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Monday, October 3, 2016

OIl gas: 100 ditte fallite. Tesla: raddoppio vendite. Energia: rinnovabili costano meno che fossili.









“Solar power delivers cheapest unsubsidised electricity ever, anywhere, by any technology"

 Michael Liebreich
Bloomberg New Energy Finance, direttore



E' una rivoluzione che forse arriva tardi, ma che e' stata messa in moto.

Dopo due anni di prezzi follemente bassi, l'industria del petrolio e' in ginocchio.

Le ditte con costi alti e petrolio difficile da estrarre -- cioe' il greggio-monnezza con alti livelli di impurita' e posti in giacimenti scomodi -- sono andate all'oblio.

Ci sono stati nel solo Nord America ben 100 fallimenti di petrolieri. Cento in due anni!

Molte altre ditte hanno dovuto ridimensionarsi.

Ma non e' finita qui: gli analisti predicono che ci saranno altrettanti fallimenti nei mesi a venire.  Bill Rhea, consulente petrolifero dice che molte delle compagnie che non sono (ancora) fallite sono riuscite a salvarsi perche' avevano dei cuscinetti-salvezza dal passato. Avevano per esempio dei contratti gia' fissati in anni precedenti a prezzi piu' alti di quelli di mercato, e che quindi sono riuscite a tirare avanti per il rotto della cuffia. Ma i prezzi continuano a restare bassi e quindi, questi cuscinetti-salvezza svaniscono:

"I think we've got easily another 12 to 18 months, and we could see as many filed bankruptcies from here on out as have (already) filed in the upstream sector"

E poi ci sono i creditori che hanno atteso a lungo e con pazienza per riavere i soldi prestati, nella speranza di vedere i prezzi del greggio risalire. Ma a un certo punto subentra il realismo e... magari decidono di chiedere i pagamenti indietro, quale che sia il prezzo ma *adesso*. Ergo... occorre pagare!

Dunque, considerate le perdite e la mancanza di liquidita', l'unico modo per venirne fuori e' la bancarotta.  Dalle parole di un altro analista, Patrick Hughes:

"The only way you can solve those problems is through the bankruptcy process"

Sara' una catastrofe?  Beh, per i petrolieri forse si. Ma non certo per noialtri.

Intanto, arrivano i report della Tesla. Le vendite rispetto al 2015 sono raddoppiate grazie all'arrivo di nuovi modelli: il marchio di lusso Model S ma anche la Model X, una SUV. Sono queste ancora macchine costose, ma si prevede che i numeri cresceranno ancora grazie al Model 3 che invece verra' messo in vendita nel 2017 e che, a $35,000 meno ribassi che variano da stato a stato negli USA, e' considerato un prezzo abbordabile.

Si calcola che la Model 3 eliminiera' i consumi di petrolio di circa 300,000 barili di petrolio *ogni giorno* se tutto va secondo le previsioni. Visto che qui negli USA ne consumiamo circa 20 milioni al giorno, non e' una cifra proprio trascurabile. E' l'1.5%. Solo dalla vendita delle Tesla nuove. Un piccolo-grande passo.

E poi c'e' la Chevrolet Bolt, la macchina elettrica "normale" anche lei nello stesso regime di prezzo della Model 3 che presto sara' immessa sul mercato.  Tutte o quasi le ditte automobilistiche hanno progetti di lanciare autombili elettriche nei prossimi anni. Per moda o per amore, non conta. L'importante e' che lo facciano. Succedera' e succedera' prima di quanto ce lo aspettiamo.

E dulcis in fundo....

Le rinnovabili iniziano a costare meno delle fonti fossili.

Secondo il Carbon Tracker Initiative (CTI) i costi dell'energia nel 2016 sono inferiori per il solare e per l'eolico rispetto all'energia prodotta da carbone e del gas.  Per di piu' se costruissimo *oggi* quattro nuove centrali a carbone, a gas, a vento e solari, le prime e due a lungo termine sarebbero antieconomiche. Cioe' costerebbe di piu il loro mantenimento e la loro costruzione rispetto all'effettivo guadagno, considerando i costi a priori e le proiezioni future di guadagno.

Tutto cio', assieme con gli accordi di Parigi che sicuramente incentiveranno ancora le fonti rinnovabili,  faranno si che sole e vento diventeranno sempre piu' convenienti, anche senza sussidi di nessun genere. Anzi, quelli del Carbon Track Initiative dicono che le fonti fossili non torneranno mai alla competitivita' con sole e vento, pure senza incentivi statali.

E questo si inizia a vedere in varie parti del mondo.

Anzi, in alcuni posti, per esempio in Cile, il costo dell'energia elettrica da carbone e'  il doppio di quello dall'energia solare!

Sara' qui costruito il piu' grande impianto solare del mondo *senza* sussidi secondo Bloomberg. Ogni kilo-wattora costera' 2.91 centesimi, il record assoluto di basso costo. Per fare un raffronto, negli USA dove il 67% dell'energia e' generato da fonti fossili, il costo e' di 12 centesimi per kilo-wattora. 

In Cile l'uso di rinnovabili e' aumentato di quattro volte dal 2013.

Anche in Australia, le rinnovabili costano gia' adesso meno dell'energia generata da centrali fossili secondo Bloomberg. Secondo il governo del paese, conservatore, non ci siamo ancora, ma manca poco. Anzi per bocca del suo ministro dell'ambiente e dei cambiamenti climatici, Simon Corbell, l'Australia dice che i prezzi sono quasi "in parita'".

Stessa conclusione in India, dove le vendite di energia elettrica dal sole sono state meno costose di quelle del carbone. Lo dice il ministro dell'energia del paese, Piyush Goyal. In India l'obiettivo e' grandioso: arrivare a 100GW di solare entro il 2022.
  
A livello mondiale, gli investimenti in rinnovabili sono due volte di piu' che in carbone e gas,  e la tendenza rimarra' favorevole alle rinnovabili a lungo ancora.

E quindi, tutto cio' che si continua a propagandare sulle fonti fossili e' solo il canto del cigno morente.

La storia e' dalla nostra parte e non dalla parte di ENI, di Matteo Renzi, di Gianluca Galletti, di Chicco Testa, di Dario Franeschini e del loro petrol-pensiero. 






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