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Thursday, March 16, 2017

Nigeria: l'ENI non paga gli stipendi





"We are giving Agip a two week ultimatum to pay all outstanding debt. 
In case of failure we will take a clear stand."



E' successo a Port Harcourt, capitale nigeriana.

Era in programma un incontro fra centinaia di contrattori nigeriani con i pagamenti in ritardi e alcuni dirigenti in doppiopetto da Milano. I contrattori erano in orario. I tre dell'ENI sono arrivati con un ora di ritardo. L'incontro c'e' pure stato, ma e' finito fra urla, accuse e interventi della polizia.

All' ENI le accuse di essere degli imbroglioni.

Wenenda Mpi, rappresante di ENI-Agip, ha accusato l'ente petrolifero del governo nigeriano, la NNPC, di ritardi nei pagamenti. L'ENI dunque non ha potuto pagare i contrattori per colpa del governo centrale.

Ma i contrattori non ci hanno sentito e hanno chiesto e preteso di essere pagati.  Hanno presentato ai tre rappresentanti dell'ENI una lista di 16 richeste, fra cui almeno 32mila dollari per dimostrare la loro buona fede in modo da evitare altre proteste piu' violente.  E poi vogliono che l'ENI contratti loro almeno il 60% di lavoro futuro.

E poi e' arrivata la polizia.

L'accordo e' che la prossima settimana arrivera' un altro doppiopetto da Milano, piu' doppiopetto dei tre di adesso, e che le discussioni riprenderanno in sua presenza.

La NNPC dice che ha 5.1 miliardi di arretrarti da pagare ai petrolieri, e che lo fara' nel corso di cinque anni. Dunque se tutto cio' e' vero ci saranno almeno altri cinque anni di arretrati!

Non sappiamo dove sta la verita' ma di certo, le proteste contro l'ENI e le sue amiche del petrolio non si fermano.  E questo in parte per la corruzione nel paese, in parte per il crollo dei prezzi del greggio che significa meno lavoro e meno lavoratori, inclusi contrattori, saldatori, guardie e cuochi.

Intanto, il vice presidente nigeriano Osinbajo ha promesso di portare maggiore ricchezza ai nigeriani,
paese che e' in ginocchio a causa della recessione petrolifera. E' la piu' grande recessione da almeno 25 anni in Nigeria.  Fra le proposte di Osinbajo quella di legalizzare le raffinerie illegali che sono un po in giro per il paese per dare qualcosa da fare ai giovani che altrimenti correrebbero il rischio di militarizzarsi.

Non so quanto intelligente sia questa idea.

Un altro ostacolo in Nigeria e' la proliferazione di gruppi etnici che non riescono ad organizzarsi fra loro e che si fanno guerra per chi deve avere il contratto X, da quale comunita' devono essere assunte le guardie, dove si devono comprare il cibo o il cemento. A volte queste tensioni che spesso i signori del petrolio non sanno gestire, causano blocchi stradali o scoppi agli oleodotti.

Tutto questo e' solo uno dei risvolti del dramma petrolio in Nigeria.

E' lo stesso dappertutto: arrivano, inquinano tutto, sfruttano, mentono e soprattutto portano con se, specie se restano in azione per decenni come in Nigeria, la convizione che o petrolio o morte.

Occorreva dirglielo alla Nigeria cinquanta anni fa di non fidarsi dei doppiopetti europei.


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