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Monday, April 21, 2014

Monezza e incendi petroliferi - Frosinone e Campobasso



La messa di Pasqua sulle coste della Louisiana per ricordo delle vittime dello scoppio della Deepwater Horizon, 20 Aprile 2010






Monnezza petrolifera dagli anni '60 ad oggi - Molise
dal sito Primonumero.it


Qui i pozzi-immondezzai 

Qui i pozzi di provenienza



Scoppio di pozzo petrolifero a Frosinone


Sono passati quattro anni esatti dallo scoppio nel Golfo del Messico, e moltissimi sono i problemi che ancora affliggono le popolazioni locali, macchie di petrolio che ogni tanto ricompaiono a galla, problemi alla pesca e alla salute dei residenti, sebbene la BP abbia speso finora 24 miliardi di dollari per la pulizia.

Ne abbiamo parlato tante volte: si pensa che sia tutto risolto nel golfo, che e' tuttapposto dappertutto, mentre invece scoppi e perdite ci sono tutti i santi giorni, di entita' piu' lieve certo che quello della Louisiana del 2010, ma sono frequenti ed immancabili.

La cosa triste e' che delle conseguenze di tutta questa monnezza e di tutto questo petrolio che finisce in mare, nelle falde, nei terreni, si sentiranno per anni ed anni ancora a venire.

Ed e' qui il punto - occorre prevenire oggi di modo che fra 20 o 30 anni non ci sia da combattere con nuove terre dei fuochi, nuova morte e nuovo dolore.

Intanto ecco vicende petrolifere d'Italia.

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Inziamo in Molise, dove le autorita' hanno trovato materiale radioattivo di origine petrolifero in alcuni pozzi dismessi. La cosa non mi stupisce affatto, e diciamo che sono sicura che ovunque cercheranno monnezza petrolifera, la troveranno.

Perche' se lo fanno in Norvegia, come possono non farlo in Italia?

Siamo a Cercemaggiore, in provincia di Campobasso, dove in alcuni pozzi di 3000 metri di proprieta' della Montedison, l’Arpa Molise ha registrato tassi di radioattivita' dieci volte superiore ai limiti legali. La radioattivita' si e' sparsa per un raggio di circa un chilometro nella vallata attorno ai pozzi.

E cosa c'era dentro questi pozzi di morte?

C'erano "acque reflue" di scarto con monnezza che venivano in parte da Melfi, in Basilicata, dove la Montedison sfruttava otto pozzi di petrolio nella concessione Masseria Spavento.

A Cercemaggiore c'erano, secondo le schede dell'Unmig, tre pozzi esplorativi di cui uno a gas (Santa Croce 001), uno ad olio (Cercemaggiore 001), e uno sterile (Cercemaggiore 002).  La radioattivita' maggiore e' registrata attorno a Santa Croce 001.

Questi tre pozzi risalivano agli anni '60, e secondo Salvatore Ciocca, consigliere regionale del Molise, dal 1962 fino al 1988 - cioe' per 26 anni - non sono mai stati eseguiti controlli ne su cio' che ci finiva dentro ne su cio che si estraeva.

Per 26 anni!

Secondo la ricostruzione di Primonumero.it, i pozzi vennero aperti nel 1962 e dopo la fine delle attivita' estrattive e di esplorazione, in cui il petrolio veniva mandato a Taranto, si passo' al riempimento con material di scarto da Melfi.

Nel 1981 si passa a reiniettare 120 mila metri cubi - 120 mila litri -  di fluidi di scarto dalle estrazioni di petrolio nel pozzo Cercemaggiore 001.  Il Consiglio comunale della citta' di Cercemaggiore si oppose perché "le acque erano putride a causa del funzionamento abusivo del pozzo" ma il riversamento ando' avanti lo stesso.

Chissa' che schifo c'era li sotto. Bleah.
la reimmissione dei fluidi associati alla produzione di idrocarburi liquidi per 120mila metri cubi nel pozzo denominato Cercemaggiore 1 del cantiere estrattivo Capoiaccio, indicando le misure di controllo continuo delle operazioni per seguire le evoluzioni dell’intasamento e gli eventuali effetti. In quell’anno era la stessa Regione che era autorizzata ad effettuare i controlli.
Secondo   la delibera del 26 del 21 aprile 1981    il Consiglio comunale si oppose perché nelle acque erano putride a causa del funzionamento abusivo del pozzo. Ma il parere del Comune non venne preso in considerazione.
- See more at: http://www.greenreport.it/news/energia/pozzi-radioattivi-cercemaggiore-si-teme-il-disastro-ambientale/#sthash.xlYndUYZ.dpuf
la reimmissione dei fluidi associati alla produzione di idrocarburi liquidi per 120mila metri cubi nel pozzo denominato Cercemaggiore 1 del cantiere estrattivo Capoiaccio, indicando le misure di controllo continuo delle operazioni per seguire le evoluzioni dell’intasamento e gli eventuali effetti. In quell’anno era la stessa Regione che era autorizzata ad effettuare i controlli.
Secondo   la delibera del 26 del 21 aprile 1981    il Consiglio comunale si oppose perché nelle acque erano putride a causa del funzionamento abusivo del pozzo. Ma il parere del Comune non venne preso in considerazione.
- See more at: http://www.greenreport.it/news/energia/pozzi-radioattivi-cercemaggiore-si-teme-il-disastro-ambientale/#sthash.xlYndUYZ.dpuf

Antonio di Pietro commenta: «Tutti sapevano dei camion che attraversavano i paesi del Molise, ma nessuno ha mai saputo cosa contenessero  i container, mentre il materiale veniva nascosto nei pozzi e poi ricoperto con il cemento».

Ma di grazia, possibile che in tutti gli anni in cui lei e' stato al governo non le sia venuto in mente di controllare?

Qui la ricostruzione della storia come fatta dal quotidiano molisano Primonumero.it
Monnezza radioattiva petrolifera di cinquanta anni fa che viene fuori solo ora.
Chissa' quanta altra ce n'e' sparsa per le campagne e i pozzi dismessi d'Italia.
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Passiamo al Corriere - Roma che riposta che a Ripi, nei pressi di Frosinone c'e' stato un incendio presso un pozzo petrolifero nella concessione Strangolagalli il giorno 18 Aprile 2014.

Da alcune sterpaglie si sono sparse delle fiamme che sono giunte a chiazze di petrolio (che ci facevano le chiazze di petrolio a cielo aperto??) e si e' creata una colonna di fumo nero di cinquanta metri.  Sono stati bruciati trecento litri di petrolio - pare che ci sia stata una perdita lungo la conduttura che collegava i pozzi dai serbatoi.

I pozzi, circa una trentina di cui quattordici attivi, sono operati dalla Pentex Italia: si estraggono qui circa 1520 barili al giorno.  In Italia ne consumiamo un milione e mezzo al giorno -da Ripi arriva lo 0.1% del fabbisogno nazionale.

La Pentex Italia ha sede in Birksheads House, in Inghilterra ed una sede secondaria a San Giovanni di Ripi, in provincia di Frosinone.

Tutta salute, eh?





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