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Sunday, July 2, 2017

L'airgun uccide lo zooplankton - parola di Nature Ecology










Come sempre, sono le componenti piu' semplici, alla base dell'ecosistema, che sono indispensabili per il buon funzionamento di tutto il ciclo vitale, uomo compreso.

In questo caso, si tratta di piccolissimi esseri marini (larve di cavallucci di mare e di krill, piccole e grandi meduse, piccoli crostacei chiamati copepodi, uova di varie specie) che formano lo zooplankton nel mare e che rappresentano il primo passo della catena alimentare acquatica. Li mangiano i pesci piccoli, ma a volte anche quelli piu' grandi, incluse le balene. 

La parola zooplankton viene dal greco e significa "animaletti alla deriva" e infatti questi esserini si muovono con le correnti marine.

Bene, secondo un articolo apparso il 22 Giugno 2017 su Nature Ecology and Evolution e dal titolo" Widely used marine seismic survey air gun operations negatively impact zooplancton", l'airgun, che i nostri governi a destra e a sinistra continuano ad approvare il giro per l'Italia, e' letale per questi animaletti, e dunque dannosa per la pesca.

Cos'e' l'airgun? E' il primo passo dell'estrazione di idrocarburi: spari violentissimi ripetuti ogni 5 o 10 secondi nel mare per cercare di ricostruire il profilo dei giacimenti sottacqua usando i segnali riflessi da questi spari stessi. Se i segnali portano a prevedere un giacimento grande e ben ricco di idrocarburi si passa allo stadio successivo, fare il pozzo preliminare. Se i segnali mostrano che il giacimento e' piccolo, allora non se ne fa niente.

Ma gia' qui si capisce quanto devono essere potenti questi spari: devono attraversare tutto il corpo acquatico e poi fare altri 3,4,5 chilometri per arrivare al giacimento, prima di tornare indietro. E devono spazzolare aree di 100, 200 a volte anche 1000 chilometri quadrati. Ci vogliono in genere due o tre mesi per completare la presa dati.

Due o tre mesi di spari violenti ogni 10 o 15 secondi.

Come detto varie volte, tali spari hanno una intensita' di circa 220 decibel,  un miliardo di volte maggiore di un concerto rock.

Altri studi in passato avevano mostrato che l'airgun portava a mortalita' di pesci, lesioni sui loro corpi, perdita del senso dell'udito e dell'orientamento, modifiche alla comunicazioni fra i vari esseri marini, e a volte anche a spiaggiamenti di balene.

Questo studio su Nature Ecology and Evolution si occupa invece di studiare gli effetti dell'airgun sullo zooplankton.

Emerge che gli spari dall'airgun possono arrivare ad uccidere lo zooplankton fino a 1.2 chilometri dal punto di impatto.

L'autore principale del'articolo si chiama Jayson Semmens, e' un biologo marino presso la University of Tasmania nella citta' di Hobart, Australia. Dice che il loro e' un risultato del tutto inatteso, perche' e' il doppio di quanto ci si aspettava.

Gli altri autori sono Robert McCauley, Ryan Day, Kerrie Swadling, Quinn Fitzgibbon, Reg Watson.

Lo studio e' stato eseguito nel 2015 lungo le coste della Tasmania. Il gruppo ha studiato le popolazioni di zooplankton prima e dopo l'airgun in un area circoscritta di mare. Quello che hanno trovato e' che l'abbondanza di questi animaletti diminuiva fino al 64% gia' un ora dopo gli spari. Gli effetti si sentivano fino a 1.2 chilometri dall'area dell'airgun che e' anche il limite massimo del loro studio.

Il che vuol dire che potrebbe anche essere che le morie si estendono anche per un raggio maggiore di 1.2 chilometri.

E siccome questi microanimali erano proprio morti, non ci possono essere ambiguita' nel risultato.

Ora, non si sa esattamente come questo airgun uccida lo zooplankton, pero' secondo Semmens, il rumore cosi forte probabilmente danneggia i sofisticati sistemi biochimici che questi esserini usano per nuotare e muoversi nel mare, disorientandoli e causandone la morte in modo indiretto.  Il suo gruppo condurra' altri studi per capire maggiormente quali sono i meccanismi che portano alla morte dello zooplankton.

Delle balene sappiamo gia' molto, dello zooplankton sapevamo poco, adesso abbiamo aggiunto altri pezzi alla conoscenza. Quello che pero' resta e' che o si guardi agli esseri piu' grandi o quelli piu' piccoli, questo airgun non porta niente di buono al mare, alla vita, e alla fine di tutto, a noi esseri umani.

Occorre che qualcuno lo dica ai governanti italiani, primo fra tutti a Gianluca Galletti, ministro dell'ambiente che di ambiente pare che non gliene importi granche'. 


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