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Wednesday, April 9, 2014

I sentiment di Federica Guidi



Arriva tutta pimpante in Senato, per parlare delle sue linee strategiche nel nuovo governo Renzi.

E' Federica Guidi, neo Ministro dello Sviluppo Economico in audizione presso la Commissione Industria. Dice di avere avuto poco tempo per prepararsi al suo nuovo ruolo ma che ha un "feeling", un "sentiment" -- ipse dixit -- che vuole illustrarci.

Dice che siamo in un periodo postbellico con il PIL indietro del 10%, ma che c'e' una inversione di tendenza che deve essere consolidato. Il manifatturiero perde il 24%, specie in settori trainanti del made in Italy,  e i consumi sono calati dell'8% con il crollo degli investimenti.

Tutte cose che l'italiano medio sa gia' da tanto tempo,  senza bisogno di sbandierarlo alla Commissione Industria, ma con il "sentiment" della propria vita quotidiana.

Niente paura pero'. Il treno della ripresa, secondo la Guidi --  figlia di Guidalberto ed entrambi vicepresidenti di Confindustria in tempi diversi -- e' in arrivo ed occorre che si fermi presso le nostre stazioni. Parla di misure,  di sburocratizzazione, di competitivita' delle piccole e grandi imprese, di nuovo rinascimento industriale.

Un sacco di paroloni. Scusi, ma mentre era la vicepresidente di Confindustria cosa ha fatto per agevolare tutte queste cose?

Poi arriva al lupus in fabula. La "dimensione energetica".

Dice la Federica un po a parole, un po sulle sue luccicanti slide con fiori e papaveri: ci vuole "massima attenzione allo sviluppo sostenibile", alla "green economy", alle "tecnologie low carbon".

Dall'altro lato pero' dice che "vanno rimossi gli ostacoli allo sviluppo della nostra capacità di rigassificazione per beneficiare della “rivoluzione” dello shale gas", e che "occorre dare corso agli investimenti privati per la ricerca e la produzione di idrocarburi" e che si deve operare la "revisone costituzionale del Titolo V della Costituzione per la centralizzazione delle competenze in materia di infrastrutture energetiche strategiche.”"

Ma.. non le sembra un po contrattittorio tutto questo?

Come facciamo a fare "massima attenzione" per la green economy e allo stesso tempo insistere con le trivelle?

E poi, come e quali sarebbero questi "ostacoli"? L'aria ed i polmoni di tutti quelli che dovranno vivere vicino a questi impianti di rigassificazione o di produzione di idrocarburi nord o sud che siano? Come facciamo a dire alle persone che dovranno sopportare di essere avvelenati per i "sentiment" del neo ministro?

E' troppo facile parlare in generale. Io voglio sapere dove e come si devono rimuovere questi ostacoli. Voglio sapere chi sara' l'agnello sacrificale - la nuova Gela, la nuova Viggiano, la nuova Sannazzaro.

Mi verrebbe da dirle: cara Federica, perche' non ci da lei l'esempio e non propone di trivellare nella sua citta' di residenza, magari a cento, duecento metri da casa sua?

Ma poi vado a vedere e scopro che la Guidi -- donna e pure mamma di una bimba di due anni -- e' di Modena, citta' che ha sofferto per i terremoti della Pianura Padana del 2012 e per i quali non e' ancora ben chiaro se e come ci sia di mezzo il deposito di stoccaggio di Rivara.

Non mi pare il caso di augurare altre trivelle agli Emiliani. Ma e' qui il nocciolo: nessun angolo d'Italia lo merita, perche' questa nazione e' altra cosa rispetto ai deserti dell'Arabia Saudita o del Texas.  E la Guidi, proprio per la sua storia dovrebbe essere piu' di altri sensibile: come fa in cuor suo a volere aumentare rischi, angoscia, paure, bruttezza e veleni per la sua o per altre comunita' d'Italia?

Lo sa Federica Guidi che questi "investimenti privati" sono per la maggior parte di enti minuscoli, che traballano economicamente e che non danno garanzie sufficenti di sicurezza? Esempio in merito:
la Northern Petroleum di Londra, le cui concessioni sono state "archiviate" perche' il capitale con cui avrebbe trivellato i mari di Otranto in Puglia --  miseri dieci milioni di euro per uno dei mari piu' belli dell'Adriatico --  e' stato giudicato "incongruo" dal suo stesso ministero?

E poi arriva il Sud. Il sud dove "fare impresa e' piu' difficile che altrove ma questo non vuol dire che si possa o si debba fare solo turismo", il sud dove ci deve essere l’utilizzo "di risorse energetiche tutte meridionali da troppo tempo dimenticate".

Ma cosa dice? Mi pare che il paradigma energia-sud non sia mai stato dimenticato, e che anzi tutto quello che c'era da spremere e' stato spremuto. Il piu' grande giacimento italiano si trova in Basilicata, con tutti i drammi associati di inquinamento di fiumi, laghi, sorgenti, monnezza e corruzione.

La Sicilia e' quest'anno la regione piu' povera d'Italia. E si che qui ci sono da decenni petrolchimici, pozzi e campi di petrolio in terra e in mare, con tutto lo schifo di cui parliamo ad nauseam. E quindi, continuiamo a sbattere la testa contro il muro?

Qualcuno ci ha mai provato a fare turismo sul serio in Sicilia, in Basilicata, in Italia? Lo sa la Guidi che il turismo continua a crollare nel bel paese perche' non siamo stati capaci di innovare, di offrire esperienza e gentilezza come richiesti dal turista del 21esimo secolo?

Perche' invece che promuovere le trivelle, la Guidi non ha detto che occorre sconfiggere la mafia e l'evasione fiscale che e' cappio al collo di qualsiasi impresa?

Altro che nuovo governo, qui e' la stessa minestra di Passera. E' tutto fumo negli occhi di un ministro che a parte i "sentiment" non pare avere "intelligent ideas". 

A tutte le comunita' che combattono coraggiosamente contro la petrolizzazione dei loro territori, da Vercelli a Siracura: non crediamoci, siamo piu' intelligenti di questo.

I fiori e i papaveri delle slide della Guidi muoiono stecchiti sotto le pedate dei petrolieri, e lo sappiamo tutti.

Il video della Federica Guidi e' qui.

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