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Saturday, July 15, 2017

La Rockhopper vende sei concessioni alla Northern Petroleum: obbligo di ripristino ambientale di 3 milioni di euro









Dal 2012 ad oggi la Rockhopper Exploration ha perso il 90% del suo valore: da 200 pence nell'Agosto di 5 anni fa, a 20 pence al Luglio del 2017.

E' evidente che le cose non vanno bene. Oltre ai prezzi del petrolio collassati sul mercato globale da un paio di anni ormai, la debacle Ombrina Mare dalla quale sperano stoltamente di recuperare 150 milioni di dollari, il 14 Giugno hanno anche annunciato che un pozzo appena trivellato in Egitto era sterile. 

Da qualche parte devono pur recuperare il denaro.

E cosi decidono di vendere tutte le loro concessioni su terraferma in Italia alla Northern Petroleum. Le chiamano concessioni "non-core", cioe' non fondamentali, e lo fanno per "snellire" le loro operazioni e per "rettificare" i costi.

Sono in genere parole per dire: stiamo cercando di salvare il salvabile.

La Northern Petroleum ha pagato 1.6 milioni di euro in cambio di sei concessioni, totali e parziali sparsi per l'Italia, e che sono qui elencate:

100% Scanzano (71 kmq, Basilicata)
60% Monte Verdese (60 kmq, Basilicata, il restante 30% e della Gas Plus e il 10% della Petrorep)
50% Torrente Celone (80 kmq, Puglia, il restante 50% e' della Edison)
100% Aglavizza (7 kmq, Abruzzo)
100% Civita (276 kmq, Abruzzo)
85% San Basile (98 kmq, Abruzzo, il restante 15% e' della Irminio)

Oltre agli 1.6 milioni di euro di prezzo, ci sono i costi associati alla manutenzione, debiti, e spese varie che sono passati alla Northern Petroleum per circa 2.8 milioni di euro.  E poi i costi di dismissione e di ripristino ambientale, passati anche loro alla Northern Petroleum di 3 milioni di euro per un totale di dieci anni stimati di lavoro.

In totale, fra debiti e spese di ambientale la Northern Petroleum ha dunque speso 7.4 milioni di euro.

Dunque, impariamo da tutto cio' che:

1. Circa 600 kmq di territorio italiano per trivellare valgono 7.4 milioni di euro;

2. Le spese ambientali su sei concessioni ambientali sono di tre milioni di euro. Anche se non e' un conto accurato (sono diverse fra loro, per estensione territoriale e per livello di struttamento) questo vuol dire che ogni concessione si riduce in circa 500mila euro di danni. E' una cifra da tenere in mente come ordine di grandezza quando si parla dei fantasmagorici litri e litri di petrolio che queste microconcessioni porteranno all'Italia e il costo totale di guadagno per loro e di veri costi per la collettivita'.

E la Rockopper?

Da tutta questa transazione oltre agli 1.6 milioni di euro ricevuti direttamente dalla Northern Petroleum, hanno ricevuto circa 1 milione di euro indietro come value-added-tax refund dal governo.

Cioe' lo stato italiano le restituisce l'IVA!

Bell'affare no?

Resteranno in Italia con la concessione a gas Guendalina e il permesso Serra San Bernado.
E poi, andranno a trivellare in altre localita' del Nord Africa.


Altro giro, altra corsa.


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