E la verita' e' una sola, e basta andare in Val D'Agri per vederlo in tutta la sua lampante semplicita'.

Non esistono le perforazioni sicure, delicate ed eleganti. Sono tutte selvagge, perche' in ogni angolo del mondo si tratta di tirar fuori dal sottosuolo robaccia satura di sostanze tossiche che madre natura ha seppellito milioni di anni fa.

Che sia il deserto, che siano le vigne d'Abruzzo, che siano gli stagni di Arborea, che siano i parchi della Val D'Agri, sempre monnezza e'.

E per tirare fuori questa monnezza tossica, si usa altra robaccia tossica, qualche volta radioattiva, disturbando le falde acqufere, disturbando l'agricoltura, la salute delle persone.

Non e' successo mai da nessuna parte del mondo che le trivelle abbiano migliorato la qualita' della vita di nessuno. E la Shell e' una trivellante particolarmente aggressiva ed incurante dei residenti.

Non credetegli.

Basta solo guardare cosa ha combinato in Nigeria - cause su cause per inquinamento, per violazione dei diritti umani, torture, stupri ed omicidi. Non e' un segreto per nessuno che la Shell sia corresponsabile della morte dell'attivista nigeriano Ken Saro Wiwa e che abbiano inquinato tutto il Delta del Niger - falde acquifere, foreste, mangrovie, pesca, case, vita e polmoni. 

Tutti i limiti ambientali sono stati sfondati alla grande, oltre il tetto, le stelle, oltre la vergogna.
E questo non lo dice Maria Rita, lo dice un rapporto ufficiale delle Nazioni Unite.

Infatti sono a giudizio per tortura, schiavismo, omicidio in una corte americana per crimini contro l'umanita' in Nigeria.

Sono pure a processo in una corte londinese per altri crimini ambinetali in Nigeria.

O ancora, secondo The Guardian, nel Regno Unito hanno un record ambientale tremendo, peggio ancora che la BP e della Total!

Come si puo' pensare che in Campania saranno piu' magnanimi?

Non credetegli.

Dicono che vogliono parlarvi. E allora, dopo che abbiamo parlato che facciamo?

Non sono nessuno, ma ho speso 5 anni a combattere ENI e petrolieri di varia natura in Abruzzo ed altrove e non posso accettare che vengano a farvi il lavaggio del cervello che trivellare e' cosa buona e santa, e che tutto si puo' fare.

In Abruzzo ci avevano detto che era solo allaccio del metano, e che avrebbero voluto solo costruito dei depositi sotto i vigneti, mentre invece era una raffineria con 5 pozzi annessi!

Hanno provato a "parlare" con la popolazione, ma li abbiamo annientati ogni volta, perche' non si puo' giustificare l'ingiustificabile.

Anche in Abruzzo hanno iniziato con le balle del "dialogo", del "compromesso", del
"trivelliamo, ma con cura". Sono tutte balle, perche' non e' vero niente.

Loro vogliono solo che diciate si, e poi chi si e' visto si e' visto. L'ENI ha mai fatto migliorie in Val D'Agri? Sono piu' ricchi in Val D'Agri? La loro salute e' migliorata? I giovani hanno piu' opportunita'?

La risposta e' no, almeno dall'evidenza che ho visto io.

Non credetegli. 

E la risposta da dare a loro e' lo stesso no secco. Senza esitazioni, senza compromessi, senza dargli la possibilita' di manipolarvi e di convincervi, magari facendo scintillare la promessa di soldi facili.

Qualsiasi compenso economico non potra' mai ripagarvi di un ambiente malato.

Cara Shell, l'Italia non e' l'Arabia Saudita. Andate altrove a portare i vostri progetti di morte.

E' impossibile. E se e' possibile, io non l'ho visto mai da nessuna parte al mondo, ne in Nigeria, ma nemmeno negli USA o in Norvegia o ovunque trivellino.

Le prossime puntate dedicate alle balle che dice Vincenzo Lapenna - ricercatore del CNR - buoni soldi! - e le "prove sicure" sui legami fra cancro e petrolio.



Sunday, May 13, 2012

Le bugie di Scaroni sul petrolio offshore USA

Mappa USA. Rosso: vietato trivellare. Giallo: acque non USA, Verde: trivelle OK.
Quando anche l'Italia si sara' dotata di zone di interdizione cosi' ampie, 
allora ne riparleremo, caro Scaroni!


Qualche giorno fa Scaroni ne ha sparata un'altra delle sue, facendo da eco a Passera, con l'idea che se trivelliamo lo stivale da cima a fondo, avremmo risolto tutti i problemi d'Italia.

Come riporta l'AGI - l'Agenzia Giornalistica Italiana al 100% di proprieta' dell'ENI, Scaroni infatti dice:

"Dopo l'incidente di Macondo nessun Paese al mondo ha cambiato la legislazione sulle esplorazioni petrolifere. Solo l'Italia l'ha fatto, innalzando il limite da 5 a 12 miglia dalla costa ed invece, abolendo questo limite, l'Erario incasserebbe 2 miliardi di euro in piu' l'anno nei prossimi 20 anni. 

Abbiamo privato il nostro Paese della possibilita' di migliorare la bilancia dei pagamenti, le entrate dello stato, i bilanci delle societa' che vi operano nell'esplorazione e produzione italiana e gli approvvigionamenti energetici.                    
                                                          
Togliendo questo limite che e' stato un errore gigantesco, potremo far si' che il nostro Paese la smetta di sentirsi diverso. Negli Usa, dopo Macondo,  non e' stata modificata alcuna regola mentre in Italia, e solo in Italia, sono stati posti limiti piu' stringenti ad esempio nell'Adriatico per il gas. Ed invece - ha  ricordato - secondo stime di Assomineraria, riducendo il limite a 5 miglia, si otterrebbero ogni anno 2 miliardi di entrate in piu' per l'Erario per i prossimi 20 anni."


