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Thursday, August 24, 2017

Vanuatu, Marshall, Samoa, Solomon, Yap: le nazioni dell'Oceano Pacifico a vietare bottiglie e buste di plastica















Non e' un mistero che siano le isole del Pacifico le piu' esposte ai danni dovuti ai cambiamenti climatici, all'erosione e all'innalzamento dei livelli del mare, nonche' all'inquinamento da plastica.

Si stima che il 97% dei pesci dell'area contiene un qualche tipo di pezzo di plastica in corpo.
Ed e' proprio da queste isole che arrivano forti segnali per cambiare la nostra societa' consumistica, petrolifera, da usa e getta.

E' notizia recente che le isole Vanuatu hanno deciso di vietare buste e bottiglie di plastica, in modo graduale ma sostenuto, come dice il primo ministro Charlot Salwai.

Sono sicura che ben pochi sanno dell'esistenza di questo arcipleago. Hanno acquisto l'indipendenza dalla Francia e dal Regno Unito il 30 Giugno 1980, nemmeno 40 anni fa. Hanno una popolazione di cica 280,000 persone e occupano 14 isole distinte.

Da oggi pero' spero che verranno ricordate anche perche' sono fra i primi paesi del mondo a compiere tale mossa, cioe' appunto a vietare sia buste che bottiglie di plastica.

La decisione e' stata presa dopo l'avvio della campagna 'No plastic bag, plis' lanciata a Maggio 2017 dal gruppo Alliance Française di Port Vila, la capitale delle isole Vanuatu. La petizione ha raggiunto circa 2600 firme.

Come faranno senza le buste di plastica? Le donne del gruppo Bulvanua Art and Handicrafts si sono offerte di realizzare cestini portatili a mano o sacchetti di stoffa.

Le isole Fiji hanno invece messo una sovratassa di dieci centesimi sulle buste di plastica per scoraggiarne l'uso.

Le isole Marianne propongono l'eliminazione completa delle buste di plastica con una legge ancora in via di approvazione definitiva, che ha superato la Camera e che e' ora approdata al Senato. Contiene la proposta di multare i negozianti che offrono buste di plastica con ammende che possono arrivare fino a 1,000 dollari. E' stata una decisione unanime della Camera e si pensa di poter arrivare alla conclusione senza grossi ostacoli.

Le isole Marshall sono un po piu avanti. Hanno vietato dal 1 Febbraio 2017 tutti i contenitori di polistirolo, bicchieri, buste e piatti di plastica.

Le isole dell'American Samoa invece hanno vietato i sacchetti di plastica dal 2010. 

Le isole Solomon hanno invece vietato le buste di plastica nel Maggio 2017 perche' rappresentavano una "epidemia"

L'isola di Yap della Micronesia ha vietato le buste di plastica nel 2014 con multe severe a chi le distribuisce.

Nei paesi in cui i divieti esitono da vari anni, la gente e' stata collaborativa: ci sono state campagne di informazione a tappeto spiegando alla gente che la plastica ammazzava il mare da cui dipedono, e come le donne delle isole Vanuatu, si sono ingegnati per trovare altre soluzioni.

La plastica usa e getta e' un grande problema perche' fotodegrada in pezzetti piccoli ma non biodegrada, il che vuol dire che la plastica resta, ma spezzettata dappertutto e spesso entra nei corpi dei pesci. Il tempo per la degradazione varia dai 500 ai 1000 anni. Cioe' praticamente l'eternita'.

Ogni passo e' utile, specie si pensa alla grande scala del problema: ogni anno produciamo 300 milioni di tonnellate di plastica di cui 9 milioni di tonnellate finiscono in mare.

A livello globale sono usate un trilione di buste di plastica ogni anno, 380 miliardi solo negli USA; 8 miliardi in Australia, Taiwan 20 miliardi. 

Ma se le isole del Pacifico hanno pesci con il 97% di plastica in corpo, non e' che negli altri mari si sta meglio. La media mondiale e' del 67%. Cioe' due pesci su tre.

Come sempre la risposta e' nella consapevolezza individuale e collettiva.

Non usiamo plastica usa e getta, piantiamo alberi, curiamo la collettivita'. Insegnamo queste cose ai nostri figli, agli immigrati, a chi non ci pensa. Ci guadagnamo tutti. 

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