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Monday, September 12, 2016

l'INGV: estrarre metano significa che non ci saranno terremoti. No, non e' Lercio.




I risultati illustrano che la presenza di giacimenti 
produttivi indica che le sottostanti faglie sismogeniche 
non sono in grado di generare forti terremoti. 



Oddio.

Non so se siano risate o lacrime. Ma come ci pensano a certe cose?

Ecco qui. Studi recenti dell'INGV dicono che "la presenza di giacimenti produttivi indica che le sottostanti faglie sismogeniche non sono in grado di generare forti terremoti."

Ovviamente solo il Italia, eh?

E' un articolo pubblicato su "Le Scienze" del 12 Novembre 2015, a sua volta estratto da un altro articolo sulla rivista ``Natural Hazards and Earth System Science"  della European Geophysical Union. 

Quello che e' interessante e' che l'articolo si apre con la seguente domanda:

"Come conciliare l'opportunità di utilizzare le risorse energetiche che il territorio offre con il diritto alla sicurezza di tutti i cittadini?"

Come dire: dobbiamo per forza "conciliare" e trovare un modo per fare coesistere queste "risorse" energetiche con il ricordo, la paura e i danni del terremoto del Maggio 2012. E qui, in questo articolo, c'e' la risposta.

Infatti quale altro metodo migliore che non un bell'articolo dell'INGV dove e', ovviamente,  tuttapposto? E anzi, il titolo dice chiaramente che la presenza di giacimenti di metano sono una "assicurazione" contro i terremoti.

Addirittura.

Ad annunciare cotanta scienza, un gruppo dell' INGV come detto prima e dell'OGS, che stanno per Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale: Marco Mucciarelli e Federica Donda dell'OGS di Trieste e Gianluca Valensise dell'INGV di Roma.

Dicono di aver scoperato un meccanismo che lega la presenza di giacimenti di metano ai processi geologici che hanno permesso l'accumulo di metano, e che al contempo generano i terremoti.

Il nostro trio dice ha scelto un sito in Pianura Padana  di 10,000 chilometri quadrati attualmente adibito ad estrazione di metano e che e' soggetta a terremoti, incluso quelli del 2012.

Hanno poi preso in considerazione 455 pozzi produttivi ed improduttivi e li hanno messi in correlazione con i terremoti del 2012 e quelli piu' remoti del 1570 a Ferrara e del 1624 ad Argenta.

Cosa trovano?

Anticorrelazione. E cioe' che i pozzi sopra alle faglie sono improduttivi.

Per i pozzi che sono lontano dalle faglie invece sono produttivi il 46%.

Come mai? Semplice.

Testauli parole

 "un forte terremoto è necessariamente causato dallo scorrimento relativo dei blocchi di roccia che formano una faglia di grandi dimensioni. E attraverso terremoti successivi questa faglia può fratturare il serbatoio naturale che contiene il metano, causandone la dispersione e rendendo improduttivo il giacimento. I giacimenti produttivi si troverebbero invece sopra faglie più piccole, in grado di causare solo terremoti più modesti, o in corrispondenza di faglie più grandi ma incapaci di generare terremoti per la particolare natura delle rocce che le formano”

Non ho ben capito la logica: un terremoto porta alla faglia che "frattura" un serbatoio naturale?

Eh?

Vogliono dire che il terremoto porta la faglia a spaccare il giacimento e che quindi dopo il metano fuoriesce? E che quindi, dopo che si e' svuotato non resta piu' niente e quindi il giacimento e' inproduttivo?

Ma di questa supposta spaccatura iniziale non ci dobbiamo preoccupare? O le spaccature sono gia' tutte successe millenni fa?

E che vuol dire che i giacimenti produttivi sopra le faglie naturali sono "incapaci di generare terremoti per la particolare natura delle rocce che le formano"? Qual'e' questa particolare natura? E davvero loro sanno che se tu estrai, riempi, reinietti, per anni ed anni, questa roccia mai e poi mai avra' problemi?

Solo in Italia abbiamo questa roccia speciale?

E ancora, che vuol dire che i giacimenti produttivi sono sulle faglie piu piccole in grado di causare "terremoti piu' modesti". Che vuol dire piu' modesti? Di che intensita'? Loro possono garantire una soglia? Qual'e' questa soglia? E se si, come fanno a sapere che non verra' mai superata?

E poi interessante che interpretino questa supposta anticorrelazione a loro favore. Se vi ricordate,  quando si e' parlato di correlazione a ICHESE, subito tutti a dire "correlation is not causation", cioe' che la correlazione trivelle/terremoti non significa che le trivelle causino i terremoti.  Solo che le due cosa, per puro caso, sono correlate, e seguono gli stessi andamenti spazio-temporali.

Ma se per ICHESE la correlazione non significava trivelle e reiniezione=teremoti, perche' qui invece l'anticorrelazione significa trivelle - niente terremoti?

Mistero della fede.

Comunque.

Dopo avere speigato questo "meccanismo assicurativo" contro i terremoti, gli autori di Le Scienze
spiegano che ovviamente questo ha ricadute applicative.

E cioe' che le faglie che potrebbero scatenare terremoti sono solo quelli dove i giacimenti di metano non sono produttivi.

D'altro canto,

``un giacimento produttivo non può trovarsi al di sopra di una faglia in grado di produrre un forte terremoto - dunque pericolosa - e ovviamente non vi è alcun interesse economico a sfruttare giacimenti quasi certamente improduttivi."

Ah! Eccoci qui. Tuttapposto allora! Siccome i giacimenti produttivi non possono *assolutamente* stare sopra ad una faglia attiva, li possiamo sfruttare perche' non sono pericolosi! Dunque ecco qui la conciliazione tanto agognata: possiamo ora``riconciliare l’utilizzo delle risorse energetiche del territorio con il sacrosanto diritto alla sicurezza per tutti i cittadini."

Tuttapposto allora!

Trivelliamo dappertutto! 

Ci rassicura "Le Scienze!"


Questi studi, sono finanziati dalle tasse del contribuente italiano, che non solo deve sentire che in Italia, unico paese al mondo, la sismicita' indotta non esiste e non esistera' mai, ma anzi, che trivellare ed estrarre metano e' una assicurazione contro i terremoti!

Senza parole.

Si vede che l'EPA, l'USGS, il Prof. Cliff Frohlich del Texas, la Schlumberger che annuncia la sismicita' indotta nei suoi campi di gas in Russia, e pure la Exxon e la Shell che hanno pagato 5 miliardi di dollari agli olandesi per avere innescato terremoti a Groningen con le loro trivelle, quelli non capsicono niente e ci vuole lo studio dell'INGV a chiarare le cose e a farci stare tranquilli.

Senza parole.

Ma il fatto e' che nonostante quelli che io reputo deliri,  noi altri persone di buon senso sappiamo che la verita e' un altra.

Le trivelle, la reiniezione possono causare terremoti, non sempre e non dapprtutto, ma possono.  Possono anche non innescarla, certo. Ma le dinamiche del sottosuolo sono troppo sconosciute affinche' noi possiamo veramente predite cosa accadra' fra 5, 10, 20, 30 anni di trivelle e di reniezione. Quindi, il rischio esiste, e sta a noi decidere se e per cosa ne valga la pena.

Tutto qui. A mio modesto parere non esiste nessuna "assicurazione" contro i terremoti, e men che meno puo' esserlo un pozzo di gas.

Con tutti i suoi difetti, God bless American Science.

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