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Saturday, April 20, 2013

A Napolitano

Caro Giorgio Napolitano,
Presidente della Repubblica Italiana

neanche finisco di leggerle le cronache di stampa stamattina. Mi basta quel titolo del Corriere: "Non posso sottrarmi" che si riferisce alla sua supposta ricandidatura per la Presidenza della nostra Repubblica a farmi stare in subbuglio.

Io non la capisco questa sua scelta, e mi pare un altro affronto al cittadino medio, che veramente non ne puo' piu' di essere preso in giro.

Lei ha 88 anni. Lo sa? Se lo ricorda? Alla fine del prossimo mandato ne avra' 95 e sara' stato il Presidente per 14 anni. Un Presidente che e' stato nei palazzi per tutta la vita e che ben poco sa e ama e capisce della gente normale, della vita normale.  Un presidente di 90 anni in un mondo che cambia in fretta e senza aspettare nessuno. Le sembra ragionevole tutto questo?

Pure Papa Ratzinger si e' ritirato perche' era troppo vecchio -- e guardi un po che speranza ha dato il nuovo Papa Bergoglio al mondo dei cattolici!

Sicuramente lei inneggia a qualche vago, affrettato -- e se mi consente finto -- senso del dovere su questa scelta.

Non e' vero che lei non puo' sottrarsi.
Lei puo' sottrarsi, certo che puo'.

E anzi, se lo facesse sarebbe un bel gesto di responsabilita' civile.

Lei puo' dire: io sono troppo vecchio, non solo anagraficamente, ma perche' ho gia' dato il mio contributo all'Italia e passo la mano ad altri. E visto che il nome Rodota' circola un po' dappertutto, visto che alla gran parte di noi persone normali va bene la sua onesta' intellettuale, lei puo' indicare questo nome. Puo' dire: invece che me, votate Rodota'.

Sarebbe un bellissimo segnale di cambiamento, di novita', di onesta' morale ed intellettuale. Invece lei si arrocca. Cambiare tutto per non cambiare niente.

Lei dira': si, ma anche Rodota' ha 80 anni. E' vero, non e' un giovanotto nemmeno lui, ma ha dalla sua il fatto di essere un po' minestra nuova, e di poter vedere le cose con occhi e prospettiva diversa da lei, Presidente Napolitano, che e' gia' dentro da tanto tempo e che non sempre ha brillato per coraggio e per amore all'Italia nelle sue scelte.

Ieri e' uscito un articolo spietato del Financial Times sull'Italia - corruzione, poverta', collasso economico, crisi, fine della speranza, vendita dei marchi italiani per quattro soldi, emigrazione 2.0 di gente laureata che se ne scappa, gente che rimane che non ha fiducia alcuna.

Lei ha letto questo articolo? Lei lo sa che mentre vanno avanti tutti questi teatrini a Roma ci sono, anche oggi, come ci sono stati ieri e come ci saranno domani, migliaia di persone che perdono il lavoro e di ditte che chiudono?

E anche se non e' colpa sua diretta, lei fa parte dell'establishment che nel suo complesso, chi piu', chi meno, ci ha portato fin qui. Se si deve cambiare, occorre cambiare veramente, ad iniziare da lei.

Non si rende conto che basta?







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