Intanto, caro Scaroni, visto che le piace l'America, negli USA sarebbe INACCETTABILE che uno come lei, condannato in via definitiva per inquinamento ambientale, sieda al capo di qualsiasi ditta - ENI o non ENI - e che si senta di poter dire qualsiasi cosa sull'ambiente o sul modo di governare l'Italia.

Punto secondo, caro Scaroni, negli USA sarebbe INACCETTABILE che una ditta petrolifera come la sua sia proprietaria di organi di stampa, e che abbia a pagamento giornalisti quali la Lucia Annunziata. Nessuno permetterebbe alla Chevron di comprarsi una agenzia di stampa, e se pure fosse, nessuno considererebbe quella testata attendibile. Sono cose che sarebbero inaudite qui - come anche che la Annunziata accetti di scrivere per voi. Ma questa e' un altra storia.

Terzo punto, come ripetuto ad infinitum, le leggi non sono cambiate negli USA perche' erano gia' molto molto piu' stringenti che in Italia, dove fino al 2010 non avevamo niente di niente - potevi venire e trivellare a 2 chilometri da riva, come era infatti il caso a Vasto!

Come detto mille volte, in California il limite e' di 160 chilometri da riva, e in Florida 200.

Si trivella solo nel golfo del Messico, non certo noto come meta turistica!!!

Infine, Assomineraria fa gli interessi di ENI, Forest Oil, Petroceltic, Saras, Northern Petroleum e tutta l'allegra banda di speculatori petroliferi. Assomineraria guarda SOLO le trivelle, e ignora tutto il resto.

Perche' non lo va a chiedere alle associazioni di turismo, di pesca, di balneatori che ne pensano di trivellare sotto il naso dei loro ombrelloni? E quanto ci costera' salvare le coste dalla subsidenza indotta dalle sue trivelle? E se ci sono scoppi e perdite, chi ci pensa? Verra' lei Scaroni, assieme a Passera a ripulire le nostre cose?

O cosa trivelliamo Otranto, Pantelleria, Venezia?

Come sempre, mi dica dove va al mare lei, e iniziamo a trivellare dalla riviera di casa sua.

Grazie e buone tangenti.








Friday, May 11, 2012

Grazie a tutti


Il giorno 12 Maggio alcune cose carine, ad Acireale in Sicilia, e a Bomba, in Abruzzo.

Ad Acireale ci sara' l'assegnazione ufficiale del premio ambasciatore natura per il 2012, assegnato a Sergio Rozzi e Tommaso Ferraro e a me.

Sergio Rozzi e' attivista ambientale Marsicano, promotore della cooperazione internazionale fra Peru' ed Italia, e della salvaguardia delle Ande;

Tommaso Ferraro e' invece sportivo siciliano detentore del primato di immersione subacqua per non-vedenti, anche lui attivista a favore dell'America Latina;

Complimenti a Sergio e Tommaso! Purtroppo non potro' esserci perche' lontana, ma conservo con affetto il ricordo della cerimonia fatta un po anticipo con me all'aereoporto di Palermo il giorno 5 gennaio 2012. Grazie Franco Tassi, e grazie a Carmelo Nicolosi!

A Bomba invece il Comitato Gestione Partecipata del Territorio organizza una giornata di festa per celebrare il pronunciamento del TAR contro la Forest Oil, e per ricordare a tutti che non e' finita. In realta', la difesa del territorio non finisce mai.

Anche qui, grazie alle mamme del Comitato, a Massimo Colonna, e a tutti per l'ottimo lavoro svolto e per questa occasione di festa.

E, proprio stasera a casa e' arrivata la lettera di conferma a prof ordinario...

Thursday, May 10, 2012

L'ENI nella melma

 Vignetta di Filippo Foti

.. e no, la melma non e' solo lo schifo petrolifero che abbiamo sottoterra, ma e' prioprio etica, morale. 

Una ditta che in tutta la sua esistenza non ha fatto altro che corrompere ed inquinare, quale altro habitat naturale puo' avere se non la melma? In questi anni vengono fuori mazzette in Nigeria, in Iraq, in Kazakstan. Un modus operandi normale e mondiale per loro.

Ecco che arriva oggi la notizia di "commissariare" la divisione ENI in Kazakhstan, detta Agip KCO per corruzione internazionale.

Commissariare, si, come si fa nei paesi di mafia. Della serie: non ci fidiamo piu' di loro. L'alternativa, secondo il CorSera e' di vietarle di negoziare con il Kazakhstan.

E perche'? Perche' - come e' loro costume, dal piccolo al grande - hanno cercato di corrompere pure i kazakhi. E si, d'altro lato, lo stesso Enrico Mattei, fondatore dell'ENI diceva di se di essere "un corruttore onesto". Come se fosse un onore corrompere!

L'ENI - e farebbe ridere se non che fa piangere - e' adesso accusata di avere corrotto tale Timur Kulibayev, genero del presidente della repubblica Nursultan Nazarbayev, per circa 20 milioni di dollari e per avere diciamo dei favorini nell'accellerare le pratiche petrolifere in Kazakhstan.

L'ENI e' proprietaria del 16.8% del giacimento Kashagan e l'intero campo detto Karachaganak.

Mi viene da ridere a pensare a Paolo Scaroni o chi per lui che intrallazza con uno che si chiama Nur-sultan. Se fossi un vignettista farei Scaroni tutto sudato che da le sue belle mazzette a Borat!

E se arrivano a corrompere in Kazakhstan, figuriamoci quanta corruzione c'e' in Italia!

Il grande a fare questa richiesta e' Fabio De Pasquale, che gia' ha avuto a che fare con l'ENI in passato e che non ha avuto paura di loro.

L'ENI e' cosi indagata come "persona giuridica per corruzione internazionale".

Scaroni - gia' condannato in via definitiva per inquinamento ambientale - dice che non e' preoccupato e che e' calmo.

Si vede che nemmeno la vergogna gli fa un baffo a quest'uomo!

