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Tuesday, January 8, 2013

La Shell a revisione dopo i disastri in Artico




“This is the latest in a series of alarming blunders, including the near grounding of another of Shell’s Arctic drilling rigs, the 47-year-old Noble Discoverer, in Dutch Harbor and the failure of its blowout containment dome, the Arctic Challenger, in lake-like conditions. SEEC Members believe these serious incidents warrant thorough investigation.”

Da un comunicato della House Sustainable Energy and
Environment Coalition (SEEC) del governo USA



Non che la Shell l'avesse tenuto nascosto. Gia' a Novembre 2012 uno dei suoi dirigenti, Mr. Slaiby aveva annunciato che  

If you ask me will there ever be spills, I imagine there will be spills.

Cioe' loro stessi l'avevano gia' preannunciato - che prima o poi ci sarebbero stati incidenti. Ma poi aggiungevano che

Will there be a spill large enough to impact people’s subsistence? My view is no, I don’t believe that would happen."

e questo perche' le loro attrezzature, navi e infrastruttre sono “second to none in the world”.

Adesso, dopo il disastro sfiorato della piattaforma Kulluk che si e' staccata dagli ormeggi e che e' stata per giorni in balia delle correnti marine, l'amministrazione Obama ha ordinato una revisione di tutti i progetti Shell per l'Artico, che appunto non e' "seconda a nessuno."

Non e' la prima volta che ci sono stati problemi e tragedie evitate per un pelo.

Infatti oltre la Kulluk anche la Noble Discoverer, un altra piattaforma di perforazione si e' quasi arenata fra i ghiacci - ed era estate! - e a Novembre c'e' stato un incendio. La nave di emergenza Challenger che  dovrebbe aiutare e a contenere le perdite in caso di incidenti invece erano difettosi ed avevano perdite.

A Dicembre poi una ispezione della guardia costiera trovo' circa una dozzina di violazioni sui sistemi di sicurezza ed anti-inquinamento della Noble.

Questo per mostrare che non solo la Shell e' incapace di compiere queste operazioni ma che forse e' tutto il modello trivelle ed Artico che non funziona.

Si pone allora possibilita' che dopo 6 anni di investimenti e 5 miliardi di dollari per estrarre petrolio in zone remote ed in condizioni estreme, i progetti per trivellare l'Artico siano tutti da rifare - io direi, da cancellare.

La revisione da parte del Dipartimento dell'Interno durera' 60 giorni e ci si focalizzera' su tutte le problematiche incontrate, fra cui violazioni alla sicurezza e all'ambiente, il malfunzionamento delle attrezzature e di tentativi falliti per recuperare le piattaforme che andavano a zonzo e come queste possano sopravvivere in condizioni di freddo e tempesta, condizioni normali in Artico.

E la Shell cosa ha da dire?

Il loro presidente, Marvin Odum dice che accologono favorevolmente questa analisi del governo e che non sono preoccupati. Dice che che anche se hanno problemi, lui ha "great confidence" nei progetti della Shell.

Come dire, il lupo dice all'agnello che e' tuttapposto.

Il direttore di Greenpeace dal suo canto, Dan Howells dice

We’ve repeatedly been told Shell is the best in the business, and so we can only conclude after this series of mishaps that the best in the business is simply not good enough for the Arctic.

Ci hanno ripetutamente detto che la Shell e' la migliore di tutte, e allora possiamo solo concludere dopo questa serie di problemi che forse la migliore in questo campo semplicemente non e' buona abbastanza per l'Artico.

Oceana ricara la dose aggiungendo che 

The Department of the Interior, after all, is complicit in Shell’s failures because it granted the approvals that allowed Shell to operate,

Il dipartimento dell'interno e', dopo tutto, corresponsabile dei fallimenti della Shell perche' ha concesso alla Shell di operare in Artico.

Per quanto riguarda la Kulluk, non si sa ancora se sia stata danneggiata o no, occorre prima portarla a Seattle e fare una analisi.

Questa e' la stessa ditta a cui stiamo per regalare il golfo di Taranto.




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