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Thursday, December 3, 2015

Texas: 42 milioni di dollari per riversamento di monnezza tossica in mare



 "No operator should place oil production goals ahead of protection
 of its workers or the marine environment"

Nel giudizio contro la ATP oil and gas condannata 
a pagare 42 milioni di dollari per riversamenti in mare

Uno dei mantra dei petrolieri che sento ripetere dal 2007, quando e' iniziato il mio attivismo, e' che i fanghi di trivellazione -- a terra, in mare -- sono composti innocui, a base di acqua, con ingredienti biodegradabili e con effetti "nulli e trascurabili" sull'ambiente. I petrolieri lo scrivono su ogni santa valutazione ambientale che ho potuto leggere.

Puo' darsi che sia cosi, e che i nostri petrol-amici d'Italia siano maghi del sottosuolo e che riescano ad arrivare a quattro o cinque chilometri sotto la crosta terrestre con acqua e benigne polverine magiche. Ma da quest'altro dell'oceano il caso della ditta petrolifera ATP Oil and Gas di Houston mi da molto da pensare.

Questa ditta ha appena patteggiato il pagamento di quasi 42 milioni di dollari di multa per il riversamento illecito in mare di sostanze chimiche e di composti petroliferi dannosi all'ambiente. Il riversamento e' arrivato dalla piattaforma ATP Innovator nel golfo del Messico a 125 miglia da New Orleans.

Contro la ATP, il Dipartimento della Giustizia e dell'Interno americano, il Bureau of Safety and Environmental Enforcement, e l'Environmental Protection Agency, una sorta di Ministero dell'Ambiente. Il caso si e' concluso il 19 Novembre 2015 con due patteggiamenti firmati in Texas e Louisiana da parte della ATP Oil and Gas, e con il pagamento di 42 milioni di dollari.  Fra le accuse quella di usare tubature che convogliavano segretamente materiali illegali e petrolio in eccesso in mare.

La piattaforma ATP Innovator e' stata installata nel 2006, e aveva un sistema di trattamento di acque e fanghi di scarto a bordo. Cioe' prima di mandare il materiale tossico in mare, prassi del tutto normale nell'industria petrolifera, checche' se ne dica in Italia, questo materiale doveva essere trattato. La piattaforma aveva anche dei sistemi di monitoraggio in modo da misurare la tossicita' di questi rifiuti dopo il trattamento e prima di essere mandati in mare.

Un bel giorno del 2012 arriva un ispettore. Trova un tubo nascosto che mandava rifiuti di perforazione in mare senza essere ne' trattati ne' analizzati.  Il tubo era collegato ad una tanica di dispersanti che servivano a diluire petrolio e scarti in modo da favorirne il camuffamento, una volta arrivati in mare. Il dispersante si chiama Cleartron ZB-103 e la tanica aveva anche la scritta "dannosa alla vita marina" che il diligente ispettore fotografo'.

Il tutto era ovviamente illegale. La piattaforma incriminata fu rimossa nel 2013. Nel 2014 la prima richiesta di multa di un milione di dollari. Ma in questi giorni il pagamento e' salito a 42 milioni. 41.95 per la precisione. Perche' cosi elevata? Per il principio di multe salate che fungano da deterrenti.

L'Assistant Attorney General John Cruden ha infatti detto che il comportamento illegale e pericoloso della ATP ha portato a questa severa decisione come esempio per il futuro in modo che altre ditte non commettano simili atti. Ha anche aggiunto che nessun operatore e' autorizzato a mettere i profitti davanti alla protezione dell'ambiente e dei propri lavoratori.


Ma per quando riguarda la ATP, non ci sono problemi, non riversera' piu' niente di tossico in mare:
E in Italia? Oh no, in Italia non ci sono problemi, neanche qui. I riversamenti non ci sono per nessun motivo secondo le valutazioni di impatto ambientale presentate presso i nostri ministeri, e se pure ci fossero sarebbero solo acqua e composti biodegradabili.

Qui le immagini 


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