Nel suo rapporto del 2011, l'ENI diceva che i pubblici ministeri di Milano avevano chiesto di revisionare alcuni documenti relativi al Kashagan, perche' c'era un indagine "contro ignoti" per corruzione.


Scaroni e' calmo e L'ENI, interpellata da Reuters, non commenta.

Troppo impegnati a togliersi la melma di dosso.



La banda dei 26 e la riserva del Borsacchio

** La vergogna piu' grande da parte mia ad Alessandra Petri che quasi maternamente a Gennaio tanti complimenti mi fece per il mio lavoro sul petrolio. Le chiesi di darsi maggiormente da fare per la difesa dell'ambiente.  Una persona, due facce. Disgusting. **

Ecco qui i nomi dei consiglieri regionali che invece di preoccuparsi di bonifica di Bussi, trivellazioni a mare, trivellazioni a terra, inceneritori,inquinamento dei fiumi d'Abruzzo, se le prendono con una piccola riserva naturale in provincia di Teramo.

Questi non sono di nessun partito, se non del partito dei soldi. Capofila, Gianni Chiodi, il governatore piu' inutile d'Italia. Uno schifo. 

La banda dei 26 che distruggono la riserva del Borsacchio:

Gianni Chiodi 
Alfredo Castiglione
Luigi De Fanis
Angelo Di Paolo
Mauro Febbo
Paolo Gatti
Gianfranco Giuliante
Giandonato Morra
Nazario Pagano
Federica Chiavaroli
Ricardo Chiavaroli
Walter Di Bastiano
Emiliano Di Matteo
Emilio Iampieri
Alessandra Petri
Luca Ricciuti
Lorenzo Sospiri
Giuseppe Tagaliente
Lanfranco Venturoni
Nicoletta Verì
Emilio Nasuti 
Antonio Prospero 
Berardo Rabuffo 
Claudio Ruffini 
Luciano Terra

Hanno votato no alla riperimetrazione:

Maurizio Acerbo
Franco Caramanico 
Camillo D’Alessandro 
Cesare D’Alessandro 
Giovanni D’Amico 
Giuseppe Di Luca 
Lucrezio Paolini
Antonio Saia
Camillo Sulpizio

Assenti, invece, Daniela Stati (Fli), Marinella Sclocco (Pd), Paolo Palomba (Idv), Luigi Milano (Api), Antonio Menna (Udc), Giuseppe Di Pangrazio (Pd), Giorgio De Matteis (Mpa), Carlo Costantini (Idv), Walter Caporale (Verdi) e Nicola Argirò (Pdl).

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Se uno fa google con le parole "erosione costa Abruzzo" esce di tutto.

"Emergenza erosione costa - presto l'unita' di crisi"

"Scogliera contro erosione costa - un problema che con il passare degli anni e' diventaro serio"

"L'Adriatico continua a mangiarsi fette intere del nostro litorale"

"Prepararsi alle mareggiate" 

"Tra qualche anno ci troveremo di fronte all'impossibilita' di recuperare decine di metri di litorale"

E ovviamente se ci sono emergenze ci sono soldi pubblici - miei, tuoi, di tutti  - a coprire queste spese. E allora vai con i ripascimenti, trasportando sabbia di qua e di la, "unita' di crisi" (e di soldi!), con le scogliere e con tutto quello che si puo' pensare per non regalare la costa al mare.

Come ricorda Fabrizia, abbiamo un progetto finanziato dall'UE che si chiama "SICORA" e che e' gia' costato 100 milioni di euro fra consulenti vari.

Quasi tutti i tentativi falliscono.

Ma perche' c'e' l'erosione delle coste? Semplicemente perche' per un motivo o per l'altro la sabbia e i sedimenti non arrivano piu' alla riva dai fiumi oppure il terreno si abbassa e alla fine, il mare vince.

La subsidenza, piu' o meno accentuata dall'uomo e' dunque una causa della scomparsa della riva ed e' questo quello che e' successo ad esempio lungo la riviera romagnola. In Emilia Romagna, uno dei motivi della subsidenza e' stata proprio l'estrazione di idrocarburi.

La costruzione di opere a mare che possono impedire il deposito di sabbia a riva e' un altra causa dell'erosione delle coste. Uno dei tanti casi e' quello di Ragusa dove la costruzione di un molo per la pesca ha fatto scomparire un intero sito archeologico lungo la costa.

L'eliminazione della vegetazione spontanea e delle dune costiere a favore di palazzi e altro cemento direttamente a mare completa il quadro erosivo. Le piante e dune rappresentano una delle difese piu' importanti della costa, difendendole dal vento, e alimentando il trasporto e il trattenimento di materiale sabbioso dall'entroterra.

In Abruzzo allora, dove i problemi sono gia' gravi, ci dovrebbe essere una speciale attenzione per difendere la costa e cercare non tanto di intervenire DOPO, quanto di evitare PRIMA che accadano i disastri.

E' un po quello che predico sempre, ci vuole un po di pragmatismo, di logica, di lungimiranza. Se faccio X, la natura mi ritorna Y. Dunque, meglio non farlo X.

E invece no, io voglio fare X lo stesso, come un bimbo capriccioso.

Perche' allora scandalizzarsi quando accade Y, dove Y sta per : tumori quando fumi, inondazioni quando costruisci lungo il fiume, crolli quando costruisci senza cemento?

Ed eccoci allora arrivati alla riserva naturale del Borsacchio.  L'Abruzzo ha cosi tanti guai, ed e' veramente grottesco che tutti lorsignori pagati cosi lautamente dal cittadino medio siano tutti compatti a voler decretare la morte della riserva del Borsacchio, una riserva a mare, che serve per proteggere la costa e per dare un qualcosa in piu' agli operatori turistici gia' esistenti.

Vuoi mettere andare in vacanza a Francavilla - cemento su cemento - o andare in un posto dove invece c'e' verde lungo il mare a due passi?

Ma questo lorsignori - la banda dei 26 -  non lo capiscono.

