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Monday, December 21, 2015

Quattro contadini nigeriani contro la Royal Dutch Shell in un tribunale olandese





Nigeria, la foresta dopo l'incendio - grazie alla Shell.



Nigeria, il fiume arso al petrolio - grazie alla Shell.





Nigeria, pesci al petrolio - grazie alla Shell.

“Today’s ruling is a landslide victory for environmentalists 
and these four brave Nigerian farmers who, for more than seven years, 
have had the courage to take on one of the most powerful companies in the world” 

Geert Ritsema, Friends of the Earth. 


I riversamenti sono vecchi di dieci anni. 
La maggior parte della gente se n'e' andata. 
La vita e' intollerabile. L'acqua e' inquinata e non si puo' bere. 
La pesca e' scomparsa. Sulla terra non cresce piu' niente.  

Barizaa Dooh, Nigeria




Il giorno 18 Dicembre 2015 la corte d’appello di L’Aia ha dato il via libera a quattro contadini nigeriani che potranno procedere nel portare la Shell a processo in un tribunale olandese per disastri ambientali e infrazioni ai diritti umani in Nigeria. E’ una decisione storica perchè è la prima volta che presunti crimini di Nigeria verranno discussi in Olanda, in un tribunale olandese, con l’opinione pubblica olandese e con pene olandesi. In più la Shell dovrà fornire accesso a tutti i documenti interni dove potrebbero esserci informazioni sensibili su inquinamento e maltrattamenti.

La storia va avanti da almeno sette anni, perché la Shell (non é una sorpresa!) ha cercato in mille modi di ostacolare questa decisione, ma le associazioni ambientalisti olandesi Milieudefensie e Friends of the Earth, i loro avvocati e sopratutto i quattro signori della Nigeria hanno perseverato.

La storia inizia nel 2008. Friday Alfred Akpan dal villaggio di Ikot Ada Udo, Barizaa Dooh dal villaggio di Goi e Alali Efanga e Fidelis Oguru, entrambi del villaggio di Oruma, assieme a Friends of the Earth decidono di denunciare la Shell perché secondo loro il colosso petrolifero gli aveva inquinato campi e laghi di pesca senza cercare di rimediare, nonostante le ripetute richieste. La colpa era di perdite da oleodotti nel 2004 e poi nel 2007, che nemmeno la Shell contestava. Un tempo orgogliosi pescatori, erano stati ridotti al lastrico. Le perdite non erano mai state ripulite. Campi e laghi sono inquinati tuttora.

Nella causa, i quattro chiedevano che la Shell ripulisse il tutto, che li ricompensasse per le perdite subite e che venissero installate misure preventive affinché niente di tutto ciò potesse accadere in futuro. Decisero di rivolgersi ai tribunali olandesi per avere giustizia. Nel Gennaio del 2013 una corte minore stabilì che non si poteva andare avanti perché le perdite, come argomentato dalla Shell, erano dovute ai sabotaggi e non alla loro negligenza. Ma gli attivisti hanno persistito: secondo loro gli oleodotti difettavano di manutenzione e di cura, e in ogni caso, erano di proprietà della Shell ed era loro compito bonificare, qualunque fosse il motivo delle perdite. In questi giorni la decisione finale: la causa potrà andare avanti in un tribunale olandese.

Elencare le liste dei crimini Shell contro la natura e contro le persone è troppo lungo per questo spazio. Ce n’è per tutti i colori con altri processi, con un ruolo di spicco nella morte di Ken Saro Wiwa, e anche un reportage delle Nazioni Unite che non lascia scampo a malintesi. In Nigeria la Shell ha distrutto quasi ogni cosa che ha toccato. 

Questi fatti ci riguardano non solo perché facciamo tutti parte del genere umano, ma perché la Shell è la stessa che vuole venire a trivellare i mari d’Italia – lo Ionio e i mari di Sicilia nello specifico, nonché i campi del Veneto in partnership con la Sound Oil.   C’è da fidarsi? Saranno più carini con gli italiani? Ci sono due pesi e due misure?

Intanto vedremo cosa avrà da dire la corte Olandese.

Per ora ecco qui le testimonianze dei quattro condadini nigeriani: 

 
1. Barizaa Dooh.

Nel Settembre del 2004 ci fu una perdita di petrolio lungo l'oleodotto Trans-Niger di proprieta' della Shell. Il petrolio e' finito dalle tubature nei fiumi. Abbiamo poi notato delle nubi di fumo venire fuori dalla foresta, con l'alimentarsi di un incendio di grande portata. Anche il fiume si e' incendiato in tempo veloce ed era infuocato. Abbiamo raggruppato un gruppo di persone nel minor tempo possibile per cercare di contattare la Shell. La Shell e' venuta il giorno dopo con pompieri, poliziotti e soldati. Per tre giorni hanno cercato di spegnere il fuoco, ma quando si sono accorti che non erano capaci di farlo, hanno semplicemente lasciato che il fuoco ardesse da solo fino alla fine, lasciando morire tutte le mangrovie.

