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Monday, May 2, 2016

La piattaforma Troll a 32 metri di altezza sul livello del mare


Piattaforma Sable, con gambe allungabili per i cambiamenti climatici






Piattaforma Troll costruita perche' si prevedevano 30 metri di 
innalzamento dei livelli del mare.

Tutti quelli che ricordano gli anni novanta, ricordano anche il summit del clima di Kyoto del 1997 in cui si decise di tagliare a livello planetario le emissoni di CO2 in atmosfera. In un primo momento anche gli USA erano d'accordo nel firmare e ratificare questi accordi.

Poi iniziarono le campagne mediatiche dei petrolieri.

Pochi sanno che in quegli stessi giorni di Kyoto la MobilOil, adesso fusasi con la Exxon, compro' della pubblicita' sul New York Times e sul Washington Post.  Scrissero a caratteri cubitali che la scienza dei cambiamenti climatici era "troppo incerta" e che queste restrizioni di cui si parlava nella lontana Kyoto avrebbero portato a crolli nell'economia mondiale.  Misero su una enorme macchina politica e di propaganda per dire a tutti "non lo sappiamo" se il clima cambia e quindi perche' porre freni all'industria fossile?

Ma e' ancora minore il numero di persone che sa che un anno prima, nel 1998, la stessa MobilOil stava costruendo una serie di piattaforme speciali nel nord del Canada, in Nova Scotia, che avrebbero dovuto essere resistenti ai cambiamenti climatici: potevano essere innalzate o abbassate a piacimento e per adeguarsi ai livelli del mare, pensavano a come trivellare l'Artico una volta che le nevi si sarebbero sciolte e a speciali tipi di miscele anti-corrosive in un ecosistema che cambiava. Le ditte del petrolio sapevano dei cambiamenti climatici gia' dagli anni '80 e sapevano che era colpa delle estrazioni di petrolio e di gas. Cioe' sapevano che era colpa loro.

E quindi pubblicamente dicevano "tuttapposto", privatamente ammettevano che non era cosi e si preparavano ad affrontare e a sfruttare i cambiamenti climatici nel loro interesse.

Prima di Kyoto la faccenda dei cambiamenti climatici non era ben nota al grande pubblico. Fu la Exxon la prima a studiarli, e quando si rese conto di cosa veramente avrebbero significato, si affrettarono a minimizzare, nascondere, fare il lavaggio del cervello alle persone. Ma avevano capito e fra petrolieri inizio' la corsa all'adattamento.


Fra i primi impianti costruiti con in mente i cambiamenti climatici, il campo di gas Sable, Canada. Assieme alla Mobil Oil erano qui coinvolte la Shell e Imperial Oil, di proprieta' della Exxon.  Gli ingegneri scrivevano che i loro calcoli li portavano ad assumere che nel corso di 25 anni il livello del mare, grazie ai cambiamenti climatici, poteva aumentare di mezzo metro. Oltre a Sable, altri progetti climate-change-resistant venivano programmati nei mari del Nord e nell'Artico.

La scienza indipendente inizio' a parlare di cambiamenti climatici verso la fine degli anni ottanta. Nel 1988 James Hansen della NASA disse che era sicuro al 99% dei cambiamenti climatici. L'ONU creo' in quello stesso anno il suo Intergovernmental Panel on Climate Change.

Ma i petrolieri si erano gia' portati avanti: perfezionavano i loro progetti in silenzio, e iniziarono con la propaganda mediatica che divento' incessante dopo Kyoto. Si organizzarono per bene e crearono un consorzio comune detto "Global Climate Coalition" per dire che non c'era niente da temere. Spesero milioni di dollari per convincere politici, il pubblico, i professori che il clima era e sarebbe rimasto lo stesso di sempre. Nel frattempo spesero miliardi di dollari per adeguare le loro infrastrutture.

Addirittura fecero circolare video a giornalisti, alla Casa Bianca e pure a quelli del Medio Oriente, spiegando loro che seppure fosse tutto vero, questi supposti cambiamenti climatici avrebbero potuto essere ottimali per l'agricoltura e che sarebbe stata la fine della fame nel mondo!

E' come il referendum in Italia: i lobbisti, i petrolieri, gli affaristi hanno, oggi come allora, molti piu' soldi, tempo, agganci degli scienziati indipendenti. Per di piu' a quel tempo non c'erano internet su larga scala, facebook e tantomeno una coscienza civile diffusa. In poche parole, fu una campagna mediatica sbilanciata e inarrestabile. Potevano dire quasi tutto quello che volevano, e lo dissero, su disoccupazione, costi elevati dell'elettricita', declino della qualita' di vita negli USA.

Gli credettero.

Ma Sable andava avanti. Cosi pure Troll, nei mari del Nord un mostro della Shell di 30 metri di altezza dalla superficie del mare, costruita cosi in alto perche' ci si aspettavano altrettanti metri di mare in piu' a causa dei cambiamenti climatici. Anzi, invece che 30, si decise poi 32 metri dalla superficie del mare, per "essere sicuri". Troll esiste ancora ed e' una piattaforma da film dell'horror a vederla. Installarono maggiori impianti di sicurezza contro gli uragani, e si studiarono come creare tubature ed oleodotti  piu' resistenti alle intemperie del clima.


Una volta morta Kyoto, il Global Climate Coalition pian piano si sciolse. Il lavoro era stato fatto: gli USA non avrebbero firmato Kyoto, il pubblico non credeva ai cambiamenti climatici e potevano tornare a fare quello che avevano sempre fatto: trivellare.

Ma anche se sotto altri nomi, la propaganda continuo'. Fra il 1998 e il 2005 la sola Exxon Mobil diede almeno 15 milioni di dollari a vari altri enti negazionisti.

I livelli del mare attorno a Sable sono aumentati.










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