Vedi Carlo Masci - due anni fa parlo' di ripascimenti, di piani, di investimenti per salvare le coste dall'erosione - 1.5 milioni di euro. E qui invece c'era una cosa che poteva fare di buono, gratis!, e non l'ha fatta.

Fanno veramente schifo.

E come non ne capiscono di turismo, cosi non ne capsicono di difesa del mare, di cosa sia etico, di buon senso. Capiscono solo il portafoglio, la speculazione, i soldi.

Ovviamente i loro portafogli, e di quei begli amici avvoltoi che hanno gia' pronti come falchi a costruire villette e alberghi in uno degli ultimi tratti di costa d'Abruzzo non cementificata.

A noi, non restera' niente, se non, fra qualche anno le bollette dell'erosione della costa nell'ex riserva del Borsacchio.


Ribellatevi.


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Questo il comunicato stampa, fortissimo, di varie associazioni ambientaliste:

Dopo averla di fatto congelata per sette anni, i “nuovi barbari” hanno sottratto alla Riserva naturale del Borsacchio delle aree di pregio per servirle su un piatto d’argento ad un manipolo di speculatori.
Definire “nuovi barbari” i 26 Consiglieri Regionali che l’8 maggio hanno votato a favore del taglio della Riserva suona quasi come un complimento; i Barbari veri, almeno, nutrivano un profondo rispetto per la natura. Questi invece hanno dimostrato di disprezzarla.
La “banda dei 26” è stata perseverante. Malgrado gli innumerevoli problemi di cui soffre l’Abruzzo, è riuscita a dedicare quasi una decina di sedute del Consiglio Regionale a quello che deve essere parso a molti osservatori il vero problema della nostra regione: la riperimetrazione di una piccola riserva regionale estesa appena 1.100 HA.
E così, per editto, si ritrovano fuori dalla Riserva un lungo e bellissimo tratto di spiaggia che dalla Pineta Mazzarosa si spinge fino al Quartiere Annunziata di Giulianova e la Contrada Giammartino.
Per effetto della riperimetrazione il nostro territorio si trova ad essere più esposto al pericolo della cementificazione e della petrolizzazione; Giulianova, in particolare, risulta totalmente esclusa dalla Riserva e rinuncia così non solo ad un’importante occasione di riqualificazione socio-economica dell’intera area dell'Annunziata - che, ribadiamo, non avrebbe perso i benefici del “contratto di quartiere” - ma anche alle proprie origini visto che i resti del ponte di epoca romana erano all’interno della Riserva.
Tristi primati per una città a vocazione turistica.
I Consiglieri detrattori della Riserva hanno incassato l’appoggio pieno ed incondizionato dei Comuni di Roseto e Giulianova - il primo a guida centrodestra, il secondo centrosinistra - ma responsabili entrambi, quanto la Provincia di Teramo, di non aver dotato la Riserva né degli Organi di Gestione né di un Piano di Assetto Naturalistico.
Le tre amministrazioni hanno tenacemente perseguito la volontà di non far mai decollare la riserva, nonostante abbiano avuto a disposizione e speso 250.000 euro per la predisposizione del Piano di Assetto Naturalistico dell’area! Soldi che sono stati spesi per studi e progetti su un perimetro che ora è stato modificato.
Alle argomentazioni di giuristi e naturalisti di fama nazionale che hanno evidenziato la valenza dell’area e l’inopportunità di modificare il suo perimetro si sono contrapposte argomentazione da bar. Quanto sono lontani questi politici dai bisogni concreti delle persone!
Come associazioni vogliamo ringraziare pubblicamente quei consiglieri regionali che, con tutte le loro forze, hanno cercato di fermare il taglio della riserva. A loro va il merito di aver tentato fino all’ultimo di impedire che si compisse uno scempio vergognoso.
La ferita inferta alla Riserva è viva e profonda, come vivo e profondo resterà per lungo tempo il ricordo di questo amaro 8 maggio.
La risposta di tutte le associazioni ambientaliste sarà durissima: valuteremo tutte le strade possibili per fermare la legge approvate ieri in consiglio regionale e combatteremo quanti hanno compiuto tale scelta, in particolare chi tenta continuamente di issare la bandiera di un becero e falso ambientalismo di maniera.
La guerra non è ancora finita. Anzi, deve avere ancora inizio.


WWF
Italia Nostra
Comitato abruzzese Beni Comuni
Comitato Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio
Legambiente
Archeoclub Giulianova
Slow Food condotta di Giulianova e Val Vibrata







Wednesday, May 9, 2012

Stoccaggio Gas Plus San Martino, San Benedetto


Sono quasi uguali. Due piccioni con un fava per la Gas Plus.

"Rischi di incidente rilevante per cittadini e lavoratori"

"In fase di esercizio dello stoccaggio sara' possibile che l'onda di petrurbazione possa creare microsismicita'. Si prevede tuttavia che la magnitudo di questi sismi sara' molto bassa e non percepibile dall'uomo."


Ne avevamo gia' parlato qualche tempo fa, la Gas Plus di tale Davide Usberti decide di stoccare gas in un giacimento di idrocarburi a San Martino sulla Marrucina, localita' Piano Palomba, paese micorscopico delle montagne d'Abruzzo. Lo stoccaggio sara' chiamato Poggio Fiorito. Allo stesso modo, vogliono fare stoccaggio a San Benedetto del Tronto.

Cosi, si svegliano la mattina e decidono di prendere paesi - turistici o di montagna, non importa - e portare il "progresso" che guarda caso fa arricchire solo loro.

I progetti sono scaricabili sopra e sono aperti per chi volesse fare le osservazioni. Il termine e' il 3 Giugno 2012 per San Martino e il 4 Giugno per San Bendetto.

Notare che i testi sono quasi tal quale per San Benedeto del Tronto e per San Martino sulla Marrucina. L'Italia parcheggio del gas!