A causa delle perdite di petrolio ho perso tutto. Le barriere attorno ai miei laghetti di pesci sono stati distrutti dall'incendio, e cosi' il petrolio e' entrato nei miei laghi ed ha ammazzato tutti i miei pesci. Le cinque canoe che avevo sono tutte bruciate, il mio campo agricolo di cassava si e' incendiato e tutti gli alberi che avevo piantato sono finiti in fumo. Non mi e' rimasto niente. Tutto il denaro che ho salvato, tutti i sacrifici di una vita, e' stato tutto invano. Sono gia' coinvlto in altri casi contro la Shell, e non ho piu' soldi per contribuire ad un altra causa contro la Shell.

Barizaa Dooh e' morto tre anni fa e non potra' vedere il risultato del processo contro la Shell. E' presente all'Aia suo figlio, Eric Dooh.

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2. Friday Alfred Akpan.

La Shell viene solo per tappare i buchi. Poi lasciano i villaggi senza pulire l'inquinamento, ripristinare l'area, o pagando compensi per i danni fatti. Sono arrabbiato, molto arrabbiato.

Durante gli scorsi 10 anni, vapori tossici e sostanze marroncino si sono disperse con regolarita' dall'impianto Shell presso Ikot Ada Udo. Gli abitanti dei villaggi riportano molteplici perdite durante il periodo 1996-1999 e 2004.

La comunita' soffre ancora a causa di queste perdite. I villaggi confinanti di Mkpat Enin, Oruk Anam e Ukanafun spesso riportano problemi di salute. L'acqua potabile nel fiume conteneva petrolio ed era tossica. Continuavamo ad ammalarci. Infatti, e' stato solo dopo che abbiamo capito che la causa dei nostri problemi erano le perdite di petrolio. Alcuni ragazzi a cui avevamo chiesto di monitorare il luogo da cui il petrolio fuoriusciva, di modo che nessuno potesse appiccare il fuoco, si sono aammalati. Uno e' anche morto.

La Shell si e' rifiutata di fare qualsiasi cosa di sostanziale per la comunita'. Si sono solo assicurati che il petrolio smettesse di fuoriuscire. Recentemente hanno costruito una barriere attorno all'installazione petrolifera e la Shell ha dato del denaro per l'approvigionamento idrico. A causa dei procedimenti penali in corso l'attenzione per il nostro villaggio e' cresciuta, ma i pesci non crescono piu' nei miei laghetti.

Non abbiamo potuto usare il terreno e l'acqua del villaggio per gli scorsi 4 anni a causa della negligenza della Shell. Dovrebbero compensarci per questo.

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3.  4. Fidelis Oguru e Alali Efanga


Il 26 Giugno 2005 una ditta di sicurezza che operava per conto della Shell scopre una falla presso Oruma, nella zona di Bayelsa. Nelle vicinanze i laghetti di pesca commerciale del capo comunita' Fidelis Oguru e del suo aiutante Alali Efanga. La Shell contratto' una ditta per il ripristino ambientale nell'Ottobre del 2005. Quattro mesi dopo. Furono scavati molti fossetti accanto ai laghi dei pescatori.
La terra inquinata fu spostata nei fossetti e arsa.

Fidelis Oguru:

Ho visto il greggio venire su da dove giacevano gli oleodotti della Shell. Il petrolio galleggiava sulla superficie del fiume e copriva i nostri laghetti, i nostri campi e i nostri prodotti agricoli.  

Tutta la vita maria nei laghi e' morta - aragoste, granchi e gamberetti e i pesci - il che significa che gli abitanti del villaggio sono rimasti senza il loro sostentamento ed i loro introiti per molti anni. Centinaia di alberi con valore economico attorno ai laghi sono morti anche loro oppure hanno smesso di produrre frutto a causa dell'inquinamento.

Le operazioni di pulizia furono inadeguate e anche controproducenti. In seguito all'operazione i laghetti erano ancora pieni del petrolio che aveva ucciso tutti i pesci.

Alali Efanga:

I nostri laghi, tutta la terra agricola, tutto e' stato danneggiato. Io ho ereditato i laghi da mio padre che e; morto. Ho perso i miei introiti a causa delle perdite di petrolio. Adesso a stento riusciamo a sopravvivere. A volte vado nei boschi o faccio dei lavoretti per una ditta per tre euro al giorno.

A tuttoggi, dopo 7 anni i pesci non sono piu' tornati nei laghi di Fidelis e di Alali. La maggior parte delle operazioni di pesca in questa parte della foresta sono state abbandonate perche' l'acqua e' ancora troppo inquinata e i pesci non sopravvivono.









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