Il progetto inizia con scenari drammatici.  "La profonda recessione del 2009 ha ridotto le domande di gas", "Il collasso dell'economia", "Il tasso di disoccupazione della Provincia di Chieti" come dire, per risolvere i problemi del mondo stocchiamo gas in una zona sismica!

I comuni interessati sono San Martino sulla Marrucina, Casacanditella, Fara Filiorum Petri, Ari.
A 4 km di distanza c'e' un area protetta deta "Parco dell'Annunziata", c'e' vincolo idrogeologico,
a causa dei rischi di subsidenza. L'area e' classificata zona sismica UNO dove possono esserci forti terremoti. Lo dice pure la Gas Plus.

Casacanditella ha gia' problemi di subsiendenza. Pare che alcuni condomini abbiano presentato gia' problemi di instabilita' in passato.

Nel testo della Gas Plus, la parola subisdenza noncompare neppure una volta.

La Gas Plus vuole prendere vecchi pozzi dimessi e metterci dentro e tirare fuori il gas a piacimento.
Lo iniettano da aprile ad ottobre, lo tirano fuori da novembre a marzo.

Vogliono fare due pozzi nuovi e riadattare un pozzo vecchio, detto Poggio Fiorito bis dir 1A.

Vogliono costruire una unita' di compressione per la distribuzione, e installare una "unita' di trattamento" per rendere il gas estratto conforme alle specifiche di vendita.

Che significa l'ultima frase? Che trattamento e'? Ci saranno ciminiere?  Chi lo sa.
Dicono che useranno "setacci molecolari" utili per eliminare "particelle solide e liquide".
Non si sa che particelle.

Ovviamente si trattera' di sbancare l'area, usare fanghi e fluidi perforanti, produrre monnezza, tanta monnezza, e martoriare ancora, incessantemente, madre natura cosi' la Gas Plus puo' speculare con i giochini del gas, e cercando di passare per eroi dell'umanita'.

Interessante che vogliono stoccare al massimo 150 milioni di metri cubi di gas. In Italia ne consumiamo 440 al giorno. Cioe' tutto questo stravolgimento per accumulare, nel giro di sei mesi,
tanto gas quanto basta all'Italia per mezza giornata!!

E' tutta speculazione, niente altro.

Questo progetto deve essere approvato dal Corpo Forestale, dalla Sopraintendenza per i beni archiettonici e paesaggistica per l'Abruzzo, e dall'Autorita' dei Bacini di Rilievo Regionale dell'Abruzzo e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro.

Ovviamente la Gas Plus dice che e' tuttapposto, che non ci sono problemi.

Ma se uno guarda le carte, e guarda in particolare il Piano di Stralcio di Bacino per l'assetto idrogeologico della  regione Abruzzo, ente che dovra' pronucniarsi pure lui su questoprogetto della Gas Plus, viene fuori che sia Casacanditella, che Fara, che Ari, sono tutte ad alto rischio - P3.

E che dice questo Piano? Dice:

Art. 14 - Disciplina delle aree a pericolosità molto elevata (P3)

Fermo restando quanto disposto agli art. 9 e 10 del precedente Capo I delle presenti Norme, nelle aree a pericolosità molto elevata sono consentiti esclusivamente:

opere ed interventi finalizzati alla mitigazione del rischio e della pericolosità gravitativa ed erosiva;


opere urgenti realizzate dalle autorità di Protezione Civile o dalle autorità competenti, per la tutela di persone, beni ed attività in condizioni di rischio immanente;


attività di manutenzione delle opere di consolidamento e di risanamento idrogeologico esistenti;


le opere strettamente necessarie alle attività di sfruttamento minerario ed idrogeologico di corpi rocciosi nel rispetto della normativa vigente e purché nell’ambito dello Studio di compatibilità idrogeologica, di cui all’Allegato E alle presenti norme, si dimostri che l’attività di estrazione, produzione ed esercizio non alteri o incrementi le condizioni di instabilità in un intorno significativo dell’intervento e non contribuisca ad innescare fenomeni di subsidenza incompatibili con le finalità di tutela del presente Piano.

Nelle aree a pericolosità molto elevata è quindi vietato:

a) realizzare nuove infrastrutture di trasporto e di servizi (strade, ferrovie, acquedotti, elettrodotti, metanodotti, oleodotti, cavi elettrici di telefonia, ecc.), fatti salvi i casi previsti nel successivo articolo 16,


b) realizzare opere pubbliche o di interesse pubblico, quali ospedali, scuole, edifici religiosi, ed altre opere di urbanizzazione secondaria, di edilizia residenziale pubblica, insediamenti produttivi, nonché le opere a rete a servizio di nuovi insediamenti previsti dai piani di insediamenti produttivi e dai piani di edilizia economica e popolare;


c) impiantare nuove attività di escavazione e/o prelievo, in qualunque forma equantità, di materiale sciolto o litoide, fatta eccezione per le attività relative allaricerca archeologica e per gli interventi finalizzati alla eliminazione della pericolosità idrogeologica;


d) impiantare qualunque deposito e/o discarica di materiali, rifiuti o simili;


e) realizzare opere private di canalizzazione di acque reflue;


f) qualsiasi tipo di intervento agroforestale non compatibile con la fenomenologia del dissesto in atto;


g) in genere qualunque trasformazione dello stato dei luoghi, sotto l’aspettomorfologico, infrastrutturale ed edilizio, che non rientri tra gli interventi espressamente consentiti di cui ai successivi Art.15 e 1.

Il documento continua, ed e scaricabile nel link in alto, ma  a me non pare che la Gas Plus abbia risposto a nessuna di queste domande.

Di nuovo, la parola subsidenza non compare mai in tutti il rapporto!

Ci vorrebbe qualcuno che studiasse il progetto in dettaglio...

Franco Caramanico, paladino dell'ambiente ha qualcosa da dire? O e' piu' facile saltare sul carro quando sono stati gli altri a prepararglielo, come nel caso di Bomba?

Guardiagrele non e' lontana.

Come sempre, la denuncia deve partire da altri, in questo caso da Los Angeles!

Perche' nessuno parla di questo progetto?

Lo sanno a San Martino sulla Marrucina?


Sunday, May 6, 2012

Nemici della riserva del Borsacchio

Berardo Rabbuffo


 Claudio Ruffini

Lanfranco Venturoni

8 Maggio 2012 - Palazzo L'Emiciclo Aquila
ore 11:00  - Consiglio Regionale
sulla riserva del Borsacchio

Ecco chi non lo vuole.
Scriviamogli:

Rabbuffo Berardo (FLI)  berardo.rabbuffo@crabruzzo.it
Ruffini Claudio (PD)  claudio.ruffini@crabruzzo.it
Venturoni Lanfranco (PDL)  lanfranco.venturoni@regione.abruzzo.it

E meglio ancora ricordiamocene alle prossime elezioni.



Il giorno 8 Maggio 2012 si riunisce ancora la commissione VIA all'Aquila per decidere altre "trasformazioni" ambientali.

Fra queste le proposte, assurde e bipartisan, di restringere o eliminare del tutto la Riserva del Borsacchio, nel Teramano. E' una riserva che sorge lungo la costa, e dunque sai quanto ci guadagni con le villette!

Protestiamo. Scriviamo ai consiglieri regionali che invece di pensare ai problemi seri dell'Abruzzo non hanno niente da fare se non pensare a distruggere la Riserva del Borsacchio:

Io direi cosi:

Caro consigliere regionale, mi chiamo XXX e sono un cittadino italiano. Pago le tasse e dunque il suo stipendio. Sono fermamente contrario alla riperimetrazione a a qualsiasi stravolgimento della Riserva del Borsacchio che va difesa e non distrutta per il beneficio di palazzinari, cementificatori e petrolieri.
la riserva e' anche uno strumento in piu' contro il proliferare di concessioni petrolifere. 

Spero che lei voglia rispettare l'opinione popolare, e soprattutto il bene comune. Chi governa lo deve fare nell'interesse generale e non a favore di speculatori edilizi.

XXX

Ma guarda tu, se con tutti i guai italici il probela deve essere una riserva!!

Friday, May 4, 2012

ENI: vengo, ti avveleno, e me ne vado




"E' vero dottore che ho livelli di piombo troppo alti?"
Come se avere il piombo nel sangue fosse normale.


L'ENI di Gela chiude per un anno.

Dicono che la crisi continua ad essere preoccupante perche' c'e' un "crollo dei margini" e che siccome abbiamo un "surplus" dovuto alla scarsa domanda, e' bene chiudere la raffineria.

Leggi: non guadagnano quanto vorrebbero e siccome la benzina costa caro, e il fotovoltaico spopola, loro sono in "crisi".

Non tutta la raffineria verra' chiusa, ma ci saranno lo stesso 500 lavoratori mandati allo stop per un anno e in Cassa Integrazione.

Nel frattempo incaricano l'Universita' la Sapienza di studiare l'inquinamento prodotto nelle falde acquifere della zona.

Interessante che lo facciano nel 2012 - le falde sono inquinate da decenni e lo sanno tutti!

A Gela l'acqua "non e' potabile ma e' bevibile"

A Gela gli abitanti hanno arsenico, piombo, mercurio nel sangue.

A Gela 1 bambino su 20 nasce con deformazioni di qualche genere - al cervello, agli organi genitali, ai polmoni.

A Gela il tasso di tumore e' di gran lunga sopra la media nazionale per quasi tutti i tipi di cancro.

A Gela ci sono concentrazioni di inquinanti milioni di volte superiore a quanto consentito dalla legge.

A Gela le mamme hanno la diossina nel latte.

A Gela gli uomini hanno forti problemi di infertilita'.




A Gela si muore di inquinamento.

A me, l'ENI disse che quello e' il prezzo da pagare per il progresso - 18 gennaio 2008, Pescara.

Secondo Wikipedia, l'ENI ha fatturato nel 2011 circa 110 miliardi di euro, con un utile di circa 7 miliardi di euro.

Io non so se quei lavori torneranno fra un anno o se saranno tagli permanenti. Ma visto lo scenario italiano e mondiale, potrebbe essere che non tornano piu'. Dopotutto anche in Italia pian piano il fotovoltaico prende piede e da diverse parti si sentono gli impianti "tradizionali" in crisi.

Lo dicono pure i capi!

E allora, possibile che non si potevano usare tutti quegli utili per trovare una soluzione vera per i lavoratori mandati in cassa integrazione? Non potevano usare quei settemila miliardi di euro per fare una qualche sorta di riqualificazione agli operai? Insegnarli a mettersi in proprio, ad utilizzare la loro conoscenza tecnica per - che so - imparare a mettere i pannelli solari, ripararli o qualsiasi altro tipo di attivita'? O meglio ancora, per iniziare a fare delle bonifiche? A cercare di rimediare in qualche modo il danno ambientale  hanno causato?

Insomma ridare qualcosa indietro a questa comunita' a cui l'ENI ha dato solo tumori, diossina e disperazione.

E si, l'ENI ci avrebbe perso economicamente - le bonifiche non portano soldi, istruire i tuoi operai non porta soldi -  ma avrebbe almeno iniziato a chiedere un pochino scusa per tutto il dolore che ha causato nel corso di decenni e su intere generazioni. E non c'e' prezzo per una donna che perde il proprio feto per inquinamento, o che se lo vede nascere microcefalo per colpa dei fumi tossici.
 
Questo mostra solo una cosa: i petrolieri - l'ENI ma tutti gli altri allo stesso modo,  sono tutti uguali - arrivano, distruggono e se ne vanno, senza guardare in faccia nessuno, se non i propri  tornaconti.

50 anni fa l'ENI voleva aprire a Taormina. Gli dissero di no e puntarono sul turismo. Gela invece gli disse si.

Il turismo a Taormina non chiude, l'acqua si puo' bere e la gente nasce normale.

Non e' vero che o si muore di trivelle o di fame.

Thursday, May 3, 2012

Il fracking e la salute delle donne



Sara Jerving e' una giornalista che scrive per il Center for Media and Democracy. Ha scritto un report giornalistico sugli effetti del fracking sulla salute delle donne. Interessantissimo, ma non dissimile dai soliti effetti delle trivellazioni sulla salute delle donne: aborti, problemi ai sistemi riproduttivi, e danni ai feti, nonche' tumori al seno, alla cervice, al colon, alle ghiandole endocrine, alla laringe, alle ovaie, al retto, all'utero.

Il reportage si chiama "The fracking frenzy's impact on women" - "L'impatto sulle donne della corsa al fracking".

La prima sezione si intitola "Toxins in fracking process linked to breast cancer", "Le tossine nel processo di fracking sono collegate ai tumori al seno".

Infatti guarda caso, nelle sei contee in Texas dove fanno fracking in maggior misura, ci sono stati aumenti di casi di tumore al seno, mentre sono in calo nel resto dello stato. Il rapporto parla anche di benzene, cancerogeno, di materiale radioattivo, e di morie di animali.

L'EPA e' the Environmental Protection Agency degli USA - l'equivalente del Ministero dell'Ambiente.

Not only do the chemical cocktail inserted into the ground been shown to contaminate groundwater and drinking water, but fracking fluid also picks up toxins on its trip down to the bedrock and back up again that had previously been safely locked away underground. Chemicals linked to cancer are present in nearly all of the steps of extraction — in the fracking fluids, the release of radioactive and other hazardous materials from the shale, and in transportation and drilling related air pollution and contaminated water disposal. 

Non solo le sostanze tossiche iniettate nel sottosuolo contaminano le falde acquifere e l'acqua potabile, ma i fluidi del fracking catturano varie tossine nel loro viaggio verso su e giu' da e verso il sottosuolo che madre natura aveva seppellito in sicurezza. Sostanze chimiche collegate al cancro sono presenti in tutte le fasi dell'estrazione - nei fluidi del fracking, nel rilascio di sostanze radioattive e di altro material dallo shale gas, nel trasporto e nelle trivellazioni che inquinano l'aria e nella dismissione di acqua contaminata.

Some reports indicate that more than 25 percent of the chemicals used in natural gas operations have been linked to cancer or mutations, although companies like Halliburton have lobbied hard to keep the public in the dark about the exact formula of fracking fluids. According to the U.S. Committee on Energy and Commerce, fracking companies used 95 products containing 13 different known and suspected carcinogens between 2005 and 2009 as part of the fracking fluid that is injected in the ground. These include naphthalene, benzene, and acrylamide. Benzene, which the U.S. EPA has classified as a Group A, human carcinogen, is released in the fracking process through air pollution and in the water contaminated by the drilling process. The Institute of Medicine released a report in December 2011 that links breast cancer to exposure to benzene. 

Alcuni rapporti indicano che piu' del 25% delle sostanze chimiche usate nelle operazioni di trivellazione del gas naturale, sono stati collegati a cancro o mutazioni, sebbene alcune ditte, come la Halliburton, a lungo hanno cercato di fare operazioni di lobbying per tenere nascoste le formule esatte dei fanghi usati per il fracking. Secondo la US Committee on Energy and Commerce, le ditte del fracking fra il 2005 e il 2009 hanno usato 95 prodotti che contengono 13 sostanze carcinogeniche note o sospette, come parte delle miscele di fracking che sono iniettate nel sottosuolo. Queste includono naphtalene, benzene e acrylamide. Il benzene, che la EPA degli USA ha classificato come parte del gruppo A, un carcinogenico umano, e' rilasciato nella fase di fracking tramite inquinamento in aria e in acqua durante le trivellazioni. L'istituto di medicina ha rilasciato un rapporto nel dicembre 2011 secondo cui l'esposizione al benzene causa tumori al seno.

Up to thirty-seven percent of chemicals in fracking fluids have been identified as endocrine-disruptors — chemicals that have potential adverse developmental and reproductive effects. According to the U.S. EPA, exposure to these types of chemicals has also been implicated in breast cancer

Fino al 37% delle sostanze chimiche usate nel fracking sono state identificate come sostanze che hanno effetti negativi sui sistemi endocrini  - cioe' che hanno effetti avversi sui sistemi di sviluppo e riproduttivi. Secondo l'EPA degli USA, l'esposizione a queste sostanze chimiche e' collegato al cancro al seno.

The Marcellus Shale in the northeast part of the United States also naturally contains radioactive materials, including radium, which is largely locked away in the bedrock. The New York’s Department of Environmental Conservation (DEC) analyzed 13 samples of water, contaminated by the fracking process, as a result of the hydraulic fracturing of the shale during the extraction process. The DEC found that the resulting water contained levels of radium-226, some as high as 267 times the limit for safe discharge into the environment and more than 3000 times the limit safe for people to drink. One gas well can produce over a million gallons of contaminated water. A New York Times expose in 2011, released secret EPA documents that illustrated how this water is sometimes sent to sewage plants that are not designed to process the dangerous chemicals or radiation which in some instances are used in municipal drinking supplies or are released into rivers and streams that supply drinking water. 

La zona del Marcellus Shale nel parte nord-est degli USA contiene materiale radioattivo allo stato naturale, fra cui il radon, che e' in maggior parte contenuto nella roccia sotterranea. Il New York Department of Environmental Conservation (DEC) ha analizzato 13 campioni di acqua contaminata dal processo di fracking. Hanno trovato che l'acqua conteneva alti tassi di radium-226, in alcuni casi fino a 267 volte piu' di quanto possibile rilasciare in ambiente, e piu' di 3000 volte maggiore il limite di tossicita' per gli umani. Un pozzo di gas puo' produtte piu' di un milione di galloni di acqua di acqua contaminata (4 milioni di litri). Un espose' del New York Times del 2011, ha reso pubblici alcuni documenti segreti segreti dell'EPA secondo il quale questa acqua viene in alcuni casi mandata alle centrali di trattamento che non sono state disegnate per tali trattamenti con sostanze chimiche e radiazione che viene mandata alle fonti idriche municipali o sono rilasciate nei fiumi e nei torrenti che alimimentano le fonti idriche.

Emerging data points to a problem requiring more study. In the six counties in Texas which have seen the most concentrated gas drilling, breast cancer rates have risen significantly, while over the same period the rates for this kind of cancer have declined elsewhere in the state. Similarly, in western New York, where traditional gas drilling processes have been used for decades before hydrofracking came along, has been practiced for nearly two centuries, rural counties with historically intensive gas industry activity show consistently higher cancer death rates (PDF) than rural counties without drilling activity. For women, this includes breast, cervix, colon, endocrine glands, larynx, ovary, rectal, uterine, and other cancers. 

Alcuni dati recenti mostrano che c'e' bisogno di maggiori studi. Nelle sei contee del Texas dove ci sono stati i maggiori tassi di trivellazione di gas, i tassi di tumori al seno sono aumentati in maniera sostanziale, mentre nel resto dello stato i tassi per questo tipo di cancro sono scesi. Allo stesso modo, nella parte occidentale dello stato New York dove le trivellazioni convenzionali di gas sono stati usati per decenni prima del fracking, alcune contee con alti tassi di operazioni petrolifere mostrano alti tassi di morti per tumore, rispetto alle contee in cui non ci sono state attivita' petrolifere. Per le donne, questo include cancro al seno, alla cervice, al colon, alle ghiandole endorcine, alla laringe, alle ovaie, al retto, all'utero.

La sezione successiva ha per titolo "Toxins linked to Spontaneous Abortion and Birth Defect", "Le tossine collegate agli aborti spontanei e ai danni alla nascita". In particolare, si sono gia' registrati forti tassi di aborti e di feti morti alla nascita fra animali, specie mucche, tenute vicino ai pozzi del fracking.

Certain compounds, such as toluene, that are released as gas at the wellhead and also found in water contaminated by fracking have the potential to harm to pregnant women or women wishing to become pregnant. According to the U.S. EPA, studies have shown that toluene can cause an assortment of developmental disorders in children born to pregnant women that have been exposed to toulene. Pregnant women also carry an increase risk of spontaneous abortion from exposure to toluene. Wyoming failed to meet federal standards for air quality due to fumes containing toluene and benzene in 2009. 

Alcuni composti chimici, come il toluene, che sono rilasciati dal pozzo e sono anche riscontrati nell'acqua contaminata dal fracking, hanno il potenziale di causare danni a donne incinte o che vorrebbero essere incinte. Secondo l'EPA degli USA, alcuni studi mostrano che il toluene puo' causare una serie di disturbi allo sviluppo del feto e di bambini nati da donne incinte esposte al toluene durante la gravidanza. Il toluene causa anche aumenti di rischio di aborti spontanei nelle donne. Lo stato del Wyoming non ha rispettato i livelli federali standard per la qualita' dell'ambiente a causa dei fumi tossici di toluene e di benzene nel 2009.

L'articolo denuncia anche i tentativi dei petrolieri di far finta di avere a cuore i problemi delle donne, dipingendo di rosa alcuni pozzi e facendo delle donazioni alla ricerca sul cancro al seno, mentre allo steso tempo iniettano enormi quantita' di sostanze carcinogeniche, neurotossine, biocidi e sregolatori dell'attivita' endocrina, mentre trivellano, causano perdite e rilasciano monnezza sopra e sottosuolo.

Evviva i petrolieri allora!

Tuesday, May 1, 2012

Gasland d'Italia: Policoro (Matera) e Porto Viro (Rovigo)

2 Novembre 1991, Policoro, Basilicata, Italia
Pozzo di gas ENI esploso.

In Italia non succede.








In questi giorni assistiamo ad un delirio dopo l'altro in termini di petrolio e di gas italico.

Stefano Saglia, Corrado Passera, Claudio Descalzi, Assomineraria, continuano ad insistere che dobbiamo fare dell'Italia un "hub energetico", che dobbiamo trivellare, che questo portera' a ben 25,000 o 30,000 posti di lavoro, che questo ci portera' a risolvere tutti i problemi d'Italia.

Il petrolio portera' soldi, lavoro e felicita' a tutti.

E allora ecco come si trivella in Italia.

Qui un piccolissimo articolo su un pozzo di metano che continua a regurgitare gas a Porto Viro, in provincia di Rovigo dopo una esplosione, nel 2010.



Si' e da un anno e tre mesi! e dallo scoppio del dicembre 2010 che il pozzo continua a rilasciare metano. Nessuno vede, dice fa. Tuttapposto.

Un anno e tre mesi!

Le piante vicino al pozzo sono morte, la gente e' preoccupata dell'aria che respira, il comune ha solo potuto mettere una scritta in cui si dice di non avvicinarsi perche' c'e' pericolo d'incendio.

Questa e' l'Italia delle trivelle.

Ma a guardare bene, non e' questo l'unico caso di pozzo metanifero esploso in Italia.

Nel 1991, a Policoro, ci fu un altro pozzo di gas esploso, ma nessuno ne parlo' e non ne esiste quasi traccia ne sul web, ne sulla stampa. Le foto che vedete me le ha mandate Felice Santarcangelo qualche tempo fa.

E' l'Italia dei pozzi di metano dell'ENI.



Vogliamo parlare dell'oleodotto esploso a Viggiano?

Vogliamo parlare delle galline morte a causa delle esalazioni di idrogeno solforato in Basilicata? 


Vogliamo ricordare lo scoppio di Trecate, in provincia di Novara?


Vogliamo ricordare lo scoppio della piattaforma Paguro?

Sono troppi gli scandali, i problemi, i rischi alle persone e alla natura. Ma a Passera interesssa solo il PIL.

Mi dica, Passera, che ce ne facciamo di un PIL perfetto dopo averla distrutta l'Italia?